Gru e Lucy lavorano ancora per la lega anticrimine e questa volta sono a caccia di Balthazar Bratt, un supercattivo ex star televisiva rimasta cerebralmente ferma agli anni ’80. L’ultimo tentativo di catturarlo riesce per metà, perché recuperano la refurtiva ma Balthazar riesce a scappare e quindi entrambi vengono licenziati dal nuovo capo della lega anticrimine, Valerie Da Vinci. Ormai disoccupato, Gru riceve la visita di un uomo che gli rivela di avere un fratello gemello che..e da qui in poi meglio guardare il film.
Se Cattivissimo Me aveva il suo senso innovativo di originalità, Cattivissimo Me 2 manteneva un buon livello, pur scendendo di qualità, Cattivissimo Me 3 sembra intenzionato a mandare avanti solo commercialmente una saga di successo, senza aggiungere grandi trovate.
E, secondariamente, a vendere più gadget che altro.
Gli autori si inventano in maniera stanca e fiacca il pretesto di un fratello gemello dalla fluente chioma bionda per giustificare un terzo capitolo in fin dei conti piuttosto superfluo e lontano dall’essere memorabile. Si ride poco e senza entusiasmo, nemmeno i Minions riescono a mettere benzina dentro un film che già partiva visibilmente in riserva.
Eppure sono proprio loro a rappresentare il punto di forza indelebile di questa serie.
La verità è che non c’è altro da dire perché si tratta di un’operazione già vista e rivista: da un enorme successo si cerca di seguire la scia e sfruttare tutto lo sfruttabile della popolarità ottenuta. Il processo sviluppato a tavolino inevitabilmente spolpa tutte le idee e gli entusiasmi fino a riprodurre una brutta copia delle origini. Con gli stessi ingredienti, leggermente modificati, ma senza nessun mordente di quella che era la spinta iniziale.
La reiterazione dello stesso concetto che inizialmente ha determinato il successo, una volta che raggiunge l’apice, satura e annoia.
Detto questo, si lascia comunque vedere, alla fine. Si poteva fare di meglio ma avrebbe anche potuto andare peggio. Per esempio scegliendo Paolo Ruffini come voce di Balthazar Bratt, il cui dissimulato accento toscano non c’entra veramente un cazzo con il personaggio che nell’originale è doppiato invece da Trey Parker, il genio creatore di South Park.
E dire che già non mi ha mai convinto la voce di Max Giusti per Gru. Meglio guardarlo con le voci in originale.
Se all’inizio il nostro “cattivissimo” era deprecabile, “moderatamente stronzo“, ora purtroppo non è nemmeno più quello, è solo stucchevole.
Giudizio in minuti di sonno: Complice un periodo stressante e stancante ho perso il conto di quante volte mi sono ritrovato a riguardare l’inizio per poi crollare dopo appena 10 minuti. Siamo nell’ordine della decina almeno. La sera, evidentemente, non è il momento migliore. Comunque la volta buona è stata l’undicesima, quella del pomeriggio tardi di un venerdì, prima di cena.