Lo sceriffo Cliff Robertson (Bill Murrey) e il suo vice Ronald Peterson (Adam Driver) si recano da Bob l’eremita (Tom Waits) per avere spiegazioni in merito ad un pollo rubato all’allevatore Miller (Steve Buscemi). Accolti a colpi di fucile non si scompongono più di tanto ma decidono di desistere perché poco convinti della sua effettiva responsabilità. Ritornando alla centrale di polizia notano però alcuni strani fenomeni. Nonostante l’ora tarda, la luce è ancora a giorno, gli orologi non funzionano più e alcune persone vengono uccise sbranate e….da qui in poi è meglio evitare il film.
Solitamente quando vado al cinema sono abbastanza intollerante verso le persone che parlano durante la proiezione ma in questa occasione invece avrei gradito sentire commenti demenziali per deviarmi dall’immensa rottura di coglioni quale è stata questo film. Almeno mi sarei distratto con qualcosa di interessante rispetto al piattume noioso che è I morti non muoiono. Di fronte all’insensata lentezza e all’inutilità di dialoghi monotoni e insignificanti non c’è nessuna giustificazione. Nemmeno quella di uno degli spettatori che, rispondendo alle proteste dei suoi amici spiega: “Ragazzi, è un film di Jarmush!” come a dire “..è normale che sia lento, è un film d’autore!“. Conosco bene questa risposta perché l’ho usata pure io in diverse occasioni ma ora mi suona un po’ come quando ci si trova di fronte ad un emerito stronzo che ci fa un torto e piuttosto di dire “scusa” dice “io sono fatto così“.
Per entrambe la risposta migliore è sempre un onesto e sincero “ma vaffanculo“.
Jarmush infatti non è esente dal creare dialoghi con un minimo di brio o una trama anche solo vagamente più elaborata perché, diversamente, si naviga nel nulla e nella noia. Possiamo sicuramente raccontarci che è un autore importante del cinema indipendente ma questo non lo giustifica dal girare una pellicola semplicemente brutta e inutile che avrebbero potuto fare personaggi del calibro di Josh Becker, Andrea Marfori, Lee Damarbre, I Fratelli Chiodo o Gabriel Bartalos, per citare i peggiori film visti di recente in ambito horror. Eppure ci sono più idee e dinamismo in Jesus Christ Vampire Hunter o in Killer Klown from outer Space che in I morti non muoiono.
Visivamente Jarmush è senza dubbio migliore ma questo non basta a risollevare una pellicola morta come gli zombi che la popolano che, per inciso non fanno nemmeno paura. Piuttosto è meglio guardare il primo Romero che sconvolge di più. Se poi il trailer italiano suscita l’idea che si tratti di una commedia è il prodotto di un abile montaggio perché non c’è un cazzo da ridere ma proprio in nessun momento (ho conosciuto una persona che invece si è sbellicata dalle risate ma entriamo nel soggettivo e non discuto). A quel punto è meglio guardare Shawn of the dead (La notte dei morti dementi) che invece fa ridere, è arguto e fa persino più paura in certi momenti.
Va bene, proviamo anche a trastullarci raccontando che il film è una critica al materialismo che ci portiamo anche nell’oltretomba o all’umanità che sta distruggendo il mondo e che ormai non può fare più nulla e bla bla bla ma, a questo punto, bisogna riservare la stessa chiave di lettura anche ad Alien Apocalypse. Invece si finisce per essere indulgenti con Jarmush “perché è Jarmush” e si va alla ricerca della raffinata locazione intellettuale quando ha semplicemente fatto un film di merda che non fa ridere, non fa paura, non ha un messaggio che non possa essere riassunto sopra un post it da appendere al frigorifero, non ha ritmo, non ha mordente, non ha un cazzo di niente che non sia una delle noie più mortali che io abbia visto. Contro Un piccione seduto su un ramo riflette sull’esistenza (di una noia inavvicinabile) riesce a vincere quest’ultimo perché, pur nella sua altrettanto esasperante staticità, si salvava per l’incisiva ricerca visiva.
“Jarmush è Jarmush”, un beneamato cazzo.
Jarmush, rispetto ad altre pellicole precedenti decisamente più brillanti (anche se sempre di una lentezza esasperante), ha sparato un colpo a vuoto. Punto.
In questo film non succede niente dall’inizio alla fine, non c’è nemmeno la scena bonus dopo i titoli e il finale sono indeciso se definirlo banale o stupido, ma opto per entrambe.
Nemmeno il cast riesce a risollevare un film decisamente nato male, Bill Murrey che solitamente è di una comicità strepitosa (Benvenuti a Zombieland, come esempio di qualcosa a tema) qui è morto e congelato quanto gli zombi. Adam Driver fa ridere solo per il fatto di girare sopra una smart, per il resto è rallentato quanto il film. La presenza di Iggy Pop, Chloë Sevigny (che, mi spiace per lei, ma la associo ormai inesorabilmente al pompino a Vincent Gallo in Brown Bunny), Tilda Swinton e Danny Glover non aggiungono nulla se non per il fatto di respirare in un film dimenticabile.
Un film inutile che non vale i soldi del biglietto.
Giudizio in minuti di sonno: Non dormivo al cinema dai tempi di The butler, sei anni fa. E se solitamente mi addormento per stanchezza, vecchiaia o qualunque altro motivo, in questo caso, e solo in questo fino ad ora, posso dire di aver dormito al cinema perché il film era una vera rottura di coglioni.