“Come è andata la giornata?” – Racconto

Smise improvvisamente di scrivere al computer.

Il foglio virtuale era pieno di parole ma le sue mani erano sospese sulla tastiera quanto il suo sguardo fisso sullo schermo.

Fuori la notte era piena e silenziosa, ubriaca di solitudine.

Qualcosa si era interrotto nel flusso di pensieri, una frenata brusca senza un ostacolo.

Si alzò dalla sedia ed iniziò a rovistare in tutte le mensole gettando roba a terra, senza curarsi del disordine. Spostò libri, giornali e articoli andando a spulciare in ogni angolo delle librerie che occupavano le quattro pareti. Rivoltò Continua a leggere

Il pontile – Racconto

Dormivo così bene sul sedile posteriore della macchina. Ora invece sono tra le braccia di mio padre.

Ho aperto gli occhi perché mi sono sentita sobbalzare ripetutamente.

Papà sta correndo forte ed ha il fiatone.

La sua barba mi solletica leggermente la fronte.

Ha il viso rosso e le guance imperlate di sudore.

Una goccia cade sulla mia maglietta rosa.

Papà inciampa, perde Continua a leggere

Una canzone prima di andare a dormire – Racconto

Capitan Futuro solcava i cieli dentro al suo mantello amaranto.

I venti di luna gli scompigliavano i capelli mentre si librava all’interno di rientranze rocciose azzurre. Una montagna bianca svettava sul fondo, dove il mondo rettangolare finiva in uno strapiombo in ripida caduta verticale.

La sua missione era stanare il malvagio sfregiato che si nascondeva in agguato da qualche parte, pronto per lanciare il suo micidiale attacco. Lo chiamava Scar-crow anche se non era troppo sicuro che fosse quello il suo vero nome. Ma a Capitan Futuro questo non interessava. Tutte le sue energie erano tese a Continua a leggere

Un cono di luce rossa sulla fine – Racconto

Le porte finalmente si aprirono sbattendo con forza.

La luce illuminava a giorno tutto lo spazio disponibile.

Il colpo sordo rimbombò con prepotenza: << Giorgio è il solito incapace. >> pensò Franco senza mutare d’espressione. Stava al centro, circondato dai tre sacerdoti che cercavano di trascinarlo verso l’uscita laterale.

Entrarono i quattro cavalieri, armati di spade, con le casacche blu che scendevano fino al ginocchio, strette in vita da una cintura di stoffa dello stesso colore. Lo stemma sul petto brillava di riflessi dorati definendo il profilo stilizzato di un dragone. Si misero uno a fianco dell’altro e si rivolsero al gruppetto di sacerdoti, gridando spavaldi:

<< Dov’è Becket, il traditore del Re? >> Continua a leggere

Un falò notturno – Racconto

I due ampi porticati ai lati della strada erano un unico brulicare di persone.

Le luci dei primi addobbi natalizi riempivano di colori il buio mentre le vetrine dei negozi brillavano per attirare gli sguardi dei passanti.

Bardo era appoggiato con la schiena al muro.

Rannicchiato a terra teneva gli occhi fissi sulla colonna antistante, chiuso in un silenzio meditativo. Solo ogni tanto abbassava lo sguardo verso il cappello pieno di monete. Se vedeva una mano andargli incontro a volte sorrideva, a volte ringraziava. Quando gli era possibile scrutava negli occhi dell’altro per cercare una scintilla della loro anima e con essa, anche la propria.

Intravedeva qualcosa, opaco e sfuggente, ma solo negli altri.

A lui era rimasto solo Continua a leggere

Un pianto inconsolabile – Racconto

Era un luminoso lunedì di Maggio quando Tommaso iniziò a piangere.

Il sole era allo zenit e la terra era ormai completamente asciutta dalla rugiada del mattino.

Era seduto a terra, i fili d’erba gli solleticavano garbatamente le gambe scoperte mentre giocava con dei sonagli di legno chiaro e dei cubi colorati. I genitori erano in casa, la mamma cucinava e il padre lavorava al computer.

Nel giardino Tommaso stava all’ombra di un’alta pianta dalle folte fronde, circondato dal suo mondo di giochi silenziosi. Macchinine senza pile, strumenti musicali che non suonavano e Continua a leggere

Labirinto di Yogurt – Racconto

Mi ritrovo in un vicolo cieco.

Dopo tanto girare ed annaspare tra questi cunicoli tutti uguali, fatti di pareti bianche levigate, sono in una strada senza uscita.

Qui non ci sono finestre e nemmeno porte.

Intorno a me solo luminose mura a delimitare angustissimi corridoi scavati dentro ad un viscerale silenzio.

La ricerca dell’uscita è quantomai complicata, in assenza di una direzione.

O, più banalmente, in assenza di una planimetria.

Avessi una mappa sarebbe tutto più semplice.

O forse solo più banale.

Di fronte a questo Continua a leggere

La coccinella di Fatima – Racconto

Fatima era da sola in giardino.

Giocava sopra un rigoglioso albero gonfio di frutta. Le piccole albicocche se ne stavano ben nascoste tra le sottili foglioline verde chiaro, accessibili solo a chi ardiva la scalata. L’erba secca del campo antistante riempiva d’estate il circondario mentre l’aria calda ed afosa si lasciava portare a spasso per le campagne.

Stava coricata lungo un ramo e guardava il cielo attraverso un’ampia apertura nelle fronde. Giocava a Continua a leggere

Viola – Racconto

Il cotone azzurro mi avvolge nel sonno estivo.

L’aria inizia a mancarmi mentre sento stringere le gambe.

Le lenzuola premono al petto e mi schiacciano la faccia. Sono immobilizzato. Sembrano una moltitudine di mani che mi afferrano da ogni parte. Avvolto in quelle spire non respiro, soffoco. I polmoni ingordi di ossigeno aumentano il ritmo e vanno in affanno.

La gola è Continua a leggere

Ordinario quotidiano – Racconto

La donna dall’altra parte del vetro lo guardò con indifferenza e poi fece scivolare sotto la feritoia il resto in monete insieme al biglietto.

Nemmeno si salutarono.

L’uomo si aggiustò la cravatta con eleganza dopodiché scese nel sottopassaggio. Le pareti erano coperte di scritte indecifrabili in cui svettava di prepotenza la frase “l’amore è una cozza lessa” a coprire parzialmente una citazione di Rodolfo Walsh. Qualcuno aveva defecato in un angolo e poi aveva allegramente decorato il tutto con una decina di cucchiaini in plastica presi dalla macchinetta del caffè. Il successivo tentativo di coprire l’opera con alcune pagine pubblicitarie era stato vanificato da una folata di vento che le fece volare via fino a sfiorare le gambe di un passante.

Il treno era fermo sul binario 8.

Le porte scorrevoli erano ancora tutte chiuse ad eccezione della prima e dell’ultima, le uniche funzionanti. I pendolari innervositi si…. Continua a leggere su Zest – Letteratura Sostenibile