Deadpool (Ryan Reynolds) decide di debellare il crimine uccidendo gli appartenenti a diverse associazioni mafiose ma, durante l’ultima delle sue incursioni, il capo riesce a fuggire e ad uccidere Vanessa (Morena Baccarin). Distrutto dalla responsabilità e dai rimorsi, Deadpool cerca di suicidarsi in diversi modi senza risultato fino a quando non viene recuperato da Colosso (Andre Tricoteux) e condotto nella residenza degli X – Men allo scopo di farlo diventare uno di loro. La prima missione che gli viene affidata è quella di intervenire per fermare il ragazzino mutante Russel Collins (Julian Dennison), che ha messo a ferro e fuoco (letteralmente) la scuola in cui era detenuto. A causa della sua condotta violenta durante l’azione, Deadpool viene però arrestato, privato dei suoi poteri e imprigionato insieme a Russel in un carcere per mutanti, fino a quando non arriva Cable (Josh Brolin) con le intenzioni di uccidere..e da qui in poi è meglio guardare il film.
Secondo capitolo di Deadpool affidato alle mani di un regista differente, pare per divergenze tre Tim Miller e Ryan Reynolds, girato sullo stesso tenore del precedente ma con decisive migliorie dal punto di vista della trama, che risulta qui decisamente più elaborata e meno diluita nel tempo, con il risultato di essere molto più avvincente e ben costruita (per quanto possa esserlo un film di supereroi, non è che ci si aspetti chissà quale sforzo introspettivo). Gli elementi in gioco sono sempre gli stessi: ironia a palate, rottura della quarta parete, doppi sensi, sequenze d’azione miste a comiche, dialoghi ben costruiti e interpretati dignitosamente dal cast di attori. Di per sé, rispetto al precedente, ha il merito di alzare un pochino l’asticella della qualità ma nel complesso non si aggiunge nulla ad eccezione di una qualche forma rudimentale di approfondimento psicologico nell’evoluzione di Deadpool. Qui infatti è intento a riflettere sul significato dell’essere eroe, seppur sempre con le sue modalità irriverenti che, tecnicamente, trovano la miglior definizione nella parola “cazzone“. Perché, alla fine, questo è Deadpool: un cazzone fatto e finito che trova in questo suo modo di essere la migliore espressione ed anche il suo fondamentale fattore di successo, al punto da risultare irresistibile nell’ambito dei film sui super eroi Marvel. Deadpool è una fresca ventata
di anarchia e assenza di regole in un universo che diventa sempre più drammatico e serioso e quindi rischiosamente noioso, trito e tetro (quindi più un universo DC, direbbe Deadpool).
Rispetto al primo capitolo anche qui c’è un personaggio che parla con un pesante accento, che pensavo fosse di nuovo inglese, invece l’attore è di origini neozelandesi. Ora, non è importante che tu venga dalla Scozia, dall’Inghilterra o dalla Nuova Zelanda, ma vedere che minchia di cadenza assegnerà il doppiaggio italiano. Avendo visto il film in lingua originale non ho modo di sapere se anche qui viene fatto parlare come Stanlio e Olio, ma prima o poi colmerò questa lacuna. Promesso.
Inutile ribadire che Ryan Reynolds è in grazia divina e che ha trovato senza dubbio il miglior ruolo della sua vita (quindi si può dire che abbia fatto almeno DUE cose decenti [vedi Deadpool], oltre ad essere stato il marito di Scarlett Johansson). In questo capitolo si aggiungono anche una buona serie di degni comprimari, tra i quali decisamente si guadagna una posizione di prestigio, in quanto a credibilità, Josh Brolin che, per quel che mi sembra di vedere o capire, è un Cable quasi perfetto, somigliante, granitico e letale, nonché seriosamente comico quando accostato a Deadpool. Interessante Zazie Beetz nel ruolo di Domino (oltre che bella) e decisamente esilarante tutta la X- Force che vanta anche la partecipazione straordinaria di Brad Pitt nel ruolo di Vanishing, visibile solo per alcuni secondi. Buono Julian Dennison. Presenti anche altri camei di altri attori famosi, più un piccolo ruolo per Eddie Marsan, noto per diversi film tra cui Still Life e La fine del mondo, che conferma tutta la sua poliedricità.
Nel complesso regia leggermente superiore al precedente, ma sicuramente il punto forte è la scrittura del plot denso di ammiccamenti e riferimenti cinematografici a personaggi e perfino ad altri universi fumettistici. Nel complesso più che godibile e divertente, ma consigliato agli amanti del genere, per tutti gli altri può risultare nulla più che un film su di un supereroe un po’ più scemo degli altri. Divertenti gli spezzoni finali metacinematografici nei titoli di coda, per quanto tali giocosità non siano assenti durante il film: tipo il dolorosissimo “superhero landing” o Deadpool che firma la scatola di cereali “Ryan Raynolds“. Atteggiamento funzionante che si ripete anche nella promozione commerciale, veramente centrata. Vedi il video con Beckham.
Da vedere, in attesa del presunto terzo capitolo.
Giudizio in minuti di sonno: Tra i quattro e i sei tentativi nell’arco di un paio di sere per la ripetizione a loop, con visione definitiva una domenica mattina senza alcun intoppo.