Il cotone azzurro mi avvolge nel sonno estivo.
L’aria inizia a mancarmi mentre sento stringere le gambe.
Le lenzuola premono al petto e mi schiacciano la faccia. Sono immobilizzato. Sembrano una moltitudine di mani che mi afferrano da ogni parte. Avvolto in quelle spire non respiro, soffoco. I polmoni ingordi di ossigeno aumentano il ritmo e vanno in affanno.
La gola è stritolata da una ferrea morsa che annoda l’esofago come un cappio.
Mi sveglio dall’incubo aggrappandomi disperatamente al mio respiro.
E’ mattina.
Una strana luce diffusa volteggia intorno ai miei occhi.
La mia stanza da letto non è più come l’avevo lasciata prima di andare a dormire.
Non è nemmeno la mia camera.
Le lenzuola sono viola. Il pavimento è viola. Le pareti e il soffitto sono viola.
Mi guardo intorno e ogni cosa in quella stanza è interamente viola.
Il letto, il cassettone, il comodino, l’armadio: sono tutti viola.
Anche lo specchio è viola.
Il vetro della finestra è viola.
Trasparente, ma viola.
La finestra!
Mi alzo in piedi per sbirciare all’esterno ma non vedo nulla di quello che ho visto negli ultimi trentanni della mia vita. Fuori ci sono solo distese infinite a costituire una piana irreale, viola, che arrivano fino all’orizzonte, viola. Qui si mescola al cielo e alle nuvole, sempre viola.
Posso distinguere la terra solo per le screziature create dai solchi dell’aratura, viola, dai fiori, viola, dalle case, viola, e dalle coltivazioni, viola.
Viola su viola.
Guardo in basso.
Mi trovo sulla sommità di un grattacielo.
Non riconosco questo paesaggio. Dove mi trovo?
Preso dal panico mi catapulto sulla porta, viola, ma non riesco ad aprirla.
E’ chiusa a chiave dall’esterno.
Provo a tirare la maniglia, viola, sbattendola con forza ma la porta, quasi fosse saldata alle pareti, non si muove di un millimetro, .
Ed è a questo punto che lo sguardo cade con orrore sulle mie mani.
La mia pelle è diventata viola!
IO – sono – diventato – TUTTO – viola.
Grido fino a lesionarmi le corde vocali ma nessuno accorre.
Sputo sangue.
Viola.
In preda alla disperazione e alla rabbia inizio a ribaltare i mobili, spacco lo specchio e strappo i poster di carta appesi alle pareti.
Rappresentano linee perfettamente geometriche, simmetriche, regolari, su sfondo viola.
Ogni volta in cui ne strappo uno ne trovo sotto un altro, perfettamente identico al precedente. Per questo motivo l’immagine si completa perfettamente ed è come non aver fatto nulla.
Provo a sfondare la finestra ma riesco solo a distruggere la sedia, viola.
Grido nuovamente, folle, strappandomi i capelli, viola, fino a rimanere definitivamente senza voce.
La stanza inizia a farsi sempre più piccola. Le pareti premono su di me mangiando spazio al soffitto e al pavimento.
Mi lascio cadere a terra.
Singhiozzo.
Non voglio vedere il colore delle mie lacrime.
Per quanto tempo dovrò sopportare di stare chiuso qua dentro?
… Il mio ritorno al lavoro.
Ma poi? Sedia 💺 distrutta e…
Incoraggiante…
Mi stai chiedendo se ha lasciato il disordine? 🙂
No, se poi ha ripulito il pavimento con una aspirapolvere (la sedia 💺 avrà lasciato schegge) 😜
ahahah! 😀
Scherzi a parte, dimmi.. 🙂 Mi stai chiedendo se riesce ad uscire alla fine?