Mi chiamano dall’ufficio del personale a Dicembre mentre mi trovo ad Atene.
Il secondo giorno dei sei che ho chiesto di ferie, per farmi un viaggio che aspettavo da una decina di mesi. Mi danno appuntamento per il primo giorno di rientro.
Grazie al “Decreto Sicurezza” che ha cancellato le figure come la mia all’interno dei Centri di Accoglienza Straordinaria prevedo pessime notizie. Ho iniziato a lavorare a Luglio dello stesso anno per via di un altro decreto. Dopo 33 anni finalmente uno stipendio dignitoso, un lavoro nel settore per cui ho studiato, il sociale, perfino vicino a casa per metà settimana, mentre per l’altra metà ad una quarantina di minuti.
Contratto di sei mesi con promessa di indeterminato, dopo il secondo rinnovo di sei mesi.
Ma su questo non ho mai fatto affidamento, sono anni che me lo sento dire e non l’ho ancora visto.
Solo co.co.co., procacciatore e altre forme che ho rinunciato a comprendere.
Mi presento puntuale in sede.
Mi fa accomodare. Il responsabile del personale avrà più o meno la mia età, forse più giovane, e abbiamo la stessa formazione. Dice che purtroppo nella mia provincia è già stata recepita la nuova normativa del decreto e quindi è costretto a trasferirmi in un’altra provincia in cui non sia ancora entrata in vigore, nel tentativo di riorganizzare il personale. Non è vero, ma evito di puntualizzare che vengono recepite a livello nazionale, che io sappia. Dovrei andare in due luoghi diversi a circa qualcosa in più di un’ora di macchina da casa. Aggiunge che almeno non dovrò più andare nell’altro posto per metà settimana e potrò fare meno strada, quasi mi facesse un favore. Gli faccio notare che con questo spostamento ne devo fare molta di più. Mi dice che è la prima volta che il navigatore lo tradisce. Purtroppo non possono più mantenere il mio contratto quindi la loro offerta, alternativa alla risoluzione, è di passare a Partita Iva e mi propongono una cifra che corrisponde più o meno a quello che mi davano di netto, ma su cui dovrei pagare le tasse, per diciotto ore.
“Per centro?”, chiedo.
Prende un foglietto, fa quelli che suppongo siano dei calcoli e poi precisa “quaranta ore“. Due ore in più di quelle che faccio ora sotto contratto.
Mi lascia una settimana per decidere e si rende disponibile per qualunque chiarimento.
Lo richiamo due giorni dopo.
In tutti quei cambi di ore alla fine non sono convinto di quante sarebbero in totale.
“Venticinque ore.”
Ah. Sono confuso su come abbiano fatto a diventare venticinque, dopo diciotto e quaranta, ma va bene. Beh, se potessi spalmarle su tre giorni potrei cercare un part time e tutto sommato non mi andrebbe male.
“Basta parlarne al cordinatore ma non credo ci siano problemi a concentrarle in tre giorni.”
Aggiunge che dovrei iniziare a partita iva il primo Gennaio. Faccio presente che il mio contratto scade il ventidue di quel mese. Mi viene detto che per la mia tipologia di contratto io sarei ancora in prova perché sono previsti 180 giorni da CCNL e quindi possono risolvere quando vogliono. Rimango spiazzato e incredulo, oltre a sentirmi minacciato.
In quale parte del mondo può essere legale che il periodo di prova copra completamente la durata del contratto?
Essendo tutto piuttosto evanescene, chiedo una bozza di proposta di collaborazione come Partita Iva in modo da avere qualcosa di scritto. E inequivocabile.
Mi arriva dopo un paio di giorni.
Le ore non sono indicate. Dovrò chiedere nuovamente. Pagamento a 45 giorni con possibilità di rescissione da ambo le parti con un mese di preavviso. Considerando che probabilmente nell’arco di sei mesi tutti quelli con il mio ruolo spariranno dai centri, nonostante tu sappia questo quanto me, mi chiedi di aprire partita iva? A queste condizioni?
Mi pare già di vedere un dirigibile diretto verso quella zona in cui non batte sole.
Vado dai sindacati.
“No, il periodo di prova non può coprire tutta la durata del contratto ma deve essere commisurato. Se il suo contratto dura sei mesi la prova non può essere sei mesi, a prescindere dal livello e dal periodo massimo di prova previsto. Del resto, le rimangono venti giorni, non ha molto senso impugnarlo se anche dovessero lasciarla a casa. Purtroppo le conviene tenerseli buoni visto che comunque le hanno fatto un’offerta.”.
Cerco di parlare con più commercialisti per capire quanto mi convenga la manovra della partita iva. Tutti comunque mi dicono che, se fosse, andrà aperta nell’anno successivo e, con le feste di Natale in mezzo, è impossibile aprirla per il primo di Gennaio.
Dopo una settimana di merda, una delle peggiori della mia vita, decido che l’offerta mi può interessare ma chiedo di arrivare a scadenza contratto per avere il tempo di avviare le pratiche e valutare la convenienza. Siamo d’accordo, ma dal primo Gennaio devo iniziare da subito in una delle due strutture in cui dovrei essere trasferito.
Quando arrivo nel posto nuovo, il cordinatore mi lascia i fogli presenze da firmare in cui risulta che dovrei fare quaranta ore.
Inizia a non essere più molto conveniente. Devo fare i calcoli con la commercialista.
Quando finalmente la incontro le notizie non sono buone. Mi conferma dei dettagli che già qualcuno mi aveva anticipato a Dicembre.
Il regime forfettario non si può aprire:
1) per fatturare a qualcuno con cui si aveva un precedente contratto lavorativo nei due anni precedenti;
2) per fatturare a società che facciano indirettamente risalire a qualcuno con cui si aveva un precedente contratto lavorativo nei due anni precedenti;
3) per qualcuno che risulti essere l’unico introito di fatturazione.
L’alternativa sarebbe aprire un regime normale ma comporterebbe spese più alte, fatturazione elettronica, studi di settore e altro. Sostanzialmente sarebbe come “aprire la FIAT per produrre una sola automobile“.
Lo richiamo.
“C’è un problema.”
“La nuova legge di bilancio.”
Allora sapevi già tutto quando mi hai fatto quella proposta.
“Che si fa?”
“Cercherò una soluzione con i miei commercialisti. Ti richiamo io.”
Certo. Manca una settimana alla scadenza e ti vedo sicuramente a perdere le notti con il tuo pool di collaboratori per salvare me.
Penultimo giorno.
“Purtroppo non ho trovato nessuna soluzione.”
Ma, va?
kafkiano 😲
“Ma precisamente, questo Kafkian, chi è?” 😉
😂😂😂
“Responsabile”, ironico. Mah.
Ed è tutto vero.