A Città del Messico James Bond uccide tale Marco Scirra su volere postumo di M (Judi Dench) e al suo ritorno in patria viene per questo sospeso dal servizio dal nuovo M (Ralph Fiennes) il quale non gradisce la sua iniziativa indipendente e lo fa mettere sotto controllo tramite chip impiantato da Q (Ben Wishaw). Nonostante questo, come da indicazioni del precedente M, Bond si reca a Roma per assistere ai funerali dell’uomo che ha ucciso allo scopo di entrare in contatto con i membri dell’organizzazione criminale di cui questi faceva parte e nel cui capo riconosce Franz Oberhauser (Christoph Waltz) un personaggio legato all’agente segreto che..e da qui in poi è meglio guardare il film.
C’è qualcosa di incostante negli 007 interpretati da Daniel Craig (che pure apprezzo parecchio) perché inspiegabilmente funzionano in maniera alternata. Dopo l’ottima partenza con Casino Royale c’è stato il capitombolo di Quantum of Solace, la cui inconsistenza e inutilità rimangono negli annali, per poi risollevarsi bellamente con Skyfall e ridiscendere nuovamente con Spectre seguendo il tipico movimento da montagne russe. Se da una parte viene da pensare che il miglioramento fosse dovuto al passaggio di consegne alla regia, dall’inetto Marc Fosters al comunque incostante Sam Mendes, con Spectre trova conferma la legge dei film a qualità alterna, uno buono e uno mediocre, poiché il regista è lo stesso in due film consecutivi ma il risultato finale in questo caso si dimostra parecchio sottotono. Qualcosa in generale non sembra andare nella direzione giusta e questo nonostante una virata leggermente ironica, da sempre marchio di fabbrica dall’agente segreto, per smarcarsi dalla cupa drammaticità introdotta con Skyfall. Difficile dire realmente cosa non funzioni perché gli elementi sono sempre i soliti e tipici di questa serie di film e, tutto sommato, sviluppati in maniera dignitosa, eppure sembra che manchi la consistenza per dare spessore ad un corpo che sembra sofferente e zoppicante per la mancanza di un qualunque elemento innovativo e di sorpresa o che elevi una storia senza infamia e senza lode. C’è tanta, tanta, troppa azione e dall’universo di James Bond è anche lecito aspettarsi una qualità maggiore in termini di personalità cinematografica.
La vera occasione sprecata sembra essere quella di non aver veramente sfruttato a fondo il cast di interpreti azzeccatissimi ma pesantemente fiacchini. Christoph Waltz è solitamente parecchio efficace eppure il suo cattivo è piuttosto insipido ed insignificante pur avendo la parte dell’avversario per antonomasia del James Bond cinematografico, il cui ruolo fu precedentemente ricoperto da Donald Pleasence e Max Von Sydow (mica una pippa). Paragonato al Raoul Silva di Javier Bardem e al Le Cifre di Mads Mikkelsen delude quanto vedere Darth Maul dopo Darth Vader e non sembra essere troppo lontano dal dimenticabile Dominic Greene di Mathieu Amalric, temibile quanto uno scatola di cereali Cheerios al mattino (sempre a conferma della tendenza all’alternanza), seppur posizionato parecchie spanne sopra. Non basta
una cicatrice a rendere figo, ma forse è un problema di aspettative troppo alte. Comunque, alla fine, Daniel Craig è sempre apprezzabile nel ruolo, visto che i vuoti maggiori sono forse più nella sceneggiatura, allo stesso modo di Ralph Fiennes. La bond girl Léa Seydoux si attesta ad un livello molto alto di qualità a differenza di Monica Bellucci che, pur in un ruolo secondario, sembra piuttosto spaesata e fuori luogo. Nel ruolo dello scagnozzo di turno invece c’è il wrestler Dave Bautista che, non parlando, riesce a non rovinare la sua partecipazione. Così, tanto per dire.
Dopo Skyfall la regia di Mendes faceva ben sperare in una crescita e invece pare ci sia stata una leggera regressione verso il basso che, ad ogni modo, riesce ancora a conservare una maggiore dignità di Quantum of Solace, il che è senza dubbio un pregio .
Nonostante tutto, da vedere come tutti i film di 007, per definizione, per classicismo intramontabile.
Giudizio in minuti di sonno: L’ho iniziato due volte senza arrivare nemmeno alla fine della scena iniziale, al terzo tentativo riesco a resistere mezzora prima di crollare. La sera evidentemente non era il mio momento e ci ho riprovato con la luce del giorno ma dopo aver fatto nottata lunga. Ne consegue che mi addormento una decina di minuti verso metà film senza perdere niente di significativo.
Non sono sicura che il problema dei Bond scadenti sia da attribuire all’attore. Per il passato ti direi di sì, ho adorato tutta la serie Connery, avrei fatto tranquillamente a meno di tutti gli altri dal più famoso Moore al misconosciuto Lazemby. Brosnan era meglio fosse rimasto a Mai dire si, Dalton n.c.
La coppia Craig/Dench mi aveva piacevolmente convinto, l’unica secondo me all’altezza del passato.
Il problema forse risiede nel voler continuare a riproporre un personaggio che in realtà non dovrebbe esistere più da tempo, e inventare sopra delle trame convincenti. Forse dovremmo solo prendere atto che non c’è più e smettere, e non continuare a ricamarci sopra come già è stato fatto nel mondo dei fumetti con Dylan Dog quando è uscito di scena Sclavi o Diabolik con le Giussani.
Infatti non è quello che ho scritto. Parlo “degli 007 interpretati da Daniel Craig” per indicare una precisa sequenza di film (è lui la costante), non per attribuirgli delle responsabilità che per me sono comunque, come dico dopo, più che altro del regista. L’attore è responsabile della sua interpretazione e a me Daniel Craig piace molto.
Sul resto concordo perché sicuramente sono personaggi che hanno perso lo smalto iniziale ma è anche vero che dopo un po’ il lettore (o lo spettatore) finisce per abituarsi e ci si ritrova nel vicolo cieco de “il cambiamento radicale infastidisce e stare sullo stesso binario annoia” e credo capiti indipendentemente dall’uscita di scena del creatore che, per quanto geniale possa essere, prima o poi esaurirà le idee e la fantasia.
E’ un dato di fatto che giustamente coinvolge questi personaggi seriali allo stesso modo di 007.
Dylan Dog ormai mi annoia però continuo a leggerlo perché ci sono affezionato allo stesso modo di 007 che guardo sempre con piacere..semplicemente a volte va sopra la media, altre volte va sotto e più che constatarlo non si può fare, almeno fino a quando non gli faranno fare qualcosa di obbrobrioso.. tipo gli alieni per Indiana Jones!!! 😀