Sul pianeta Jakku il pilota delle Resistenza Poe Dameron (Oscar Isaac) arriva con il compito di recuperare la mappa che dovrebbe permettere di ritrovare lo Jedi Luke Skywalker (Mark Hamill). Nello stesso posto giunge però anche il Primo Ordine nelle vesti del suo emissario Kylo Ren (Adam Driver), che cattura solo il pilota senza tuttavia riuscire a recuperare la mappa, precedentemente nascosta all’interno del droide BB8, il quale viene ritrovato da Rey (Daisy Ridley). Poe viene quindi aiutato a fuggire dallo stormtrooper pentito Fn – 2187, ribattezzato Finn (John Boyega), ed entrambi precipitano nuovamente su Jakku dove Poe sparisce mentre, guarda caso, l’ex assaltatore incappa proprio in Rey e nel droide. E da qui in poi è meglio guardare il film consapevoli che si tratta praticamente di un lungo battibecco tra Primo Ordine e Resistenza.
Arrivo abbastanza in ritardo sulla visione, considerando che è uscito nel 2015 e nel frattempo nei cinema c’è già Star Wars : Gli ultimi Jedi, il secondo dei sequel, capitolo VIII nella cronologia della storia.
Ai tempi dell’uscita di questo capitolo VII avevo sentito solo due opinioni in proposito di questo film: la prima era quella di una persona che, a mio modesto parere, non ha mai capito un cazzo di niente (il suo metro di giudizio non è mai stata la qualità ma la notorietà, ed è il genere di logica che può portarti a pensare che Francesco Gabbani sia meglio di Leonard Coen perché tutto “quello che vende tanto” è sicuramente migliore) che ne parlava in toni positivi e il secondo era quello di Leo Ortolani, più sensato e caldamente consigliato (che peraltro ha fatto uscire la recensione su “Gli ultimi Jedi” che, se va bene, vedrò nel 2019).
Va bene, possiamo pure raccontarci che ci sono tanti riferimenti alla trilogia tradizionale, che si cerca di recuperare la stessa epica narrativa (riprendendo diverso spunti), che non si può ignorare l’immaginario creato da questa sequenza di film e che, bene o male, bisogna confrontarsi con essa e vederlo almeno una volta, ma la sensazione è veramente che la totale mancanza di idee abbia fatto da padrona per tutta la durata del film.
Non succede praticamente niente che non sia la ricerca della mappa, trascinata avanti con vari pretesti, loffi colpi di scena e personaggi privi di un qualunque carisma. Kylo Ren sembra più isterico che temibile (considerata anche la quantità di randellate che prende), non solo non può neanche vagamente competere con Darth Fener, confermando che una maschera estrosa non basta a renderti iconico, ma riesce persino a far rimpiangere Darth Maul, che già era una pippa di suo ma almeno aveva una certa presenza scenica magnetica. In questo, Leo Ortolani ha totalmente ragione a chiamare
Kylo Ren “il frignetta”. Il Leader supremo Snoke fa delle apparizioni talmente brevi ed insignificanti da essere completamente inqualificabile e in generale il resto scorre inutile e scontato nella migliore tradizione dell’intrattenimento d’azione con poca fantasia.
Ed è abbastanza una sofferenza perché dopo aver creato un universo strepitoso con i primi tre (diventati poi IV – V – VI) il resto è diventato la ripetizione trita e ritrita della stessa pappa in salsa commerciale che ogni volta, lascia con l’amaro in bocca. Ogni nuovo capitolo ha immancabilmente il sapore dell’occasione mancata rispetto agli intramontabili film degli anni ’80 verso cui non si può non provare una certa nostalgia.
Speriamo che sappiano riempire questo vuoto di idee e di sostanza nei successivi seguiti senza che vengano percepiti come un superfluo non richiesto.
Anche perché, se la forza si è risvegliata, qui non se n’è accorto nessuno.
Cast tutto sullo stesso livello che non eccelle per brillantezza e non si distingue per qualche performance in particolare. Harrison Ford è invecchiato e imbolsito, seppur la cosa sia perfettamente coerente con il ruolo, e con qualche piacevole guizzo d’ironia, Carrie Fisher sembra piuttosto solida, seppur anche lei invecchiata, mentre tutti gli altri viaggiano piuttosto sulla via dell’anonimato. Vagamente più bravo degli altri sembra, nonostante la mollezza del suo personaggio, Adam Driver che riesce comunque a costruire un Kylo Ren sufficientemente tormentato e sfaccettato da non risultare totalmente piatto e insignificante.
I miti non tramontano mai ed entrano nella leggenda solo se sanno fermarsi al momento giusto prima di distruggere sé stessi e coprirsi di ridicolo.
Detto questo: le spade laser sono sempre e comunque fighissime e sospetto che, senza quelle, ci sarebbero meno della metà dei fan di Star Wars.
Ma ci sarebbe sempre Darth Fener.
Giudizio in minuti di sonno: Incredibilmente sveglio per tutto il tempo e felice di vedere finalmente un po’ di sana azione senza troppi pipponi mentali, credo addirittura al primo tentativo di visione, che io sappia. Certo, ha sicuramente aiutato il fatto di averlo visto il pomeriggio della domenica della vigilia, dopo essermi alzato dal letto alle 11:00. La prima volta negli ultimi due o tre anni, almeno. Per una volta, riposato e non stravolto.