Incontri ravvicinati con la polizia di frontiera tedesca

Si sa che le frasi migliori sono sempre quelle che non riescono mai a vedere la luce e rimangono ben nascoste a riposare nei meandri del cervello.

Le occasioni per dire qualcosa spesso non vengono colte anche se l’imperativo di proferire verbo si presenta lampante e chiaro come il tabellone luminoso delle partite di baseball. La tentazione è fortissima, la situazione è ben delineata, la frase è perfetta ma i motivi per evitare hanno la meglio.

A volte con ragione, altre volte no.

Poco più di una settimana fa stavo guidando nell’autostrada che collega i Paesi Bassi alla Germania, sul tratto che porta direttamente a Berlino. Avevo appena passato il confine quando Continua a leggere

Un bagliore nel buio

Le illuminazioni arrivano all’improvviso.

Intuizione, insight, epifania che dir si voglia, l’idea è più o meno sempre quella.

Durante un ragguardevole viaggio di ritorno a notte inoltrata me ne stavo alla guida della mia autovettura immerso nei miei pensieri ed in particolare ad elucubrare in proposito di questo passaggio degli Eroici Furori :Desideriamo il bello e buono; ma il vedere non è bello né buono, anzi più tosto quello è paragone o luce per cui veggiamo non solamente il bello e il buono, ma anco il rio e brutto. Però mi pare ch’il vedere tanto può essere bello o buono, quanto la vista può esser bianco o nero: se dunque la vista (la quale è atto) non è bello né buono, come può cadere in desiderio?” e su tutte le sue possibili conseguenze gnoseologiche, quando la risposta al quesito immediata arriva sotto forma di un bagliore improvviso, roboante, potente, inevitabile in tutta la sia chiarezza fino a rischiarare a giorno la direzione della strada che stavo percorrendo accompagnato con un bicchierino di cognac da intellettuale bohémien e una buona aria di musica classica…

Ok. La smetto con le cazzate, la realtà è Continua a leggere

Diari Norvegesi

21 Settembre – Loen              Hey He

Aspettare il tramonto per quasi un’ora è stato emozionante. Di fronte al fiordo ho aspettato che la luce smettesse di accecarmi per poter approfittare di quell’unico momento, di quei pochi istanti prima che cambiasse ogni cosa. Mi sono sentito un bambino. Il freddo pungente era lo stesso di quando ero piccolo, misto al caldo del sole. Sparito oltre alle montagne è arrivato un gelo insopportabile che non mi farà stare ancora molto seduto qua fuori. Eppure, in piedi sula tavolo della panchina, mi sono sentito bene mentre guardavo il cielo riflettersi sul fiordo. Perché non mi vergognavo. Non me ne fregava niente di quello che avrebbero potuto pensare le persone. E quelle voci che mi hanno sempre ripetuto “cosa penserà la gente?” si sono sciolte in uno specchio d’acqua e in un cielo limpido, congelati in un sorriso che vede sempre più lontane le barriere del passato e vicino il futuro cambiamento del futuro. Continua a leggere

Dovrei imparare tante cose

Sono ritornato in quella chiesa il giorno dopo.

Ovviamente troppo tardi per trovarla aperta e guardare i dipinti che conserva al suo interno (il tempismo, ribadisco, non è il mio forte) che l’amico con cui mi ero incontrato consigliava di vedere (vedi “Un giorno riderò di tutto questo“). Sono andato con l’intenzione di riuscire a fare finalmente qualche foto, è dal 17 di Dicembre che non riesco a farne una che mi piaccia (praticamente non riesco proprio a farne. A Milano [ Vedi “Le due giornate di Milano (cinque mi sembravano troppe)“] sono stato un’ora e mezza in piazza del Duomo senza fare un solo scatto. Ero lì a guardare la gente che passava aspettando di trovare l’istante significativo da fissare ma proprio non ci riuscivo. Fino a che Continua a leggere

Un giorno riderò di tutto questo

La sensazione è un po’ quella di essere in piena corsa sopra una corda da funambolo, con ampie probabilità di sbagliare un passo e cadere al suolo. A volte si cade, ci si aggrappa alla corda ma si riparte correndo e quindi non si può sapere per quante volte si sarà sufficientemente agili e rapidi da aggrapparsi in tempo.

Ieri mi sono ritrovato in una situazione che Continua a leggere

Bava di Troll e Fango di Smohork

Qualche post fa (“La polizia brancola nel buio“) dicevo che mi sento come se stessi in mezzo al buio in attesa di aggrapparmi alla prima luce che passa. Forse la situazione è peggiore di quanto pensassi. In realtà sono in un campo a inseguire lucciole come un deficiente (nel mentre magari metto anche le mani dentro un fuoco già che ci sono)  e mi sto perdendo quello spettacolo meraviglioso che è la luna. Che é ancora peggio. Perché significa che le cose ci sono ma sei solo così cretino da non vederle (Forse. Lasciamo sempre qualche dubbio). Mentre andavo ad allenamento un amico mi ha fatto notare che Continua a leggere

Limiti di tolleranza

Ci si rende conto sempre troppo tardi che qualcosa è finito.

E non è quando sei seduto sul gabinetto ad osservare un rotolo di carta igienica esaurita che vorresti fare questa scoperta. Mi ritrovo proprio in quel punto e mi chiedo, come diceva la maglietta di un mio amico, “What would McGyver do?”.

Ormai quando mi chiedono “come va?“, se c’è confidenza, mi prendo il lusso di dire “rasentiamo la merda, ma potrebbe anche andare peggio” anche se non mi è dato immaginare come. Continua a leggere