Quando Padre Fabijan (Kresimir Mikic) giunge su di una sperduta isola sulle coste della Dalmazia realizza che da anni ormai in quel luogo non nascono più bambini. Attribuisce il fenomeno all’uso dei preservativi di cui un parrocchiano ammette la vendita durante la confessone, poiché vive la questione con molta colpa essendo notoriamente condannati dalla chiesa. Facendo leva sulla sua fede, il giovane prete lo convinve a portare tutti i preservativi da lui per poterli bucare uno ad uno, in modo che tutte le gravidanze passino esclusivamente “sotto il volere di dio”.. Apparentemente il trucco non porta a nulla e questo perché..da qui in poi è meglio guardare il film.
Originalissimo film croato che parte da spunti di commedia leggera caratterizzata da brillanti guizzi ironici e velate critiche religiose con virate frequenti verso il dramma, piacevole e girato con pochi mezzi ma con l’ausilio di buone idee. Il pretesto di partenza è l’eccessivo zelo religioso del protagonista Padre Fabijan che nell’arrogante impeto che spinge certe persone a decidere per la vita degli altri (come se il senso morale fosse necessariamente uno solo) inizia a bucare tutti i preservativi in vendita nell’isola, perché ovviamente l’uso di anticoncezionali è bandito dalla religione, per giungere poi a conseguenze (im)prevedibili quando si va a interferire con le decisioni altrui a loro insaputa. A parte il fastidio di un gesto simile protratto da chi si erge ad un ruolo decisionale nelle vite degli altri che non gli competono, le conseguenze che il prete dovrà pagare saranno carissime e non ricadranno direttamente su di lui ma sulla sua coscienza oltre che, ovviamente, sui malcapitati delle gravidanze indesiderate a cui creeranno più problemi che gioie. Il presentarsi di situazioni estreme in cui un nascituro non voluto non può che sconvolgere precari equilibri manderà in piena crisi le sue convinzioni e dovrà un attimo rivedere i suoi pensieri e le sue responsabilità sul giudizio di azioni che vorrebbero essere rivolte al divino ma che, in questo modo, finiscono per perdere il contatto con la realtà e con una dimensione umana, di gran lunga più misericordiosa di chi sbava di parole di cui non è degno dai pulpiti in cui è permesso lanciare moniti a vanvera.
Film tutto sommato leggero e superficiale nelle critiche ma molto ben equilibrato nell’ironia di affrontare un campo di riflessione in cui spesso ortodossia e fanatismo fanno da padrone senza essere scevro da momenti più toccanti (sulla carta almeno). Buone le critiche e le trovate, divertenti alcuni sketch ma nel complesso senza raggiungere particolari picchi di eccellenza. Si tratta di un buon film poco pubblicizzato e tutto sommato di nicchia all’interno di un contesto cinematografico, quello della ex Jugoslavia, non particolarmente noto. Nel senso, non ricordo di aver mai sentito osannare con molta foga un film o un registra croato come invece, per esempio, si è sentito straparlare negli anni ’90 in particolare del bosniaco naturalizzato serbo Emir Kusturica o del meno noto regista serbo Danis Tanovic, tuttora in attività (a differenza di Kusturica fermo dal 2008), che vinse l’Oscar per il miglior film straniero nel 2001 con No man’s land (da vedere).
L’inventiva c’è, la sceneggiatura funziona e regge bene, l’originalità anche. Tuttavia c’è qualcosa che manca per renderlo un film indimenticabile e non una curiosità come finisce per essere. Divertente e inusuale, apre tante riflessioni ma non ne risolve nessuna e non ha abbastanza coraggio per andare a fondo. Nonostante questo, pregevole.
Da vedere per addentrarsi in territori inesplorati e per vedere un film diverso, infilato, che non faccia parte della solita sequela di film inflazionati.
Giudizio in minuti di sonno : I tentativi di vedere questo film si distribuiscono in tre sere differenti e quello buono è stato il quinto. Al primo e al secondo tentativo non arrivo nemmeno alla fine dei titoli di testa ma in compenso mi sveglio a metà senza capire nulla di quello che stava succedendo e mi riaddormento praticamente subito. Il tentativo buono in realtà è risultato, nella stessa sera, quello iniziato al termine di un pisolino di tre ore dopo il quale parte appunto la quinta visione all’una di notte e, fresco di riposo appena fatto, riesco a vederlo finalmente dall’inizio alla fine.