Jules (Oskar Werner) e Jim (Henri Serre) sono due amici che condividono non solo la passione per la poesia e per l’arte ma anche per le donne, sebbene al secondo vada decisamente meglio e abbia un maggior successo con il genere femminile. Questo almeno fino a quando Jules non incontra Catherine (Jeanne Moreau) e se ne innamora al punto da decidere di sposarla. Jim e la coppia si perdono di vista a causa dello scoppio della prima guerra mondiale ma al termine di questa si rincontrano e la situazione è decisamente cambiata. Jules, nonostante la nascita di una figlia, si é spento vitalmente perdendo tutte le sue passioni a causa dei continui tradimenti di Catherine e la coppia ha ormai (evidentemente) perso tutto l’entusiasmo iniziale (questo al contrario non proprio così evidente in partenza, ad essere sinceri) che aveva fatto da motore alla relazione. Jules capisce che Catherine nutriva un certo interesse per il suo amico allora incoraggia quest’ultimo a frequentare la moglie e…da qui in poi è meglio guardare il film.
Storia di un triangolo amoroso che all’epoca dell’uscita diede scandalo che lo stesso Truffaut definì “un inno alla vita e alla morte, una dimostrazione dell’impossibilità di qualunque combinazione amorosa al di fuori della coppia.” (o almeno si suppone lo abbia detto per l’assenza di una fonte diretta ma solo della ripetizione su internet di questa frase) entrato di prepotenza nell’immaginario comune come fonte di ispirazione per altre forme comunicative più quotidiane come pubblicità (mi dicono di qualche profumo ma veramente non saprei dire quale) e video musicali (Sixpence none the richer – Kiss me [E’ incredibile che siano riusciti a fare più di un album..]). L’impatto con i film di Truffaut non è mai lineare, come poco lineari sono gli sviluppi delle sue trame sempre avviluppate tra l’imprevedibile ed il grottesco in uno stile cinematografico molto personale e visivamente ricercato nella scelta delle inquadrature che, a volte, spiazzano per la bellezza fotografica quanto per la singolarità della resa scenica (la Moreau inquadrata di profilo che si volta rivolgendosi alle sue spalle, personal
mente, era dal punto di vista visivo una scelta tra l’irritante e il geniale). Il personaggio di Catherine è quanto di più fastidioso ed intollerabile si sia mai visto già dopo la sua prima apparizione: una spocchiosa cacacazzi altezzosa (in linea con una visione femminile piuttosto particolare e ricorrente nella cinematografia di Truffaut in cui a volte si incrociano queste figure di madri inaffidabili e distratte e di donne non propriamente risolte e stabili come in questo film o ne “La mia droga si chiama Julie“) che pretende, ogni volta in cui accade qualcosa che la irrita, di ristabile gli equilibri a suon di tradimenti (mi fai uno sgarbo
e io vado con un altro così ti posso perdonare e stare insieme come se niente fosse, almeno ripartiamo da zero….ma un bel fanculo no?), a conferma della straordinaria bravura di Jeanne Moreau se si pensa al contrasto con il glaciale e struggente personaggio da lei interpretato ne La sposa in nero (di cui comunque sembra conservare una certa scostante freddezza ma, a differenza delle altre sopracitate, è una figura femminile grandiosa e stupenda). Oskar Werner interpreta un personaggio tragico quanto patetico e disperato nelle voragini di umiliazioni autoinflettesi e di amore sconfinato che allo stesso modo dimostra la sua bravura se si prende come riferimento la sua indimenticabile interpretazione di Fahrenheit 451 mentre Henri Serre è noto più che altro per questo ruolo che, comunque, gli rende non poco merito.
Uno spaccato intenso e violento di un amore tragico e isterico in un film definito epocale, indubbiamente diretto con mano sapiente e capace dietro cui si percepisce l’inconfodibile occhio personale di Truffaut che, tuttavia, per poter essere apprezzato è necessario avere una forte simpatia per la Nouvelle Vague e per il cineasta francese stesso che, nella sua riconosciuta genialità, può anche lasciare oggettivamente un attimo perplessi. O stupiti e affascinati.
Ma forse è esattamente quello il suo maggior pregio.
Giudizio in minuti di sonno: Svenimento all’inizio dovuto ad un caldo afoso massacrante che mi fa perdere un buon quarto d’ora nelle fasi successive alla decisione di Jules e Catherine di sposarsi. Sostanzialmente ho perso tutta la parte sulla prima guerra mondiale che ho miseramente recuperato in un secondo tempo.