Shaft Il detective – Gordon Parks

John Shaft (Richard Roundtree) è un detective privato Newyorkese dai modi determinati, in perenne lite con la polizia e in particolare con il Tenente Vic Androzzi (Charles Cioffi) con cui si intrattiene in ironiche schermaglie, che viene assoldato dal gangster Bumpy (Moses Gunn) per ritrovare la figlia rapita, secondo lui, da Ben Buford (Christopher St. John), capo delle “Pantere Nere”. Shaft si mette alla ricerca del giovane rivoluzionario ma scopre che… e da qui in poi è meglio guardare il film.

 “Shaft il Detective” fu il film che portò alla ribalta il genere della blaxploitation (anche se ilshgfg primo regista è considerato Melvin Van Peebles, padre di quel  Mario Van Peebles noto per cagate come “Solo“, “Highlander III” e “Gunman” ma anche per una parte nel più figo “Gunny“) parola con cui si fa riferimento al genere exploitation (“sfruttamento“, riferimento di marketing all’uso massiccio di pubblicità per promuovere questi film) ma interpretato prevalentemente da attori di origini afroamericane, black; dall’unione delle due parole nasce questo ramo cinematografico che, pur conservando le caratteristiche principali (violenza, sesso, droga) dell’origine di appartenenza, aggiunge tematiche orientate alla destrutturazione dei luoghi comuni sugli abitanti di Harlem fino a quel momento (1971) visti prevalentemente come spacciatori, papponi e delinquenti. La tematica razziale è presente ma elaborata con ironia, come nella scena in cui Androzzi avvicina una penna nera vicino al viso di Shaft dicendogli “You ain’t so black” e quest’ultimo fa la stessa cosa avvicinando una tazza bianca al viso del tenente dicendo “And you ain’t so white, baby“, o nella scena in cui Shaft chiama un taxi ma questo loimagesss snobba per andare da un cliente bianco. I luoghi comuni cadono nel personaggio stesso di John Shaft che conserva tutta l’energia del detective hard boiled, durezza, determinazione, reinterpretato con spirito e sarcasmo in atmosfere noir nella grande mela accompagnate dalla musica funky di Isaac Hayes (voce di Chef in South Park prima della rottura con i creatori e interprete de “Il duca” nel geniale “1997 – Fuga da New York” di Carpenter) che per la canzone Shaft’s Theme vinse l’Oscar. Il John Shaft di Richard Roundtree non ha nulla da invidiare al Philip Marlowe di Elliott Gould anche se, per sua sfortuna, il bravo Gordon Parks non è Robert Altman e Il lungo Addio finisce per essereimagesx più noto anche se successivo di due anni, complice anche il coinvolgimento del nome dell’arcinoto Chandler a confronto con un meno noto Tidyman. Shaft non è composto o formale come l’ispettore Tibbs ma al contrario è irriverente (“Where the hell are you going?” gli chiede un poliziotto che vuole interrogarlo per strada e lui risponde “To get laid. Where the hell are you going?“, che nella versione bacchettona italiana diventa “A dormire” e scusate se non è proprio la stessa cosa.) e già dall’inizio viene presentato come un uomo che va per la sua strada (letteralmente) attraversando il traffico cittadino e facendo fermare le macchine curandosi solo di mandarle a fare in culo dopo le proteste; non si fa nemmeno mettere i piedi in testa da nessuno, neanche dal temibile boss Bumpy a cui intima senza troppa esitazione di togliersi dalla sua sedia.

Un figo. Imsperdibili di dialoghi del detective con il tenente e il gangster.

Un personaggio riuscitissimo, interpretato a pennello da Richard Roundtree, che merita di essere riscoperto e riportato alla luce. Operazione in effetti tentata nel 2000 in un remake con Samuel L. Jackson e Christian Bale. Cast in linea con il livello della pellicola. Menzione a parte merita Antonio Fargas, visibile in una piccolissima apparizione in cui quasi è irriconoscibile, che divenne poi famoso come Huggy Bear nella serie televisiva Starsky & Hutch.

Film di buon livello meritevole di attenzione e da non sottovalutare. Non c’è nulla che sia fuori fuoco. Da vedere per esplorare vecchie glorie del passato e per farsi un’idea dei generi a cui Tarantino fa riferimento nei suoi film.

Alla fine del film rimane un solo dubbio: ma a New York mettono la scorza di limone nell’espresso?

Giudizio in minuti di sonno : In svacco sul divano segue un crollo totale dopo appena 15 minuti con risveglio sui titoli di coda. Ripreso in un secondo tempo ad un orario diverso.

3 pensieri su “Shaft Il detective – Gordon Parks

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