Welcome to Norway

Si sente spesso dire che non bisogna giudicare un libro dalla copertina e questo è essenzialmente vero e ragionevole per una prima impressione. Però quando un evento si ripete con una frequenza maggiore le circostanze in ballo inevitabilmente iniziano a cambiare aspetto. Tutto questo per dire che se due volte su due la stessa compagnia aerea ti perde i bagagli in stiva inizia a ventilarsi il forte sospetto che ci sia una falla di sistema. Specialmente se in una di queste scopri che i bagagli non sono partiti insieme a te, in un secondo tempo sono stati mandati a pasturare a Vienna e finalmente ti raggiungono in ritardo per l’utilizzo che si doveva farne, la mattina stessa del ritorno, 4 ore prima di ritornare a casa. Questo era pressapoco il clima di terrore con cui ci si apprestava ad andare in Norvegia. Ma questa volta è andata bene e la statistica si è spostata a due volte su tre.

L’impatto con la Norvegia è inevitabilmente piacevole di primo acchito. Si è circondati ovunque da alberi e da verde in un silenzio ovattato che ha del surrealDSC_5372e. Si costeggia sempre un fiordo o un lago ovunque si vada, con le loro acque blu e piatte, ferme e immobili per la maggior parte delle volte. Degli specchi tra le montagne. Le strade sono pulite e ben tenute, panoramiche, con pochissime auto a circolare e tutte rispettose dei limiti (quando sono segnati, perché diversamente pare che ognuno faccia un po’ il cazzo che gli pare. Uno si è pure sentito libero di sorpassarmi in una curva a gomito. E non stavo guidando una panda 750 che magari poteva permettere un minimo di visibilità.. Ma del resto lo avrò esasperato poiché creavo code chilometriche che mi avranno reso un temibilissimo flagello delle strade norvegesi ricordato negli anni a venire dalla mitologia norrena..) in particolare nei paesi. La notte può essere in due modi, buia come capita di vederne poche volte per la totale assenza di luce, perché i centri abitati sono esigui (e  disabitati) e non si vede nemDSC_5048meno quella delle finestre (è come viaggiare nella pece), oppure può essere a giorno pieno (sono capitato nel nord a Giugno, ad Harstad [dove si trova la chiesa medievale in pietra più a nord del mondo, tanto per dire che qualcosa c’era], durante il sole a mezzanotte ed è quantomeno bizzarro passeggiare in quelle inusuali condizioni in cui non riesci a capire che ora sia) di una luminosità così intensa da mandare parecchio in confusione. E in effetti mi chiedo che effetto faccia sugli animali, poi ad Harstad vedo un gabbiano che gira costantentemente in tondo e non mi interrogo oltre. La bellezza delle case non è nemmeno da sottolineare o da rimarcare, sono così tipiche da essere uniDSC_5119versalmente riconoscibili, comprese quelle con l’erba sul tetto, usata come isolante, che leggenda metropolitana vuole le capre vadano a brucare. La Norvegia è stupenda da vedere. Dieci giorni forse, e vendendo un rene perché è carissima (un piatto, buono ma non abbondante, viaggia ad una media di 30 euro nei paesini mentre ad Oslo con gli stessi soldi avevamo preso un hamburger con le patatine perché la capitale è ancora più cara. Una busta di tabacco costa 25 euro!), ma di certo non da vivere perché deve essere una rottura di coglioni senza fine se non si sta in un grande centro abitato.

