Una canzone prima di andare a dormire – Racconto

Capitan Futuro solcava i cieli dentro al suo mantello amaranto.

I venti di luna gli scompigliavano i capelli mentre si librava all’interno di rientranze rocciose azzurre. Una montagna bianca svettava sul fondo, dove il mondo rettangolare finiva in uno strapiombo in ripida caduta verticale.

La sua missione era stanare il malvagio sfregiato che si nascondeva in agguato da qualche parte, pronto per lanciare il suo micidiale attacco. Lo chiamava Scar-crow anche se non era troppo sicuro che fosse quello il suo vero nome. Ma a Capitan Futuro questo non interessava. Tutte le sue energie erano tese a Continua a leggere

A sangue freddo

Un paio di di settimane fa, in preda alla noia musicale imperante tra le mie orecchie, decido di affrontare qualche gruppo italiano (che mediamente non apprezzo con particolari entusiasmi) visto di sfuggita sui social network. E capito sul video di “A sangue freddo” dei Teatro degli orrori. A naso pensavo avesse a che fare con il romanzo di Truman Capote, che per giunta mi attende sul comodino, ma vengo contraddetto subito dalle prime frasi dette dal cantante, una surreale simbiosi estetica tra Carmelo Bene e Franco Franchi.

E questa sarà l’unica frase in cui mi concederò un piccolo slancio di ironia, perché la canzone è veramente potente. Specialmente dopo Continua a leggere

Perché le mie giornate dovrebbero iniziare sempre con Baba O’ Riley

19 Settembre 2006.

Torino.

Palaisozaki.

Fine concerto dei Pearl Jam.

Eddie Vedder ringrazia il pubblico con un papale “Gruazie mille” (ha un accento che ricorda tanto quello di Wojtila. Se non sapessi che è nato a Chicago (pensavo Seattle in realtà) potrei anche convincermi che sia polacco) e poi attaccano con una canzone per me nuova. Magnifica. La degna conclusione di un gran bel concerto. Baba O’ Riley degli Who (che ancora non sapevo essere del famigerato gruppo inglese).

Fu amore a primo ascolto. Continua a leggere