La donna dall’altra parte del vetro lo guardò con indifferenza e poi fece scivolare sotto la feritoia il resto in monete insieme al biglietto.
Nemmeno si salutarono.
L’uomo si aggiustò la cravatta con eleganza dopodiché scese nel sottopassaggio. Le pareti erano coperte di scritte indecifrabili in cui svettava di prepotenza la frase “l’amore è una cozza lessa” a coprire parzialmente una citazione di Rodolfo Walsh. Qualcuno aveva defecato in un angolo e poi aveva allegramente decorato il tutto con una decina di cucchiaini in plastica presi dalla macchinetta del caffè. Il successivo tentativo di coprire l’opera con alcune pagine pubblicitarie era stato vanificato da una folata di vento che le fece volare via fino a sfiorare le gambe di un passante.
Il treno era fermo sul binario 8.
Le porte scorrevoli erano ancora tutte chiuse ad eccezione della prima e dell’ultima, le uniche funzionanti. I pendolari innervositi si…. Continua a leggere su Zest – Letteratura Sostenibile
Strano… a regola sarebbe molto normale, succede spesso questo così come è descritto, ma da un lato chissà perché mi ha dato la vaga impressione che fra i due ci fosse del sottilissimo risentimento. Ah, ma forse lei era nervosa quella mattina… ma forse siamo noi – nella fattispecie me – che a volte nelle cose ci vogliamo mettere del nostro 😀
Beh, nella realtà c’è sempre molto di più di quanto non si veda.. 😉
Vero anche questo 😀 a svolgere queste poche righe potrebbe emergere di tutto