Nomi Malone (Elizabeth Berkley) è una ragazza dai grandi occhioni da innocente cerbiatta che giunge a Las Vegas in cerca di fortuna come ballerina (?) ma viene subito fregata dal ragazzo che l’aveva portata in città con l’autostop. Quella stessa notte incontra tuttavia Molly (Gina Ravera) che vedendola in preda alla disperazione decide di offrirle ospitalità (così, come se niente fosse). Molly lavora come costumista in un famoso Casinò in cui balla Cristal (Gina Gershon) che dopo aver conosciuto Nomi la snobba pesantemente salvo poi andarla a vedere nel locale di spogliarello in cui lavora, pagarla per esibirsi per il suo amante Zack (Kyle MacLachlan) e…da qui in poi si hanno già troppe informazioni per un film inutile.
Una di queste sere mi sono piazzato davanti al pc per riordinare le foto ma ho percepito un fastidioso silenzio di cui non sentivo l’esigenza. Avevo bisogno di compagnia. Il gatto dormiva da non so quante ore sulla sedia (alterna il sonno alle vomitate) come quelli del Bar Sport di Benni e in uno zapping televisivo disinteressato (non guardo tv ma quella sera è successo) mi capita di vedere il finale di una boiata con Ben Affleck e subito dopo vedo iniziare Showgirls. Da qualche parte nella mia memoria ricordo il vociare da ragazzini a proposito di questo film, insieme a Striptease con Demi Moore, e di qualche raspone dedicato alle visioni di entrambi. Mai visto nessuno dei due seppur entrambi rimasti nell’immaginario adolescenziale. Quella sera si era presentata la giusta occasione per spegnere la tv (non bisogna aspettare la “giusta occasione”, bisogna spegnerla e basta. Sempre.) ma mi sono lasciato prendere dalla curiosità…
Si, ho bisogno di giustificarmi per averlo visto.
Il film non necessità di particolare attenzione, mi sono fatto i cavoli miei per tutto il tempo e nonostante questo non mi sono perso nessun risvolto nella trama. Fondamentalmente è tutto un pretesto per far vedere qualche tetta qua e là, un paio di scene lesbo e basta. Una stronzata totale (il selezionatore che si fa portare il ghiaccio per inturgidire i capezzoli alla nostra eroina era una scena che andava oltre l’esilarante), volgare (vogliamo parlare della scena in cui lei dice di avere le mestruazioni e lui controlla?), parecchio stupida, senza una trama e con un sacco di personaggi macchietta messi ad interagire senza un fine, o come si usa nel gergo tecnico, “a cazzo“. Vorrebbe persino azzardare qualche riflessione sul cinismo, la mancanza di scrupoli dell’ambiente dello spettacolo e sulla mercificazione dei corpi delle donne ma cade troppo presto nella banalità della farsa per poter ambire ad un riscatto successivo in una visione totalmente monopolizzata dalla noia. Fa quasi rimpiangere Troppo Belli perché mentre quelli sono alla fine dei poverini che proprio non ce la fanno questi invece si sono pure presi così maledettamente sul serio da spendere 45 milioni di dollari per una film che non vale nemmeo la pellicola su cui è stato girato! E pensare che mi ero indignato per i 33 milioni di lire di contributo dello stato per Branchie.. Ma passiamo al cast: Elizabeth Berkley con questo film si è semplicemente co
mpromessa per sempre la carriera, questo prima ancora che potesse decollare perché è stato il suo primo film e da allora diciamo che non ha avuto poi così tanti ruoli di primo piano (nemmeno tanti ruoli a dire il vero), Gina Gershon è stata più fortunata ma personalmente non riesco a ricordarla in altri ruoli in cui non puttaneggi o che non siano quelli della lesbica, Kyle MacLachlan in questo film si conferma una specie di pagliaccio inutile capace di recitare solo quando passa tra le mani di David Lynch o nel ruolo di Trey in Sex And the City che, peraltro, era appunto quello di un pagliaccio inutile mentre di Gina Ravera non si hanno notizie come attrice che non siano comparsate in serie tv (CSI, Lie to me, Melrose Place e persino Willy il principe di Bel-Air [Ok, hai preso punti]) o in film mai sentiti.
Non mi spiego come abbia fatto Paul Verhoeven a passare da Robocop e Atto di Forza, che non saranno dei capolavori ma sicuramente sono dei conosciutissimi successi di pubblico (se non dei cult), o Basic Instinct, che quantomeno aveva creato molto rumore per una famossisima scena di gambe aperte (per un commento breve su questo film rimando invece a questa scena di Santa Maradona), a questa boiata inutile. Veramente. Sono sconfortato. Una cazzata clamorosa che non vale la pena di essere vista nemmeno per le scene di nudo (mi rivolgo ai maniaci) perché se ne trovano di più nella pubblicità di Famiglia Cristiana.
Penoso (senza nemmeno doppi sensi), patetico ed erotico quanto un polaretto tra le mani di pingu.
Giudizio in minuti di sonno : Sveglio perché stavo facendo altro. Ed è stato un peccato perché probabilmente se avessi guardato solo il film mi sarei allungato dal ridere. Oppure una fortuna perché mi sarei suicidato per la tristezza. Non so.