Deadpool è in attesa sopra un cavalcavia che arrivi il suo vecchio aguzzino Francis, seriamente intenzionato a vendicarsi. Prima di diventare Deadpool, Wade Wilson (Ryan Raynolds) era un ex soldato che lavorava come mercenario e frequentava il pub di Weasel (T. J. Miller) in cui si usava scommettere sul prossimo a morire tra gli avventori, tutti assassini, in una lotteria chiamata appunto dead pool (da cui probabilmente prese ispirazione il sito http://www.rotten.com). Qui conobbe Vanessa (Morena Baccarin), si innamorarono e andarono a vivere insieme almeno fino a quando Wade non scoprì di avere un tumore e decise di affidarsi ad un personaggio che gli garantì la guarigione..e da qui in poi è meglio guardare il film.
Escludendo la totale assenza di trama e la sua incredibile, ma ragionevole (del resto è un film d’azione), inconsistenza, il film su Deadpool è senza dubbio uno dei più godibili del genere “Eroi Marvel” per il semplice motivo di essersi discostato dal tenore di tutti gli altri e assumendo, in linea con il suo irriverente protagonista, un tono molto più ironico e meno serioso. La tenuta generale, per la sua tipologia, è decisamente ottima sia nella realizzazione delle scene d’azione che nella sequenza narrativa su diversi piani temporali che è azzeccata nel riuscire a rendere avvincente un plot che, di per sé, non aveva molto da dire. Regia buona di un Tim Miller praticamente agli esordi ma che ha l’aria di aver gestito una buona trasposizione rispetto al fumetto (anche se in questo non ho metri di paragone perché non ho mai avuto modo di leggerlo, mi baso solo su notizie di seconda mano sul personaggio, ma a sensazione rispetto alle descrizioni mi sembra sia riuscito bene) in cui però, bisogna dirlo, a fare da padrona è l’interpretazione di Ryan Raynolds che, per una volta, può vantare di aver fatto qualcosa di buono che non sia essere stato sposato a Scarlett Johansson.
Se negli altri film il vecchio Ryan è sempre parso un po’ imbolsito e insignificante, al limite del tonto con quel suo faccione da Buondì Motta, qui invece è veramente pieno di energie e totalmente dentro la parte, al punto da rendere in maniera più che adeguata la comicità involontaria (l’unico assassino che si reca in taxi sui luoghi) e la teatralità assurda di un personaggio decisamente singolare quanto, allo stesso tempo, ben riuscito. La parlantina inarrestabile, la sboccatezza, l’imprevedibilità, la rottura della quarta parete, la metariflessione e l’ironia sono tutti lati del personaggio che emergono sia come caratteristiche di Deadpool ma anche del film stesso che ne segue, di conseguenza, gli stessi ritmi e ne assume le caratteristiche. Adeguato il resto del cast ma
passa in secondo piano rispetto all’ovvio protagonista che monopolizza l’attenzione. Menzioni onorevoli meritano però Brianna Hildebrand (Testata Mutante Negasonica) e Gina Carano (Angel Dust), ex lottatrice di MMA, entrambe per la presenza scenica e la capacità di risultare convincenti ed indelebili nonostante le seppur brevi apparizioni. Al contrario, menzione disonorevole al demenziale doppiaggio italiano che fa parlare Francis (Ed Skrein) con un accento inglese alla Stanlio e Olio che definire ridicolo significa minimizzare. In lingua originale ha effettivamente un forte accento inglese ma riprodurlo come una macchietta da stereotipo ha l’effetto, nella versione nostrana, di renderlo un villain poco credibile e temibile quanto un batuffolo di peli nello scarico della doccia.
Di per sé non c’è molto altro da dire, puro intrattenimento da super eroe cazzone senza pretese e senza nulla in più, ma decisamente più che godibile. Se non altro perché si prende molto meno sul serio degli altri ma soprattutto perché riscatta la brutta comparsata di Wade Wilson in X-Men Le origini – Wolverine in cui il suo personaggio era stato ridotto al silenzio e reso in maniera troppo approssimativa e poco convincente.
Singolare e per questo piacevole, a tratti comico, riesce a far ridere molto più di film in cui la risata sarebbe il principale obiettivo e non viene nemmeno sfiorato. Deadpool invece riesce a divertire già dai titoli di testa. Complimenti.
Giudizio in minuti di sonno: Prima visione disastrosa. Sonno a piombo dopo pochi minuti e film che va a loop da solo per un paio di volte e mezza prima che mi ridesti. Alla seconda visione riesco a vedere tutto senza crollare. Lo rivedo quando viene passato in televisione per godere appieno del doppiaggio vomitevole.