La visita ignota – Racconto

Oggi sono depresso.

E quando sono depresso l’unica soluzione è bere. Perché niente potrà salvare la mia anima marcia di alcol. Seduto a questo tavolino ci siamo solo io e te. E qualche donzella di vetro. Anche tu sei vuoto ma ogni volta ti riempo per svuotarti nuovamente. E’ un gioco piacevole anche se alla lunga mi provoca qualche cedimento alle gambe e alla coscienza, che scivola via tremante tra le ginocchia.

Sei un bel bicchierino.

Squadrato, trasparente, l’unica tua pecca è che la scritta che tanto mi inorgogliva nell’esibirla agli amici si sia sbiadita negli anni. Anche in questo non siamo poi tanto diversi. Anzi, tu sei l’esatta rappresentazione di quello che negli anni sono diventato. Una specie di ubriacone sbiadito senza identità.

Ma se proprio dobbiamo dirla tutta non me ne frega niente. Al punto in cui sono arrivato dovrei spegnermi una sigaretta sul braccio per riuscire a provare qualcosa per questo mondo schifoso e per il pattume che sono diventato. Eppure nemmeno mi vergogno. Semplicemente me ne frego. L’importante è che tu ci sia, sempre pieno, sempre torbato.

Il tavolo è coperto di giornali per evitare di sporcare. Non perché io li compri, sia ben chiaro. Li chiedo alla vicina di appartamento senza nemmeno leggerli. Sono polifunzionali e vanno bene per tutto. Ci apparecchio persino la tavola. A dire il vero l’ho fatto una sola volta e poi Continua a leggere

Una lunga attesa – Racconto

Gli alberi non sanno di essere alberi.

Orhan Pamuk

Marco Lissa era scomparso nel nulla da due anni.

Alla moglie incinta disse solo che avrebbe comprato l’ultimo pacchetto di sigarette della sua vita e sarebbe tornato subito, il tempo di dire “pantasfoglie”.

L’imminente nascita del primogenito maschio lo aveva dissuaso dal continuare a fumare i consueti due pacchetti giornalieri che gli avevano fatto ingiallire gli interni della sua Mercedes CLA durante i lunghi viaggi verso il lavoro. Andare nel suo Continua a leggere

Il giro di boa

Quando il mio amico profugo mi risponde con un “chissà che anno sarà..” mi stupisco perché non è una frase da lui. E non so se sia per questo senso di straniamento che mi ritrovo a pensare a cosa sia l’inizio di un nuovo anno. Mi verrebbe da pensare ad un giro di boa con tanti cambiamenti, nuove direzioni. Ma la realtà è che questa solfa la sento ogni volta e, al contrario, gli anni mi sembrano Continua a leggere