Tra il minuto 3.15 e il minuto 4.43

I racconti più fighi a volte hanno personaggi ombrosi e tormentati che se ne stanno da soli a bere birra o qualche alcolico, rigorosamente mentre fumano.

Non è questo il caso.

Philip Marlowe difficilmente se ne sarebbe stato nel suo ufficio o in qualche bar a bere una camomilla in una tazza di Continua a leggere

Rosso e viola

Un cielo rosso e violaceo mi spinge ad uscire a rimirare il tramonto in giardino. Mi rimane non più di una crepuscolare mezzora. Fisso l’orizzonte perdendo tempo, fingendo di pensare, ma la testa è vuota.

Un uccello si appoggia al gazebo. Sento gli artigli Continua a leggere

Un momento di felicità

In realtà non sono sicuro si trattasse proprio di felicità.

Non sono mai stata una persona dai grandi entusiasmi, dalle esplosioni di gioia incontrollate. Anzi, non ricordo di aver mai esultato, per una vittoria, un successo o un qualunque obiettivo raggiunto. La massima espressione è sempre stata una sensazione di leggerezza momentanea, che non mi sono nemmeno mai permesso di assaporare perché era più importante passare oltre.

Arrivato alla fine, archiviavo tutto e cercavo altro.

L’unico momento in cui io mi sia sentito veramente libero è stato Continua a leggere

Non ha un nome preciso

Non ha un nome preciso.

E’ una sorta di malinconia che ogni tanto ticchetta alla mia porta. Ultimamente ci vediamo così di rado che è quasi un piacere aprirle. Mi ricorda chi ero e forse chi sono ancora. Nascosto dietro a questi muri di indifferenza.

Mentre vago per casa nelle interruzioni in cui Continua a leggere

Se non parli è meglio, preferisco.

Soprattutto se non sei in grado, per un attimo, di ascoltarmi fino alla fine senza emettere in automatico un giudizio prima di avermi lasciato terminare.

Non pretendo che il mio punto di vista diventi il tuo e nemmeno che lo condivida, ma che lo rispetti e che non mi giudichi, invece, lo esigo senza mezzi termini. Nel momento in cui dico “mi sento così” non esiste motivo al mondo per cui tu possa dirmi “non è vero”. Puoi raccontarmi tutto quello che ti pare per convincermi del contrario, secondo quello che TU vedi, che non riesci a cogliere o che non capisci, ma non puoi, in nessun modo Continua a leggere

L’importanza di una comfort zone

Non sopporto più sentire la frase “esci dalla tua comfort zone”. Mi ha rotto il cazzo e non sopporto nemmeno più chi la pronuncia.

Solitamente perché chi si permette di dirla ha il culo molto ben al sicuro in una comfort zone blindata, solida quanto un bunker e talmente grande da non accorgersi nemmeno di prosperarci beatamente.

Non è nemmeno una gran novità, chi pontifica e sparpaglia consigli non richiesti solitamente si autoconferisce Continua a leggere

Due dialoghi reali della stessa giornata

Primo, in macchina:

Ragazza: – Hai visto quanti gabbiani qui intorno?

Ragazzo: – C’erano anche oggi nel campo dove sono andato a correre..

Ragazza: – Di solito seguono la spazzatura..

Ragazzo: – …..dici che mi stanno pedinando?

 

Secondo, ad un compleanno:

Prima Persona : – Avete visto la torta della bambina? Com’era?

Seconda persona: – Quadrata..

Terza persona: – Era a forma di torta..

Quarta Persona: – Sono abbastanza sicuro che ci fosse scritto il nome sopra!

Prima Persona: – Siete stati utilissimi.

Svegliarsi

Se poi sapessi cosa scrivere sarebbe molto più facile.

Invece mi ritrovo a fare i conti tutta la sera con una sensazione di stallo.

Nella vita.

Come se all’improvviso tutto si fosse fermato, Continua a leggere

Ero bambino

Parlare male dei viaggi su trenitalia riesce ad essere persino più facile che sparare sulla croce rossa.

In anni di università (e forse non solo in quelli) non ho collezionato altro che “ci scusiamo per il disagio” ma intanto dovevo comunque stare in stazione ad aspettare un treno perennemente in ritardo. Accetto le scuse Continua a leggere

Cosa rimane?

Ci sono momenti in cui vorrei semplicemente trasportarmi su di altro pianeta.

Su Marte magari. In un solo respiro trovarmi da un’altra parte, lontano, tirarmi semplicemente fuori dai giochi. Stare di fronte ad un mare rosso, da solo. Vorrei mettere una distanza enorme tra me e quelle contraddizioni insanabili con cui non riesco a venire a patti. Quel genere di pensiero che non ti fa capire da che parte stia la ragione, ammesso che esista e che qualcuno possa averla, perché alla fine dei conti tutte le parti un po’ si assomigliano.

E ti fanno schifo tutte.

Gli ideali non esistono. Sono, appunto, ideali. Stanno là Continua a leggere