Perché a parte i fiordi e la natura (bellissime, stupende, da lasciarDSC_5462e senza fiato, non lo ripeterò mai abbastanza) non c’è niente. Nemmeno i norvegesi, che essendo cinque milioni circa per un territorio più grande dell’Italia sono abbastanza sparpagliati ed è piuttosto difficile incontrarne uno. Ad essere sinceri neanche gatti norvegesi siamo riusciti a vedere. Quelli probabilmente se ne stanno rintanati nelle foreste. Girare per le piccole cittadine implica quasi sicuramente riuscire a fare foto in cui non ci sia nessuno. Ma proprio nessuno perché pare che oltre ad essere pochi si rintanino in casa a guardare la tv e a bere fino alle 12, quando iniziano ad uscire. Quei pochi. O forse si nascondono tutti nelle foreste insieme ai gatti. Passeggiare dopo le nove, quando per inciso chiudono i ristoranti, è come trovarsi in una città fantasma. Per questo motivo, ci spiegano, il governo investe tantissimo nei servizi, proprio per evitare che le persone se ne vadano visto che, a detta degli stessi norvegesi, ci si annoia parecchio perché non c’è molto da fare. Per non parlare la quantità di strada che si deve fare per incappare in un’anima viva. Una qualunque.

I norvegesi sono un popolo strano, pacati e riservati ma anche estremamente gentili. Mi è capitato di incrociare spesso lo sguardo per strada e la risposta era sempre un sorriso e non un “cazzo guardi?“. Mi chiedo che fine abbiano fatto i sanguinolenti vichinghi di cui si sente parlare, peraltro in maniera piuttosto mitizzata poiché scopro che, a ben vedere, non erano più sanguinari di altri loro contemporanei, non bevevano dai teschi e non portavano elmi con le corna. Trattengo il biasimo ma almeno sulle folte barbe non mi deludono perché ne vedo di coltivate da anni con una frequenza piuttosto alta; il che potrebbe in parte spiegare l’altrettanto alta quantità di barbieri/parrucchieri. In ogni paese ce ne sono quasi più che locali. In qualche salone c’è anche il bancDSC_5243one, un divano e servono pure il caffè. Ma non è una battuta, giuro. Non so cosa abbiano conservato delle loro radici ma una conoscenza non norvegese fatta sul luogo (che appena saputo siamo italiani ci grida un bel “che cazzo!” accompagnato con il gesto della mano per cui siamo famosi..), trasferitasi da alcuni anni per lavoro, ci racconta che non sono loquaci (cosa che per lei sicuramente rappresentava un grosso problema considerando che era un fiume in piena di parole, oppure un vantaggio enorme se sono anche buoni ascoltatori..), che sicuramente si ammazzano di alcDSC_5092-2ol (che altro puoi fare? Ma tutto sommato pure in Italia..) ma anche che alle feste ognuno si porta da bere per sé da casa e non offre a nessuno dalla propria bottiglia, anzi, addirittura uno dei suoi invitati aveva dimenticato un fondo di vodka e aveva chiamato per ritornare e riprenderlo.. Suona parecchio strano se si pensa che esistono dei  banchetti con cestini di frutta e a fianco una cassetta in cui mettere i soldi senza nessuna sorveglianza. Quindi ognuno arriva prende e paga il giusto. In Italia porterebbero via anche il banchetto in legno. Qui incatenano “solo” la cassetta al banchetto. Sai mai che ci passi qualcuno di noi.. Di certo ci dicono che non sono molto fantasiosi visto che le vie sono senza nome ed indicate tutte con un numero ( o almeno a Måløy..) ma del resto c’è lo stesso sistema anche negli Stati Uniti, no?

La vera incognita imprevedibile è il tempo metereologico perché cambia repentinamente a cicli continui di mezzora senza alcun nesso logico. La mattina però inizia quasi sempre allo stesso modo, con nuvole fitte e basse ad occultare il cielo che si diradano dopo un paio d’ore per dare via alle modificazioni casuali che possono portare altre nuvole e     pioggia come un sole caldissimo, seguendo l’alternanza di cui sopra. Questo per DSC_5129quanto riguarda l’ordinaria amministrazione (ricordo ancora la persona che ci accolse a Lillesand e che rispose all’osservazione sul tempo con un fragoroso e divertito “Welcome to Norway!” mentre dal cielo cadevano palate di acqua..) della quotidianità perché può andare peggio, vento fortissimo, fiordi mossi e onde talmente alte da ricoprire le scogliere in mare aperto (spettacolare però..), come anche decisamente molto meglio. Basta infatti che un solo raggio di sole riesca ad oltrepassare la coltre nuvolosa e immediatamente sembra di stare in un posto diverso, il verde dei prati diventa subito brillante e la luminosità dei posti diviene semplicemente radiosa e da lasciare senza fiato (e per questo non mi spiego come sia possibile che le foto fatte questa volta non mi sembrino nullaDSC_5012 di speciale) tanto da far pensare di non trovarsi nello stesso posto in cui, fino a cinque minuti prima, stava diluviando in orizzontale. Sono i luoghi ovviamente dei fari, delle scogliere e dei tramonti sui fiordi che possono essere straordinari perché non è raro trovare panchine o chiatte sull’acqua in cui ci si può sedere per rimanere in silenzio e in solitudine contemplativa magari a pensare o a leggere senza avere nessuno accanto. Solo un pescatore o una sportiva che si ferma a fare stretching. Idealmente è possibile. Io sono stato sfortunato e in una di quelle occasioni sono arrivati due pulman di giapponesi che hanno invaso tutta la zona ma non capita così di frequente. Credo..

