Zootropolis è una città suddivisa in diversi quartieri simili agli habitat originali degli animali che vi sono residenti. La coniglietta Judy Hopps, dopo un lungo addestramento all’accademia di polizia, prende finalmente servizio nella città ma, al contrario delle sue aspettative, non le viene assegnato nessun tipo di compito operativo investigativo bensì il ruolo di ausiliario del traffico. Delusa dalle sue mansioni si adopera comunque per svolgere al meglio i suoi compiti con una valanga di multe che le attirano addosso le ire dei guidatori. A causa di una innata diffidenza, durante il suo primo giorno di lavoro scopre peròanche le truffe della volpe Nick Wilde ma senza la possibilità di potervi fare nulla per via della scaltrezza nel muoversi di quest’ultimo all’interno dei limiti legali. La coniglietta riesce comunque ad incastrarlo usando l’astuzia ma invece di denunciarlo utilizza la sua posizione per reclutarlo e obbligarlo ad aiutarla in un’indagine sulla sparizione di alcuni mammiferi in città.. e da qui in poi è meglio guardare il film.
La motivazione principale per andare a vedere questo film si trovava nel trailer trasmesso al cinema prima di Il piccolo Principe in cui veniva mostrata l’esilarante scena di un ufficio della motorizzazione gestito da lentissimi bradipi e, ai conti finali, non delude le aspettative. Il 55esimo classico Disney assicura infatti diverse risate spontanee seppur con trovate non particolarmente geniali se si esclude la scena sopracitata, che rappresenta sicuramente il punto più alto di tutto il lungometraggio. La scelta del giallo come forma narrativa a cui assegnare i soliti contenuti sul pregiudizio, sull’autorealizzazione, sul credere in se stessi, sulle pari opportunità ecc. (del resto il pubblico è pur sempre fatto di bambini, cosa vogliamo dirgli, che il mondo è una merda?) è funzionale e piacevole. Solo per la sua strutturazione alcuni sviluppi non sono prevedibili se non da un certo punto in poi dopo il quale risultano piuttosto scontati e senza particolari alternative. Alcune citazioni a vecchi film (Scemo & più Scemo, Il padrino) e ad alcune serie di successo molto recenti (Breaking Bad) fanno capolino per strizzare l’occhio agli adulti che, ormai, se sulla carta non sono i fruitori principali delle animazioni (solo sulla carta. Infatti circa 15 persone presenti all’ultima proiezione di cui solo 2 bambini) sicuramente sono quelli che finiscono per divertirsi di più praticamente in ogni caso. Non tutti i personaggi sembrano essere sfruttati a fondo nei loro potenziali comici per una questione di tempistiche legate al lasciare giustamente spazio ai due protagonisti eppure da alcuni di loro si ha la sensazione che si avrebbe potuto tirare fuori qualche sketch in più.
Interessante la metafora predatori/prede come riflessione sugli istinti, sul pregiudizio, sulle aspettative, le apparenze, la natura e il giudicare il prossimo, seppur sviluppata in una forma molto superficiale e troppo poco accennata per rimanere impressa come tema principale. L’impressione generale riporta infatti non tanto alla necessità di veicolare un messaggio forte quanto più che altro al raccontare una storia e, in questo senso, tutto funziona alla perfezione. Anche il rapporto con i genitori (più felici di saperla in un ruolo marginale ma poco pericoloso piuttosto che di punta e di responsabilità ma con diversi rischi [in un certo senso agghiacciante. Si antepone la sicurezza e la propria tranquillità alla realizzazione dell’altro]) o con i passati traumatici, sono appena sfiorati fino a condensarsi in un contorno aggiuntivo che impreziosisce un pochino ma non ne rappresenta il cardine portante. In quest’ottica il film è un giallo ben calibrato e ben strutturato che non emoziona particolarmente ma diverte abbastanza da far ridere ed uscire soddisfatti.
I due registi non hanno particolari guizzi in filmografia se si esclude che Rich Moore ha diretto Ralph Spaccatutto mentre per quanto riguarda il cast di voci nella versione inglese non ci sono grandi nomi ad eccezione di Shakira nel ruolo di Gazelle (trascurabile a dire il vero e aggiunta probabilmente per elemosinare qualche spettatore) e forse Jason Bateman (Come ammazzare il capo..e vivere felici) e J. K. Simmons (Spider man 1, 2 e 3, Thank you for Smoking, Burn After reading, ..) se proprio vogliamo nominare qualcuno. Un pochino più farcita la versione italiana con le voci di Massimo Lopez, Paolo Ruffini, Leo Gullotta, Diego Abatantuono, Nicola Favino ma soprattutto Ilaria Stagni, la voce di Bart Simposon!!!
Un buon lavoro, non indimenticabile ma nemmeno al di sotto delle aspettative, al contrario dei bradipi che strapperanno risate al solo ripetersi perpetuo del loro momento di gloria. Ampie palate di piatto buonismo in assenza di ombre, ma va bene così, in fin dei conti i modelli sono solo approssimazioni semplificate della realtà.
Giudizio in minuti di sonno : Sveglio dall’inizio alla fine in preda a qualche risata spontanea a dispetto dell’indifferenza dei pochi bambini presenti in sala, molto più eccitati per l’odiosissima interruzione tra il primo e secondo tempo per vendere pop-corn: cinque minuti di imbarazzo/odio in cui ci si studia in cagnesco con il povero cristo addetto alla vendita seduto sul carrettino con un’espressione stampata in viso come a dire “rompe il cazzo anche a me ma entrambi dobbiamo stare qui a guardaci negli occhi fino alla fine di questa inutile agonia”.
Sicuramente lo stato di veglia è stato comunque in qualche modo facilitato dal fatto che fossero le cinque del pomeriggio..
Questo cartone mi è piaciuto molto!
Ps. nonostante io non sia un appassionata di film ho deciso di seguire il tuo blog, perché mi è piaciuto molto il tuo scambio di opinioni con cose da V nel suo ultimo post, ho deciso di fare un blog su WP proprio per “il clima” che c’è, adoro il confronto con chi la pensa diversamente (in altre realtà come su fb c’è solo scontro )
Merita di essere visto..
Sto dando molto spazio a recensioni di libri e film ma in realtà qui scrivo un po’ di tutto, in base all’umore..
Credo che quello dipenda più dalle persone che dai luoghi. Ho cancellato il profilo personale da fb, tra le tante cose, anche per quel motivo.. 😉