“Come è andata la giornata?” – Racconto

Smise improvvisamente di scrivere al computer.

Il foglio virtuale era pieno di parole ma le sue mani erano sospese sulla tastiera quanto il suo sguardo fisso sullo schermo.

Fuori la notte era piena e silenziosa, ubriaca di solitudine.

Qualcosa si era interrotto nel flusso di pensieri, una frenata brusca senza un ostacolo.

Si alzò dalla sedia ed iniziò a rovistare in tutte le mensole gettando roba a terra, senza curarsi del disordine. Spostò libri, giornali e articoli andando a spulciare in ogni angolo delle librerie che occupavano le quattro pareti. Rivoltò Continua a leggere

Un cono di luce rossa sulla fine – Racconto

Le porte finalmente si aprirono sbattendo con forza.

La luce illuminava a giorno tutto lo spazio disponibile.

Il colpo sordo rimbombò con prepotenza: << Giorgio è il solito incapace. >> pensò Franco senza mutare d’espressione. Stava al centro, circondato dai tre sacerdoti che cercavano di trascinarlo verso l’uscita laterale.

Entrarono i quattro cavalieri, armati di spade, con le casacche blu che scendevano fino al ginocchio, strette in vita da una cintura di stoffa dello stesso colore. Lo stemma sul petto brillava di riflessi dorati definendo il profilo stilizzato di un dragone. Si misero uno a fianco dell’altro e si rivolsero al gruppetto di sacerdoti, gridando spavaldi:

<< Dov’è Becket, il traditore del Re? >> Continua a leggere

Un falò notturno – Racconto

I due ampi porticati ai lati della strada erano un unico brulicare di persone.

Le luci dei primi addobbi natalizi riempivano di colori il buio mentre le vetrine dei negozi brillavano per attirare gli sguardi dei passanti.

Bardo era appoggiato con la schiena al muro.

Rannicchiato a terra teneva gli occhi fissi sulla colonna antistante, chiuso in un silenzio meditativo. Solo ogni tanto abbassava lo sguardo verso il cappello pieno di monete. Se vedeva una mano andargli incontro a volte sorrideva, a volte ringraziava. Quando gli era possibile scrutava negli occhi dell’altro per cercare una scintilla della loro anima e con essa, anche la propria.

Intravedeva qualcosa, opaco e sfuggente, ma solo negli altri.

A lui era rimasto solo Continua a leggere

Un pianto inconsolabile – Racconto

Era un luminoso lunedì di Maggio quando Tommaso iniziò a piangere.

Il sole era allo zenit e la terra era ormai completamente asciutta dalla rugiada del mattino.

Era seduto a terra, i fili d’erba gli solleticavano garbatamente le gambe scoperte mentre giocava con dei sonagli di legno chiaro e dei cubi colorati. I genitori erano in casa, la mamma cucinava e il padre lavorava al computer.

Nel giardino Tommaso stava all’ombra di un’alta pianta dalle folte fronde, circondato dal suo mondo di giochi silenziosi. Macchinine senza pile, strumenti musicali che non suonavano e Continua a leggere

La coccinella di Fatima – Racconto

Fatima era da sola in giardino.

Giocava sopra un rigoglioso albero gonfio di frutta. Le piccole albicocche se ne stavano ben nascoste tra le sottili foglioline verde chiaro, accessibili solo a chi ardiva la scalata. L’erba secca del campo antistante riempiva d’estate il circondario mentre l’aria calda ed afosa si lasciava portare a spasso per le campagne.

Stava coricata lungo un ramo e guardava il cielo attraverso un’ampia apertura nelle fronde. Giocava a Continua a leggere

Viola – Racconto

Il cotone azzurro mi avvolge nel sonno estivo.

L’aria inizia a mancarmi mentre sento stringere le gambe.

Le lenzuola premono al petto e mi schiacciano la faccia. Sono immobilizzato. Sembrano una moltitudine di mani che mi afferrano da ogni parte. Avvolto in quelle spire non respiro, soffoco. I polmoni ingordi di ossigeno aumentano il ritmo e vanno in affanno.

