Ipse Dixit #7#

Non può esserci felicità umana senza tempo per vivere, e il tempo non si compra, il tempo si paga con la vita.

Josè “Pepe” Mujica

(da La felicità al potere, p.130, Discorso al Senato cileno)

Saggezza

Che poi a volte è il modo paraculo per dire “vecchiaia” riferito anche a chi solitamente è savio quanto un pezzetto di rucola tra i denti.

La questione si ripresenta ogni anno puntuale, inevitabilmente. Tutto sommato in maniera sempre più dignitosa, gli anni servono anche a sfoltire le perdite di tempo e le cazzate con il risultato che le pippe mentali e i disagi inevitabilmente

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Perché NON guarderò più le serie TV

Bart : <<No, non fumo.>>

Lucia : << Perché? C’è un perché si fuma e un perché non si fuma.>>

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Ormai è dalla fine della sesta stagione di The walking dead, per inciso una delle più inutili mai viste in cui per 16 puntate non succede un cazzo di niente, che la mia frequentazione con le serie TV è stata messa in serio dubbio.

Era cominciato tutto un paio di anni fa con il pretesto di migliorare l’inglese perché qualcuno mi aveva suggerito che con le serie è più facile “ci sia abitua alle voci e poi non è indispensabile capire tutto.” Verissimo. E raccogliendo suggerimenti ho visto tutto Breaking Bad, Sons of Anarchy, The Walking Dead, Shameless, Black Mirror, Mr. Robot, Narcos, Ash Vs. Evil Dead, qualcosa del Doctor Who, di Life On Mars, di American Horror Story e ovviamente mi sono rispolverato Friends per l’ennesima volta perché non mi stanco mai di riguardarlo. Potrei riprenderlo con i dialoghi in russo e comunque saprei di cosa stanno parlando per il numero delle volte che l’ho rivisto.

Poi qualcosa è cambiato.

Vuoi l’ossessione per Continua a leggere

Una panchina in una rotonda

Trenitalia non è mai stata di grande aiuto.

Ancora meno quando l’unico treno disponibile ti fa arrivare tre ore e mezza prima dell’appuntamento fissato. Per giunta in una zona priva di mostre in un raggio utile e ben poco da vedere di altro. Solitamente a questo punto ci si aggrappa alla speranza di trovare un parco nei paraggi ma ovviamente l’unica cosa che si riesce a trovare è Continua a leggere

Voci nella nebbia

In un periodo in cui il tempo è diventato sempre più un’ossessione forse sarebbe stato molto più fico (perché anche nel citare una canzone è sempre molto importante darsi un certo tono per sembrare profondi e un poco intellettuali, non può mai trattarsi di una canzone qualunque) far tracimare qualche vago pensiero in proposito sulle note di Time dei Pink Floyd, che pure mi capita di risentire a più riprese ultimamente (e questo nonostante non sia un fan sfegatato), invece pare che Continua a leggere

Diari Norvegesi

21 Settembre – Loen              Hey He

Aspettare il tramonto per quasi un’ora è stato emozionante. Di fronte al fiordo ho aspettato che la luce smettesse di accecarmi per poter approfittare di quell’unico momento, di quei pochi istanti prima che cambiasse ogni cosa. Mi sono sentito un bambino. Il freddo pungente era lo stesso di quando ero piccolo, misto al caldo del sole. Sparito oltre alle montagne è arrivato un gelo insopportabile che non mi farà stare ancora molto seduto qua fuori. Eppure, in piedi sula tavolo della panchina, mi sono sentito bene mentre guardavo il cielo riflettersi sul fiordo. Perché non mi vergognavo. Non me ne fregava niente di quello che avrebbero potuto pensare le persone. E quelle voci che mi hanno sempre ripetuto “cosa penserà la gente?” si sono sciolte in uno specchio d’acqua e in un cielo limpido, congelati in un sorriso che vede sempre più lontane le barriere del passato e vicino il futuro cambiamento del futuro. Continua a leggere

La finestra sull’uomo in corsa

La notte non porta più consiglio, porta sonno e basta.

Se stare a pensare fino a tardi aveva un senso fino a poco fa, ora sembra una perdita di tempo se non c’è qualcosa da fare. Perché il tempo è diventata l’unica vera ossessione. L’ansia di sprecarlo senza nessuna direzione e la certezza di finire per farlo realmente proprio perché non si trova una direzione. In compenso Continua a leggere

La solitudine di un viaggiatore

Non credevo mi piacesse viaggiare.

Se qualche anno fa qualcuno mi avesse detto che avrei passato buona parte del mio tempo a spostarmi da un posto all’altro senza fermarmi più di due giorni nello stesso luogo avrei risposto che non faceva per me, che ho bisogno di casa, di abitudini, di sicurezze quotidiane. Sono vere entrambe le cose. Ogni periodo ha la sua priorità e le sue esigenze ma nessuna di esse svanisce, perde solo temporaneamente valore per riprenderlo in un altro momento. Ora la priorità è non fermarsi e stare piacevolmente in una realtà che non consente di mettere radici, fatta di tante facce, di tante foto e altrettanti istanti superficiali e fugaci, in modo da evitare quella ripetitività delle giornate che mi annoia.

Non è vero che mi annoia. Mi fa proprio paura.

C’è chi viaggia per trovare sé stesso e chi per perderlo, per Continua a leggere

Il giro di boa

Quando il mio amico profugo mi risponde con un “chissà che anno sarà..” mi stupisco perché non è una frase da lui. E non so se sia per questo senso di straniamento che mi ritrovo a pensare a cosa sia l’inizio di un nuovo anno. Mi verrebbe da pensare ad un giro di boa con tanti cambiamenti, nuove direzioni. Ma la realtà è che questa solfa la sento ogni volta e, al contrario, gli anni mi sembrano Continua a leggere

Lo spirito è una pagliuzza

Non credo in dio. Non credo nella vita eterna. Non credo che un giorno la mia anima andrà a stare in un posto migliore, o peggiore, perché non credo di avere un’anima. Credo di dover fare quello che mi interessa adesso perché poi non avrò più tempo. E buona parte di questa infinitesimale esistenza la trascorro Continua a leggere