Un bagliore nel buio

Le illuminazioni arrivano all’improvviso.

Intuizione, insight, epifania che dir si voglia, l’idea è più o meno sempre quella.

Durante un ragguardevole viaggio di ritorno a notte inoltrata me ne stavo alla guida della mia autovettura immerso nei miei pensieri ed in particolare ad elucubrare in proposito di questo passaggio degli Eroici Furori :Desideriamo il bello e buono; ma il vedere non è bello né buono, anzi più tosto quello è paragone o luce per cui veggiamo non solamente il bello e il buono, ma anco il rio e brutto. Però mi pare ch’il vedere tanto può essere bello o buono, quanto la vista può esser bianco o nero: se dunque la vista (la quale è atto) non è bello né buono, come può cadere in desiderio?” e su tutte le sue possibili conseguenze gnoseologiche, quando la risposta al quesito immediata arriva sotto forma di un bagliore improvviso, roboante, potente, inevitabile in tutta la sia chiarezza fino a rischiarare a giorno la direzione della strada che stavo percorrendo accompagnato con un bicchierino di cognac da intellettuale bohémien e una buona aria di musica classica…

Ok. La smetto con le cazzate, la realtà è sempre molto diversa dalla narrazione.

Ero uscito di casa poco prima delle otto di mattina, ho preso un tram e una metro in una città diversa da quella in cui risiedo (in cui ero andato il giorno precedente facendo il percorso inverso auto, treno, metro, tram), ho guidato per tre ore verso un’altra città ancora, ho lavorato (giornata comunque non particolarmente faticosa), mi sono fatto le stesse tre ore per ritornare al punto di partenza (come passeggero questa volta), ho preso un treno per un’ora e mezzo di viaggio, ho camminato mezzora all’una di notte per raggiungere la macchina e finalmente  mi aspettava l’ultima mezzora per arrivare al mio letto, dopo le due. Tutto ciò per rendere chiaro quanta voglia avessi di tornare a casa e quanta poca concentrazione ci fosse invece nella mia testa. Credo sia proprio per questo motivo se mentre guidavo a pilota automatico e cervello spento, con il sottofondo praticamente inascoltato dei Motörhead, sia stato preso alla sprovvista da un’improvvisa illuminazione.

Quella di un fottuto Velox.

Braccato e consapevole, nell’arco di pochi secondi esploro le speranze più assurde: “era un lampeggiante a bordo della strada“,” non ero io, era un’altra macchina“, “sarà stato un contatto nei circuiti di quell’aggeggio“, “avranno ruotato subdolamente il velox per prendermi in un margine di strada minore tra lui e il cartello di limite in modo da non permettermi di rallentare in tempo” e così via proseguendo con ipotesi sempre più fantasiose al limite della fantascienza e del complottistico, incurante del fatto che non c’erano lavori in corso e che su quella strada in aperta campagna c’ero solo io. E due lepri. Non solo. In un pieno delirio di onnipotenza da stanchezza mi vedo ad andare protestare di fronte ad un fantomatico giudice come un eroico Perry Mason (più realisticamente al massimo potrei essere un Vincenzo La guardia Gambini) che combatte contro un’opprimente stato di polizia, in quanto vittima di soprusi indicibili, il quale riesce miracolosamente ad attaccarsi a qualche piccolo cavillo fino a fare si che giustizia sia fatta grazie a sollevazioni popolari, indignazione generale, opinione pubblica mobilitata in una serie di manifestazioni, proteste e sit-in.

La realtà è che sono incazzato come una biscia perché so di avere torto.

Non solo perché distrattamente ho superato di qualche chilometro appena il limite consentito (evidentemente, ma spero di poco) ma anche perché quella cazzo di strada la faccio una media di 4 volte alla settimana quindi so benissimo dove è stato messo quel maledetto velox fisso! Era qualcosa che avrei tranquillamente potuto evitare, il che mi manda in bestia perché ormai di fronte alle spese ho sempre in mente il discorso di Mujica sul valore del denaro in tempo di vita.

Allora ho iniziato a calcolare quante giornate di vita mi costerà questa cazzata … “leggerezza”.

E mi é venuto il nervoso.

Ma non ho nessuno con cui prendermela, a parte me stesso, perché non voglio fare come chi chiede rigidità sugli altri per poi chiedere elasticità su di sé e quindi non mi resta che aspettare la multa sperando che non sia troppo salata.

Cazzo.

Oppure sperare che realmente ci fosse qualche vizio di forma, che qualcuno si impietosisca, che il velox abbia solo flashato senza scattare foto, che il rullino fosse finito, che il riflesso della carrozzeria abbia abbagliato l’obiettivo, che le due lepri in corsa si siano interposte tra la mia targa ed il velox nell’esatto momento in cui quello scattava…

P. S.

Giusto per la cronaca, gli Eroici Furori lo sto leggendo sul serio ma, vuoi che nei libri di filosofia perdo facilmente il filo dei ragionamenti dopo una riga, vuoi che è stato pubblicato nel 1585 con fraseggi che trovo leggerissimamente retorici e pieno di rimandi elaborati, il risultato è che non ci sto capendo veramente un cazzo.

La risposta al quesito, comunque, è questa : “Se non per sé, certamente per altro è desiderata, essendo che l’apprension di quell’altro senza lei non si faccia.” ed è tratta dal Quarto Dialogo della Prima parte.

Ma dopo averlo scritto l’ho già dimenticato, la multa invece è ancora nella mia testa a ricordami quanto tempo della mia vita abbia buttato via per nulla..

6 pensieri su “Un bagliore nel buio

    • Ecco.. 😀

      Speriamo non sia proprio così salata..
      Tra l’altro avevo anche temuto di averne presa una in svizzera con il furgone di lavoro ma pare non sia arrivato niente quindi forse non era per me.. anche perché ho letto che sono implacabili!

  1. A me è capitata una cosa simile, mia sorella mi da le chiavi di casa sua per andargli a prendere una cosa, quindi apro la porta tiro su la zanzariera, prendo l’oggetto e faccio per uscire di casa… ma non ricordavo di non aver alzato abbastanza la zanzariera, così mentre osservo l’oggetto mi incammino e prendo una testata sonora sulla zanzariera. La prima reazione istintiva è stata quella di girarmi di scatto per vedere se c’era qualcuno da incolpare, ma ero da solo, e non potevo esser stato che io. Mi sono sentito nell’ordine un coglione per ciò che era accaduto e subito dopo una merda per aver cercato di dare la colpa ad altri. E poi ero anche un tantino nervosetto per il dolore in testa. Ma è stata solo colpa mia…

Secondo me....

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