Smise improvvisamente di scrivere al computer.
Il foglio virtuale era pieno di parole ma le sue mani erano sospese sulla tastiera quanto il suo sguardo fisso sullo schermo.
Fuori la notte era piena e silenziosa, ubriaca di solitudine.
Qualcosa si era interrotto nel flusso di pensieri, una frenata brusca senza un ostacolo.
Si alzò dalla sedia ed iniziò a rovistare in tutte le mensole gettando roba a terra, senza curarsi del disordine. Spostò libri, giornali e articoli andando a spulciare in ogni angolo delle librerie che occupavano le quattro pareti. Rivoltò Continua a leggere