Eggsy (Taron Egerton) è un giovane adolescente talentuoso costretto in una situazione familiare difficile tra la disoccupazione e le violente frequentazioni della madre rimasta vedova quando lui era piccolo. Harry Hart (Colin Firth) è un agente segreto a cui il padre di Eggsy salvò la vita durante un’operazione di guerra in medioriente e che, sentendosi per questo motivo in debito, decide di addestrare Eggsy affinché entri nell’organizzazione chiamata Kingsman di cui lui stesso fa parte, come sostituto di un agente morto a causa del folle miliardario Richard Valentine (Samuel L. Jackson) il quale.. e da qui in poi è meglio guardare il film.
Un film che inizi con titoli di testa sulle note dell’assolo di Money for Nothing dei Dire Straits non può che avere da subito tutta la mia attenzione (mi era capitato anche con Shoot’em up ma l’aggressiva colonna sonora non era bastata a farmi gradire un film che definire “di merda” sarebbe riduttivo). Kingsman è una pellicola tratta dal fumetto di Mark Millar “The secret service” in cui il regista Matthew Vaughn è accreditato come coautore il che l’ha resa, si suppone, un progetto piuttosto personale. La trama non è nulla di particolarmente originale, c’è il solito sbandato superintelligente che viene preso sotto l’ala giusta e che si può riscattare dimostrando quello che vale realmente. Su due piedi possono venire in mente Men in Black, La recluta, Training Day (ma l’elenco potrebbe essere infinito), anche se con sfumature e colori molto diversi non sempre perfettamente paragonabili, ma la sostanza non cambia perché lo svolgimento è già scritto dopo 5 minuti di visione, prevedibile in ogni singola mossa come una partita già giocata migliaia di volte. Accettato questo assioma, si può proseguire con serenità nella visione di un film per cui non si pagherebbe un biglietto per il cinema ma che sicuramente si lascia vedere con piacere in una serata da “spengo il cervello, non penso e mi diverto”. Alcune trovate sono realmente divertenti (la rissa nel pub, alcuni dialoghi) e gli attori risultano seriamente credibili anche di fronte ad una serie di caratterizzazioni parodistiche e al limite della macchietta. Colin Firth è irresistibile quanto carismatico ed è il pilastro di tutto il film, Taron Egerton è migliorabile, Michael Caine è sempre godibile, Samuel L. Jackson è tol
lerabile nonostante la zeppola (nella versione originale) e la mise da rapper secchione, Mark Strong è accettabile nonostante si sia distinto molto più in altri ruoli (come quello di Blackwood in Sherlock Holmes) mentre Mark Hamill è irriconoscibile per chi lo ricorda solo nel ruolo di Luke Skywalker. Sofia Boutella nel ruolo di Gazelle è squisitamente magnetica quanto letale. Difficilmente lo si potrà annoverare tra i film rivelazione ma senza dubbio tra quelli che, a loro modo, risultano divertenti e piacevoli da vedere nei momenti di distrazione, privi di sforzo ed impegno.
Matthew Vaughn ha collaborato come produttore di alcuni film dell’amico Guy Ritchie come Lock and Stock e The Snatch prima di esordire alla regia con l’interessante The Pusher, interpretato da un Daniel Craig in ascesa, che giusto due anni dopo andrà a rivestire i panni dell’agente segreto più famoso del mondo. A seguire dirigerà Stardust, Kick-Ass (tratto dall’omonimo fumetto del già citato Mark Millar), X – Men L’inizio per poi arrivare a Kingsman a quanto pare con una certa incostanza stilistica e con differenze di registri rispetto alla partenza che tuttavia lo rendono comunque un regista dignitoso, seppur senza infamia e senza lode in questo genere di film.
Film tutto sommato gradevole e godibile, a suo modo divertente anche nelle esagerazioni. Senza infamia e senza lode come il regista (essendo creatura sua non avrebbe potuto essere diversamente..) Anche volendo, non è che ci sia poi tanto altro da dire in più oltre a questo.
Giudizio in minuti di sonno: Sveglissimo dall’inizio alla fine e visto incredibilmente al primo tentativo senza la necessità di alcun riavvolgimento.