Sostiene Pereira – Antonio Tabucchi

Dopo essersi occupato per oltre trentanni di cronaca nera, Pereira è diventato il direttore responsabile della pagina culturale del “Lisboa”, nonché l’unico curatore. Vedovo, vive in un appartamento da solo, nel ricordo della moglie morte di cui conserva un ritratto per mantenerne viva la memoria e per poter parlare con lei (..Bedelia? Chissà se Leo Ortolani ha preso da qua l’idea per Venerdì 12..) di tanto in tanto. Un giorno legge in una rivista un articolo sul tema della morte e decide di proporre un ingaggio all’autore, tale Monteiro Rossi, un giovane molto vicino agli ambienti di sinistra. Ma siamo nel 1938 e in Portogallo c’è al potere il dittatore di destra António de Oliveira Salazar. Pereira propone al ragazzo di scrivere alcuni “coccodrilli” letterari su una serie di scrittori, in modo da poterli prontamente pubblicare al momentosostiene pereira della loro morte. L’impegno politico di Monteiro Rossi tuttavia traspare con evidenza in ognuno dei pezzi che invia a Pereira, il quale li trova per questo motivo impubblicabili. Eppure, nonostante questo, li custodisce in una cartella a parte e continua a pagare il giovane per i suoi lavori, iniziando un rapporto di amicizia che lo porterà oltre le barricate che aveva eretto tra sé stesso e il mondo.

Personalmente il mio primo incontro con Tabucchi risale a quando avevo 15-16 anni.

Lessi Il gioco del rovescio come compito al liceo e dovetti arrivare a metà libro prima di accorgermi che non era un romanzo ma una raccolta di racconti. Lo abbandonai e passai a Coelho (credo). Ora posso dire con certezza che non avevo capito un cazzo. Del resto si sa che da giovani non si brilla sempre per acume, così, tanto per giustificarmi.

Ora che ho letto nuovamente questo autore non posso che ricredermi a proposito di una impressione lontana totalmente sbagliata, su cui comunque non ho mai fatto tanto affidamento (altrimenti non avrei preso un altro libro dello stesso autore..).

Sostiene Pereira è un titolo che ho sempre collegato in realtà più al film con Matroianni che al romanzo di Tabucchi e di quello mi sembrava di aver capito avesse a che vedere con una ribellione di un uomo contro una tirannia.

E questo in effetti non è poi tanto lontano dal tema principale.

L’altra impressione era che questo Pereira fosse una sorta di politico all’opposizione che cercava il sostegno della popolazione contro una dittatura, una specie di esortazione a non lasciare solo chi combatteva contro gli oppressori.

Nulla di tutto questo (forse).

Sostiene Pereira” è infatti la formula che si ripete lungo tutto lo scritto come ad indicare una versione dei fatti fornita ad un interrogatorio, la personale visione di un episodio in un momento storico in cui esistono le verità ufficiali e le verità da nascondere, nella consapevolezza che la prima non è altro che una grossolana mistificazione. In un mondo in subbuglio e politicamente oppresso, Pereira è un personaggio mediocre, distante ed isolato, che percorre il crinale della propria decadenza personale, fatta di limonate (quelle da bere) e frittate alle erbe, fagocitato dal limbo della quotidianità. Disinteressato ad ogni cosa che non sia la letteratura, vive nella sua torre d’avorio costruita sopra il lutto derivato dalla morte della moglie. L’incontro con Monteiro Rossi è rivelatorio, perché rappresenta l’antitesi della sua stessa essenza e forse è proprio per questo che rimane affascinato dal giovane: quanto Pereira è concentrato sull’idea della morte, sul cattolicesimo, su una vita monotona, tanto Monteiro è pieno di vita, di ideali e di movimento.

Monteiro è un sasso nello stagno dell’esistenza di Pereira.

Crea lentamente piccole increspature concentriche che si allargano mano a mano e diventano sempre più alte ed impetuose quando raggiungono i bordi. Il risultato è una piccola rivoluzione, nell’ottica dei grandi sistemi esterni, ma uno tsunami interiore nell’animo di un uomo.

La ribellione è un fatto dovuto, quando è figlia dell’ingiustizia, del sopruso e della violenza.

Tabucchi, in uno stile pulito, elegante , scorrevole e coinvolgente (se sorvoliamo sulla frase “Secondo me ti fa male, disse Silva, dovresti trovarti una donna che ti facesse compagnia e che ti raleggrasse la vita“, mi auguro dovuta ad un errore di stampa, correzione bozze, svista, refuso o  non so che altro) racconta di un gesto di ribellione che passò inosservato e impunito ai potenti e lo fa con tempistiche e con una forza eccezionali.

Ci parla di un’azione solitaria ed infine isolata, senza quel “sostegno” a cui, magari, il titolo alludeva veramente e che trova la sua ispirazione in un gesto realmente accaduto. La narrazione procede in una somma di dettagli mai casuali ma, al contrario, opportunamente scelti in maniera cosciente. Qualcosa si modifica, poco alla volta, in un crescendo che ci conduce al finale del romanzo in maniera precisa e senza sbavature, con tutta l’inevitabilità e l’emozione che arrivano dirette al lettore. L’uomo mediocre si trasfigura in qualcosa di diverso attraverso un solo gesto esplosivo che esterna una natura insospettabile, del resto, “è difficile avere una convinzione precisa quando si parla delle ragioni del cuore.

Un pensiero su “Sostiene Pereira – Antonio Tabucchi

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Secondo me....

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