La gola è Continua a leggere

Ordinario quotidiano – Racconto

La donna dall’altra parte del vetro lo guardò con indifferenza e poi fece scivolare sotto la feritoia il resto in monete insieme al biglietto.

Nemmeno si salutarono.

L’uomo si aggiustò la cravatta con eleganza dopodiché scese nel sottopassaggio. Le pareti erano coperte di scritte indecifrabili in cui svettava di prepotenza la frase “l’amore è una cozza lessa” a coprire parzialmente una citazione di Rodolfo Walsh. Qualcuno aveva defecato in un angolo e poi aveva allegramente decorato il tutto con una decina di cucchiaini in plastica presi dalla macchinetta del caffè. Il successivo tentativo di coprire l’opera con alcune pagine pubblicitarie era stato vanificato da una folata di vento che le fece volare via fino a sfiorare le gambe di un passante.

Il treno era fermo sul binario 8.

Le porte scorrevoli erano ancora tutte chiuse ad eccezione della prima e dell’ultima, le uniche funzionanti. I pendolari innervositi si…. Continua a leggere su Zest – Letteratura Sostenibile

La visita ignota – Racconto

Oggi sono depresso.

E quando sono depresso l’unica soluzione è bere. Perché niente potrà salvare la mia anima marcia di alcol. Seduto a questo tavolino ci siamo solo io e te. E qualche donzella di vetro. Anche tu sei vuoto ma ogni volta ti riempo per svuotarti nuovamente. E’ un gioco piacevole anche se alla lunga mi provoca qualche cedimento alle gambe e alla coscienza, che scivola via tremante tra le ginocchia.

Sei un bel bicchierino.

Squadrato, trasparente, l’unica tua pecca è che la scritta che tanto mi inorgogliva nell’esibirla agli amici si sia sbiadita negli anni. Anche in questo non siamo poi tanto diversi. Anzi, tu sei l’esatta rappresentazione di quello che negli anni sono diventato. Una specie di ubriacone sbiadito senza identità.

Ma se proprio dobbiamo dirla tutta non me ne frega niente. Al punto in cui sono arrivato dovrei spegnermi una sigaretta sul braccio per riuscire a provare qualcosa per questo mondo schifoso e per il pattume che sono diventato. Eppure nemmeno mi vergogno. Semplicemente me ne frego. L’importante è che tu ci sia, sempre pieno, sempre torbato.

Il tavolo è coperto di giornali per evitare di sporcare. Non perché io li compri, sia ben chiaro. Li chiedo alla vicina di appartamento senza nemmeno leggerli. Sono polifunzionali e vanno bene per tutto. Ci apparecchio persino la tavola. A dire il vero l’ho fatto una sola volta e poi Continua a leggere

Una lunga attesa – Racconto

Gli alberi non sanno di essere alberi.

Orhan Pamuk

Marco Lissa era scomparso nel nulla da due anni.

Alla moglie incinta disse solo che avrebbe comprato l’ultimo pacchetto di sigarette della sua vita e sarebbe tornato subito, il tempo di dire “pantasfoglie”.

L’imminente nascita del primogenito maschio lo aveva dissuaso dal continuare a fumare i consueti due pacchetti giornalieri che gli avevano fatto ingiallire gli interni della sua Mercedes CLA durante i lunghi viaggi verso il lavoro. Andare nel suo Continua a leggere

Il santone entusiasta – Racconto

I genitori lo avevano chiamato come colui che era “uscito dalle pagine del suo promotore” ma i più lo ricordavano come quello che si era spinto troppo oltre il limite del consentito. Di giada vestito, indossava la noia di tutti i giorni con finta disinvoltura mentre sorrideva alle vetrine dei negozi durante interminabili passeggiate che non lo conducevano da nessuna parte. Veniva dai luoghi delle nebbie, dove il sole annegava nella foschia e smarriva i suoi raggi tra le braccia umide del tedio. In sostanza, si rompeva parecchio i coglioni. Le giornate si susseguivano inconcludenti senza Continua a leggere