Una lunga attesa – Racconto

Gli alberi non sanno di essere alberi.

Orhan Pamuk

Marco Lissa era scomparso nel nulla da due anni.

Alla moglie incinta disse solo che avrebbe comprato l’ultimo pacchetto di sigarette della sua vita e sarebbe tornato subito, il tempo di dire “pantasfoglie”.

L’imminente nascita del primogenito maschio lo aveva dissuaso dal continuare a fumare i consueti due pacchetti giornalieri che gli avevano fatto ingiallire gli interni della sua Mercedes CLA durante i lunghi viaggi verso il lavoro. Andare nel suo Continua a leggere

Viaggio al termine della notte – Louis-Ferdinand Céline

Ferdinand Bardamu, giovane di tendenze anarchiche, si arruola nell’esercito e finisce a combattere al fronte contro i tedeschi dove conosce gli orrori della Prima Guerra Mondiale per poi passare molto più tempo nelle retrovie vagando ferito da un ospedale militare all’altro. Gli eventi, o forse la sua inquietudine, lo portano in seguito a farsi mandare in Africa per conto di una compagnia commerciale per poi essere venduto ad una galera e giungere infine negli Stati Uniti in piena esplosione industriale dove Continua a leggere

Lo spirito è una pagliuzza

Non credo in dio. Non credo nella vita eterna. Non credo che un giorno la mia anima andrà a stare in un posto migliore, o peggiore, perché non credo di avere un’anima. Credo di dover fare quello che mi interessa adesso perché poi non avrò più tempo. E buona parte di questa infinitesimale esistenza la trascorro Continua a leggere

Incontri Friulani

Il Friuli mi è capitato di vederlo di sfuggita, di passaggio.

Mi ero fermato a Cormons a comprare Ribolla Gialla, prima di passare il confine Sloveno (dove diventa Rebula), un pochino eccitato all’idea che Hemingway potesse essere passato da quelle parti (una fantasia totale alimentata esclusivamente dal fatto che lo avesse citato in “Addio alle armi“). Stessa sensazione provata quando Continua a leggere

Rimanere indietro

In questa giornata piovosa mi ritrovo davanti al pc a guardare tastiera e schermo senza particolari entusiasmi o cose per la testa. Poco più in là vedo le sigarette che ha dimenticato il mio amico prima di ritornare negli Stati Uniti. Quasi mi verrebbe voglia di mettermi fuori a fumarmene una sotto la pioggia (e sono sicuro che lui mi direbbe di farlo), ma quelle stanno lì per essere restituite per quando finalmente mi deciderò ad andarlo a trovare. Ripenso a questo ultimo periodo e a quanto io mi senta amareggiato per quello che mi sta intorno. “Amo l’umanità è la gente che non sopporto“, questa frase di Schulz mi è sempre ronzata per la testa; in parte per misantropia congenita (quindi un problema di intolleranza mia) e in parte perché tutto quello che vedo non mi piace. Una sfiducia generalizzata verso le persone e i rapporti umani. Continua a leggere