Parlare con il responsabile del personale

Mi chiamano dall’ufficio del personale a Dicembre mentre mi trovo ad Atene.

Il secondo giorno dei sei che ho chiesto di ferie, per farmi un viaggio che aspettavo da una decina di mesi. Mi danno appuntamento per il primo giorno di rientro.

Grazie al “Decreto Sicurezza” che ha cancellato le figure come la mia all’interno dei Centri di Accoglienza Straordinaria prevedo pessime notizie. Ho iniziato a lavorare a Continua a leggere

Incontri ravvicinati con la polizia di frontiera tedesca

Si sa che le frasi migliori sono sempre quelle che non riescono mai a vedere la luce e rimangono ben nascoste a riposare nei meandri del cervello.

Le occasioni per dire qualcosa spesso non vengono colte anche se l’imperativo di proferire verbo si presenta lampante e chiaro come il tabellone luminoso delle partite di baseball. La tentazione è fortissima, la situazione è ben delineata, la frase è perfetta ma i motivi per evitare hanno la meglio.

A volte con ragione, altre volte no.

Poco più di una settimana fa stavo guidando nell’autostrada che collega i Paesi Bassi alla Germania, sul tratto che porta direttamente a Berlino. Avevo appena passato il confine quando Continua a leggere

Incontri ravvicinati “classici”

Ho partecipato alle ultime quattro edizioni di due festival di musica classica.

Di primo impatto direi di essere visibilmente un personaggio piuttosto fuori luogo visto che non rappresento il prototipo di pubblico che ci si aspetterebbe di vedere ad un concerto di musica classica (tatuato, piercing alle orecchie e magliette dell’Hard Rock Cafè, che indosso non tanto per provocazione ma quanto perché sono le uniche ad essermi rimaste nell’armadio. Insieme a quelle dell’Harley Davidson e dei Misfits) e, anche se si sa che le apparenze ingannano, in effetti non sono nemmeno quello che si direbbe Continua a leggere

Diari Norvegesi

21 Settembre – Loen              Hey He

Aspettare il tramonto per quasi un’ora è stato emozionante. Di fronte al fiordo ho aspettato che la luce smettesse di accecarmi per poter approfittare di quell’unico momento, di quei pochi istanti prima che cambiasse ogni cosa. Mi sono sentito un bambino. Il freddo pungente era lo stesso di quando ero piccolo, misto al caldo del sole. Sparito oltre alle montagne è arrivato un gelo insopportabile che non mi farà stare ancora molto seduto qua fuori. Eppure, in piedi sula tavolo della panchina, mi sono sentito bene mentre guardavo il cielo riflettersi sul fiordo. Perché non mi vergognavo. Non me ne fregava niente di quello che avrebbero potuto pensare le persone. E quelle voci che mi hanno sempre ripetuto “cosa penserà la gente?” si sono sciolte in uno specchio d’acqua e in un cielo limpido, congelati in un sorriso che vede sempre più lontane le barriere del passato e vicino il futuro cambiamento del futuro. Continua a leggere

Incontro (mancato) in autostrada

Due cose mi irritano in una maniera indicibile (forse sono anche qualcuna in più) quando sono alla guida : 1) l’uso fanatico degli abbaglianti di chi arriva a tutta velocità chiedendo strada già due chilometri prima di arrivare in prossimità del mio culo come se stesse facendo la 24 Ore di Le mans  (qualunque forma di buonsenso e adattamento alla realtà suggerirebbe anche ad una delle forme più elementari di verme piatto o pianta grassa che, evidentemente, si è impegnati in Continua a leggere

Incontri in aperta campagna

Passando dentro al paese con la mountain bike guardo il campanile.

Sono le otto e mezza.

Giro leggero, meditativo, cercando di stare più tempo possibile sui tratti sterrati.

Passo davanti al piazzale della scuola dove rimangono ancora gli allestimenti della sagra. La fanno da quando sono nato e non ci sono stato una sola volta. Cartelloni vari che pubblicizzano sul viale alberato i prossimi eventi mondani tra cui la prossima rappresentazione di burattini in piazza. Dovrei andarci ma so che non lo farò. Il parco giochi è vuoto mentre sul campo da celcetto adiacente si sta giocando una partita. Una ragazza dalle gradinate Continua a leggere

Incontri nell’inferno burocratico

Un paio di giorni persi girovagando smarrito tra uffici vari per sbrigare una pratica non è nemmeno tanto a pensarci bene, in luce del fatto che ai vari sportelli ho trovato sempre persone gentili e disponibili. Il che almeno cancella una brutta esperienza con un soggetto dalla cafoneria incalcolabile (se dovessero essergli arrivati anche solo un decimo degli accidenti che gli ho mandato a questo punto come minimo dovrebbe essere una pianta grassa impiegata come fermaporta in una discarica abusiva) incontrato in quegli stessi locali qualche anno fa.

Me ne sto seduto in sala d’aspetto Continua a leggere

Palloncino

In un afoso pomeriggio vedo tre bambini con un palloncino per ognuno. Sono due bambine piccole, di due anni e di quattro. Il fratellino più grande invece ha cinque anni. Nel giardino ognuno gioca con il suo colore. Le cose che più ci piacciono e ci divertono non durano mai in eterno e il palloncino della piccola di quattro anni le scoppia in mano senza motivo.

Il fratellino maggiore la guarda un attimo e le dà il suo senza pensarci.

Con un sorriso appena accennato.

Non so se ogni volta in cui sarai buono la vita riconoscerà i tuoi meriti con un premio, magari migliore di una macchinina, o se invece si approfitterà di te e della tua bontà ma, se l’infanzia è lo specchio di quello che saremo in futuro, caro Luca, spero che tu rimanga sempre quello che sei.

Incontri Friulani

Il Friuli mi è capitato di vederlo di sfuggita, di passaggio.

Mi ero fermato a Cormons a comprare Ribolla Gialla, prima di passare il confine Sloveno (dove diventa Rebula), un pochino eccitato all’idea che Hemingway potesse essere passato da quelle parti (una fantasia totale alimentata esclusivamente dal fatto che lo avesse citato in “Addio alle armi“). Stessa sensazione provata quando Continua a leggere

Mea

Complice il pacco involontario di un’amica mi ritrovo all’ultimo momento con un giorno libero e senza più alcun programma. Non solo, mi sono pure svegliato presto. Pregustavo già un nuovo giro a Genova ma ho dovuto rinunciare prematuramente e rimandare. Mi alzo però con la voglia recondita di non farmi sopraffare di nuovo da questo scazzo colossale che avvolge inutilmente ogni mia azione. Le solite vocine mi parlavano nella testa per fermarmi. Ma non potevano farlo. Perché ho capito finalmente che Continua a leggere