Quando il buio di una nottata qualunque viene interrotto dal bagliore di una stella cadente, la coppietta Mike Tobacco (Grant Cramer) e Debbie Stone (Susanne Snyder) decidono di raggiungere il luogo in cui sembra essere “atterrata” la stella cadente ma invece di trovare un cratere incappano in quello che sembra essere un enorme tendone da circo. Curiosi di esplorare le attrazioni contenute in esso vi entrano ma scoprono che alcuni esseri umani morti sono conservati in sacche di un materiale simile allo zucchero filato e che nel tendone ci sono dei clown apparentemente mossi da intenzioni per nulla amichevoli e…da qui in poi è meglio guardare il film.
Parlare di capolavoro non sarebbe realistico e nemmeno credibile ma questo unico film dei Fratelli Chiodo (Charles, Stephen & Edward) alla regia (si sono però occupati degli effetti speciali di Critters 1 e 2 e altri film), di cui hanno scritto anche la sceneggiatura, è senza ombra di dubbio alcuno un CULT imperdibile per appassionati di film Horror di serie B (per quanto la qualità sia decisamente superiore al livello a cui vengono comunemente associati) e una perla per chiunque abbia voglia di godersi un film originale e con lampi di genio troppo gustosi per andare persi nel mare del trash; perché in questa pellicola la qualità c’è ed è evidente. Non è la trama a sostenere il film (che è oggettivamente inesistente) ma le trovate semplicemente geniali (E.g. i clowns che per inseguire i due fuggitivi usano un cane da fiuto fatto con i palloncini o sparano con un fucile caricato a pop corn) che vengono dispensate insieme ad effetti speciali magari un poco artigianali (siamo pur sempre nel 1988) ma di effetto assicurato (E.g. la scena del clown che fa le ombre cinesi contro un muro) e dalle indubbie suggestioni. Dimenticate Scannati Vivi, Alien Apocalypse, La cavalcata dei resuscitati ciechi, La notte del mio primo amore e tutta quella sfilza di Horror di serie Z improponibili (al contrario di Jesus Christ Vampire Hunter che nella sua dissacrante follia è semplicemente stupendo!) e lasciate spazio a Killer Klowns from outer space perché merita veramente di e
ssere visto ed apprezzato per l’ironia, per le trovate narrative e per lo sforzo creativo con cui riempire un’ora e mezza in una maniera imprevedibile. Perché, a dispetto delle aspettative che fanno pensare irrimediabilmente ad una cagata pazzesca, inevitabilmente invece si finisce per apprezzare ogni momento del film senza alcuna esclusione per il suo alternarsi di scene cruente condite con una demenzialità sottile. Infatti risulta essere alla fine bonariamente accattivante quanto la colonna sonora che, già dai titoli di inizio, entra in testa e vi rimane subito con l’omonima canzone composta dai The Dickies (prima nemmeno pensavo potesse esistere un gruppo con un nome simile salvo i Citizen Dick di Singles), che peraltro alla batteria possono vantare l’ex Red Hot Chilli Peppers Cliff Martinez (il quale, per la cronaca, si è occupato della colonna sonora di parecchi film tra cui Drive e Solo dio perdona). Cast composto da attori quasi sconosciuti o c
he comunque (con buone ragioni) non hanno fatto tanta strada: dei due protagonisti non si trovano grandi tracce in altri lavori, al contrario di John Allen Nelson, il poliziotto buono, che ha raggiunto il suo apice recitando la parte di un bagnino che nella prima serie di Baywatch diventava cieco (mi sembra ancora di ricordarlo con degli occhialoni scuri rivolto verso il mare anche se l’immagine è piuttosto offuscata e soppiantata da quella ben più nitida di Pamela Anderson, l’unica ad essere rimasta indelebile andando a scavare così tanto indietro nella memoria) e di John Vernon, il poliziotto scettico, che ha parecchie partecipazioni a film famosi seppur senza ruoli di punta. La regia è semplicemente adeguata e decisamente dignitosa che, per il genere in cui si inserisce e con determinati termini di paragone sul filo dell’inguardabile, risulta solo per questi motivi eccelsa.
Da vedere senza esitazione se non si è troppo sofisticati e pretenziosi oppure troppo accecati dall’esigenza di vedere effetti speciali esageratamente realistici per riuscire a divertirsi con una stupidità ricercata e, per questo, profondamente godibile. Se l’unico target considerato è quello di film intellettualmente impegnati e dai profondi contenuti è meglio astenersi perché questo non è nulla più di un divertissement cinematografico molto ben riuscito. Geniale e ingiustamente penalizzato al momento dell’uscita per poi divenire giustamente il cult che merita di essere. Da vedere!!
Giudizio in minuti di sonno: Dormito secco alla prima visione. Non sopravvivo dopo i primi cinque minuti e mi risveglio con i titoli di coda ma rimango esaltato dalla canzoncina! Ritento il giorno successivo a metà mattinata ma sul finale ho un cedimento improvviso che non viene fermato nemmeno dal mal di schiena che mi ha colpito al risveglio. Riavvolgo e porto a termine la visione godendomi i dieci minuti finali e la fighissima canzone di chiusura (che poi è la stessa d’inizio).