Perfetti Sconosciuti – Paolo Genovese

Eva (Kasia Smutniak) e Rocco (Marco Giallini) sono una coppia in crisi che organizza una cena con amici; gli invitati sono: Lele (Valerio Mastandrea) e Carlotta (Anna Foglietta), un’altra coppia in aria di crisi, Cosimo (Edoardo Leo) e Bianca (Alba Rohrwacher), una coppia di neosposini, e Peppe (Giuseppe Battiston) che da poco ha iniziato una nuova relazione con Lucilla. Durante la cena, in un clima di sfottò tra amici, Eva propone per gioco di mettere i cellulari sopra la tavola e condividere da quel momento in poi tutte le comunicazioni mail, messaggistiche e le telefonate ricevute sul cellulare. In seguito ai tentennamenti più o meno celati di alcuni, l’insistenza si fa grande fino a che tutti  non accettano di rendere pubblica la propria vita svelando…e da qui in poi è meglio52628 guardare il film.

Vincitore ai David di Donatello 2016 come miglior film, sorpassando imprevedibilmente concorrenti eccellenti come Paolo Sorrentino e Matteo Garrone, Perfetti Sconosciuti è a metà tra commedia e dramma senza essere propriamente definibile come “un’opera di grande cinema”. Questo non significa che vada sottovalutato, anzi, riserva diverse sorprese pur avendo uno svolgimento, sulla carta, piuttosto prevedibile (quanti colpi di scena si possono inventare che non siano tradimenti?) ed una buona regia ma che di certo non fa gridare al capolavoro. L’inizio film è piuttosto lento a decollare ma non c’è nulla da obiettare in quanto trattandosi di una cena sarebbe piuttosto sciocco pretendere di entrare nel vivo dopo meno di 20 minuti, quindi si deve accettare l’ottica di sopportare il breve trampolino di lancio per poi ritrovarsi assorbiti da dialoghi scritti in maniera magistrale, fluida, senza cadute di tono e sempre al limite dell’indecifrabilità, all’interno di una commedia che sfuma nel dramma, e viceversa, con capovolgimenti inaspettati anche se non scevra da qualcuno al limite del telefonato.

Il materiale è decisamente molto buono, non avendo ancora visto gli altri concorrenti alindex David non so se fosse realmente da premio, ma sicuramente può vantare un buon livello registico (senza particolari guizzi creativi e di originalità) e di sviluppo partendo da quello che è un pretesto piuttosto semplice: quanto veramente conosciamo delle persone che ci stanno accanto e quanto il cellulare sia realmente qualcosa di invasivo nella nostra vita poiché veicola la possibilità di celare e occultare una quantità di informazioni essenziali per avere un quadro più completo della persona che si ha accanto. In fin dei conti il cellulare ci permette, attraverso social e app, di avere un piccola finestra privata con cui comunicare con il mondo e attraverso cui nasconderci dalle persone con cui quotidianamente ci relazioniamo. Curiosamente i primi aspetti a cui viene da pensare sono ovviamente quelli negativi, perché inevitabilmente quello che si vuole nimagesascondere è sempre l’infamata alle spalle di qualcuno, ma a volte possono anche spuntare fatti positivi, che troppo presi dal nostro punto di vista, non sempre siamo in grado di cogliere.  Veramente siamo sicuri di chi c’è di fianco a noi? Nel caso, ci sarebbe veramente da indignarsi? Forse la normalità (intesa come atteggiamento con la maggior frequenza) è esattamente quella, un’apparenza formale dietro cui si maschera un sommerso impresentabile ma siamo tutti d’accordo, una specie di implicito patto sociale la cui rottura causerebbe la scontentezza quasi di chiunque, e quindi pare vada bene così.

Il vero punto di forza di questo film è però non solo sceneggiatura veramente ben scritta ma anche gli interpreti decisamente affiatati e tutti estremamente credibili nei loro personaggi. imagesfBravissimo Marco Giallini che agli esordi da attore era legato a ruoli più da duro come in L’anno prossimo vado a letto alle dieci o in L’odore della notte (dello stesso Claudio Caligari recentemente scomparso il cui ultimo film Non essere cattivo era candidato per lo stesso premio vinto poi da Perfetti sconociuti), ma anche nel più recente ACAB, perché dimostra di cavarsela egregiamente anche nelle commedie verso cui, ultimamente, pare dirigersi con maggiore frequenza e che gli risultano molto consone e calzanti. A pari merito, Valerio Mastandrea che rimane sempre legato alle sue intepretazioni flemmatiche e malinconiche ormai diventate il suo marchio di fabbrica che, seppur sempre gradevoli, lo rendono oggettivamente meno versatile di Giallini e Giuseppe Battiston che, visibilmente dimagrito regala sempre interpretazioni pregevoli. Kasia Smutniak è decisamente credibile nella parte della psicoanalista spaccamaroni dimostrando inaspettate capacità recitative (ma può anche dipendere dal fatto che il suo personaggio è, alla fine, quello che parla meno). Migliori sono Alba Rohrwacher nel ruolo della candida neosposina e Anna Foglietta che, tra le interpreti femminili, forse è la migliore. Edoardo Leo è in media con tutto il cast ma non brilla particolarmente e risulta più piatto e meno sfaccettato degli altri.imagesd

A mio avviso c’è un solo neo nel finale (che non spoilero!): la sensazione è quella di aver usato una soluzione posticcia e di comodo per tirare le fila di tutta la carne che viene messa al fuoco cercando una risoluzione non proprio buonista ma forse meno drammatica. Può piacere e può non piacere. A me non è piaciuta.

Non siamo in territorio di capolavoro indimenticabile ma siamo in pieno dentro quel filone di film italiani di buona qualità che finiscono inspiegabilmente per essere trascurati e per non ricevere attenzione perché le sale sono tutte occupate da cinepattoni, cazzate hollywoodiane e film da botteghino.

Detto questo non sono sicuro che meritasse un David di Donatello ma vabbè..

Giudizio in minuti di sonno: Sveglissimo dall’inizio alla fine e piuttosto divertito. Inevitabilmente non avrei potuto dormire perché mi trovavo al cinema, vista la difficoltà a reperire il film con altre vie traverse.

2 pensieri su “Perfetti Sconosciuti – Paolo Genovese

  1. a me e` sembrato un film mediocre e penosamente provinciale.

    una storia simile e` pensabile solamente in un paese ipocrita (cioe` cattolico) come l’Italia.

    ecco un film che potrebbe circolare all’estero soltanto come documentario sulla strana cultura italiana…

    ciao!

    • Ciao Borto,

      per quanto mi riguarda forse non avrei assegnato un premio ad un film simile, avendo ben chiaro il livello di Garrone e Sorrentino (e anche di premiati precedenti) però i dialoghi li ho trovati comunque ben scritti e, a suo modo, un film piacevole.
      Non siamo in odore di capolavoro ma in quel filone di film che, per me, sono tutto sommato dignitosi ( tipo Tutti giù per terra, Non pensarci, Santa Maradona, Smetto quando voglio, Ovosodo, Generazione 1000 Euro e simili..) se consideri che le sale si riempono per i cinepanettoni..
      Se cerchi un alto profilo non guardi un film di questo genere ma lo usi come intrattenimento e limitatamente a questo va bene..

Secondo me....

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