E in realtà non c’è molto altro da dire perché a parte escursioni, natura (ribadisco, bellissima) e paesaggi (che nel caso di Svelgen è pure deturpato da una enorme fabbrica), sembra di essere su di un altro pianeta. Basti pensare che di Nordfjordeid tripadvisor indica come attrazioni del paese l’albergo, una stalla e il punto informazioni!! E’ tutto molto bello quanto terribilmente monotono se vi si trascorrono più di dieci gDSC_5409iorni perché dopo poco i paesi sembrano tutti uguali. Anche cambiando paese ogni giorno come abbiamo fatto noi. E che non venga nemmeno in mente di andare a sciare perché ci dicono che in quella zona (Contea di Sogn og Fjordane) non esistono impianti di risalita quindi si va a piedi e poi si scende. Chi lo racconta ci dice che fa bene per tenere la mente allenata e, tutto sommato, per come si conservava dall’alto dei suoi sessant’anni forse ci si può fare un pensiero, considerando che lui sembrava in splendida forma e sfrecciava indomito per le strade mentre io ho ammaccato il furgone noleggiato contro la fermata dell’autobus facendo retromarcia e ho creato code chilometriche in una nazione in cui la gente non si incontra nemmeno se entra nei pub. Per trovare un poco più di vita è necessario andare a Bergen o ad Oslo di cui di quest’ultima non ho un ricordoDSC_4996 particolarmente folgorante ma che sicuramente vale la pena visitare se non altro per andare a vedere il Munch Museum, in cui ero entrato per vedere il famossisimo Urlo per poi scoprire che in quel momento non era visibile perché in restauro. Comunque è stato dipinto in diverse versione è un’altra è conservata alla Galleria Nazionale. Peccato che quando mi è stato detto non avrei mai fatto in tempo ad andarla a vedere.

Non c’è un modo giusto per concludere perché alla domanda “è da vedere?” inevitabilmente non si può non rispondere di si, ma allo stesso tempo credo che la delusione sia facilmente dietro l’angolo perché per quanto alcuni paesini/paesaggi siano dei gioielli riescono ad esserli solo se ammirati da lontano e per non troppo tempo, come tutte le cose, forse..

Però una cosa curiosa l’ho scoperta. Il famigerato vecchio con il cappello, quello che rompe il cazzo andando piano e creando code chilometriche nelle strade è una figura mitologica internazionale perché per caso anche un norvegese si mette a parlarne come di un luogo comune molto comune anche in quelle lande!

Ed esisteva già prima che io iniziassi a circolare su strada, per inciso….

 

7 pensieri su “Welcome to Norway

  1. Resoconto fiume…
    Devo confessare che ti invidio moltissimo. La Norvegia è in cima alla lista dei viaggi che vorrei fare ma che puntualmente devo rimandare per assenza di quattrini.
    Beato te!
    Ciao

  2. C’è stato un raduno di blogger in Norvegia? Sei l’ennesimo amici del web che è andato quest’anno e anche io ci sto facendo un pensierino per il prossimo. Tutti effettivamente mi confermano che è cara…

Secondo me....

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