Questa non è una canzone d’amore – Alessandro Robecchi

Carlo Monterossi è il fortunato creatore televisivo della trasmissione Crazy Love, un programma spazzatura con ascolti record, che un giorno riceve la visita di un uomo intenzionato ad ucciderlo ed infilargli un indice mozzato nel sedere. Sopravvissuto all’incontro letale, Carlo cerca di fare luce sull’accaduto grazie all’aiuto della sua giovane collaboratrice Nadia in una losca vicenda ai limiti dell’assurdo che coinvolge due distinti e ironici killerindex professionisti, una coppia di zingari, maldestri neonazisti, case di produzione pornografiche e altri personaggi singolari.

Primo romanzo con protagonista Carlo Monterossi di cui è stato scritto un seguito quest’anno dal titolo Dove sei stanotte e terzo lavoro in totale di Alessandro Robecchi, giornalista per Il fatto quotidiano e autore televisivo per Maurizio Crozza, Questa non è una canzone d’amore è un noir ironico e tagliente scandito al ritmo delle canzoni di Bob Dylan. Ben scritto, ottima lettura d’intrattenimento, valorizzata egregiamente dall’edizione Sellerio la quale per una qualche ragione non chiara riesce sempre a rendere scorrevole e interessante praticamente qualunque testo, che tuttavia nei capitoli finali perde il mordente iniziale e scende di tono verso una conclusione senza botto esplosivo in cui si limita a chiudere le fila di tutta la carne che viene messa sul fuoco precedentemente senza grandi sorprese. Finale parzialmente deludente perché con tutto il polverone che viene mosso era lecito aspettarsi una qualche svolta imprevista invece,  prossimo alla chiusura, Robecchi si dilunga pure un pochino troppo per alcuni capitoli in eventi superflui e poco significativi nell’economia della narrazione che, tuttavia, bisogna ammettere aggiungono una vaga suspance nel creare voracità da lettore ma rallentano anche un po’ più di quanto si vorrebbe. Di per sé si tratta comunque di particolari di secondario rilievo che costituiscono una vaga imperfezione nel contesto di un libro comunque ben fatto e piacevole seppur troppo lineare, per una lettura di svago senza impegno, ironica, tagliente e comunque molto accattivante.

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