Dipinto di un crepuscolo

Coricato sulla sdraio verde, palmi delle mani sotto la nuca, me ne sto a guardare un cielo senza nuvole. Una specie di corda annodata che penzola dal gazebo si staglia in contrasto con il blu e si muove lentamente a destra e a sinistra. Sembra una ballerina che danza. Dovrei fotografare quel nodo, me lo dico da diverse sere ogni volta in cui lo vedo, ma non lo faccio mai. Le prime due stelle della sera si vedono già chiaramente. Un aereo mi sorvola lampeggiando in rosso fino a scomparire dalla mia vista. Quante volte ho preso un areo ultimamente? E se lì sopra ci fossi stato io cosa sarei riuscito a vedere? Avrei mai potuto incrociare lo sguardo con qualcuno che mi guardava dal basso? Sono stato in tanti posti eppure sento una sensazione di vuoto. “E’ il vuoto che senti?” mi disse, “No, a dire il vero sento il troppo pieno” gli risposi. Con il tempo devo essermi svuotato. Mi chiedo dove vada quell’aereo. Un amico mi ha detto che c’è un’applicazione per sapere dove vanno tutti gli aerei. Ormai c’è un’applicazione per sapere tutto. Tranne dove vanno le anatre del Central Park quando il laghetto gela durante l’inverno. Per fortuna, almeno quello. Tanti addendi senza un racconto. Il vento muove gli alberi. Un fruscio continuo e regolare in mezzo all’erba alta dietro le mie spalle mi fa riconoscere un animale. Un gatto probabilmente. Magari un riccio, quello che di notte andava a mangiare nella ciotola dei miei due gatti. Due colpi da lontano. Una zanzara mi ronza in un’orecchio. Come la settimana scorsa nella camera d’albergo: una notte insonne con le zanzare che continuavano a svegliarmi. Se mi avessero punto e basta senza ronzarmi nelle orecchie almeno avrei dormito invece di continuare a rigirarmi nelle coperte. La vicina di casa abbassa la tapparella. Una brezza fredda raggiunge le mie gambe scoperte mentre un brivido si diffonde sulla pelle. Le incrocio tenendo la destra a penzoloni. Il piede è ancora gonfio. Il cellophane con cui è avvolta la caviglia per far assorbire la crema svolazza e rumoreggia leggermente. “Il veleno d’api fa bene” mi ha detto il mio dottore. “Si, ho capito che non mi verranno i reumatismi da vecchio però ora come ora preferirei evitare di avere un piede grosso come una zampogna.” gli ho risposto. Non riesco ad immaginare il dolore che possa dare l’essere punti da uno sciame intero. Chi mi ha raccontato di aver visto qualcuno morire così? Personalmente mi sono bastate presumibilmente cinque punture e ora oltre al gonfiore c’è pure il prurito a non dare tregua. Il freddo riesce a dare un poco di sollievo al calore dell’infiammazione. Una rana gracida da lontano. Come sono le estati in città? Da cosa si capisce che è arrivata l’estate? Dai vestiti leggeri? Dalle ferie? Perché fa caldo? In campagna se esci e ti siedi cinque minuti puoi sentire gli odori e il silenzio, all’aperto, nel verde. No, non il silenzio, un silenzio. Quello naturale. Quello con cui noti il ritmo del tuo respiro. Non hai mai fatto caso al ritmo di respirazione prima di provare a fare yoga e renderti conto che durante la lezione non sei riuscito a coordinare un respiro con i movimenti, ma che fosse anche uno solo. Nemmeno quando c’era un suono a cadenzare inspirazione ed espirazione. Una zanzara passa davanti agli occhi e cerca di posarsi sul ginocchio. Ma quanto mi godevo di più l’estate da piccolo quando mi riempivano di Autan con quella caratteristica puzza acre e mi gettavo in quelle nuvole nere fatte di zanzare? Se uscivi con una maglietta chiara diventava nera dopo mezzora. Poi hanno fatto la disinfestazione e ora ce ne sono molte meno. Non le rimpiango per niente ma qualcosa è cambiato. Sicuramente è passato parecchio tempo. E quando ero piccolo nemmeno sprecavo quello che avevo. Un pipistrello mi passa sopra la testa e sparisce dietro al prugno che sta seccando e alla magnolia amputata della sua punta, “Batman sei tu?

2 pensieri su “Dipinto di un crepuscolo

  1. >“E’ il vuoto che senti?” mi disse, “No, a dire il vero sento il troppo pieno” gli risposi.<
    Sempre detto che pensare troppo e non pensare nulla sono parenti.
    Però tra i due ho sempre scelto il primo.
    Davvero bello, complimenti!

Secondo me....

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...