Non credo in dio. Non credo nella vita eterna. Non credo che un giorno la mia anima andrà a stare in un posto migliore, o peggiore, perché non credo di avere un’anima. Credo di dover fare quello che mi interessa adesso perché poi non avrò più tempo. E buona parte di questa infinitesimale esistenza la trascorro in maniere inconcludenti e a volte persino inutili. Credo nella vita, non mi interessa cosa ci sarà dopo la morte, per me non ci sarà nulla. I vermi vorranno banchettare con le mie vecchie carni. Ma io li fregherò facendomi cremare. E forse mi mangeranno i pesci del mare o i topi delle fogne. O concimerò qualche pianta, non mi interessa. Però credo nello spirito delle persone. Credo che tutte le persone abbiano la possibilità di avere un respiro di consapevolezza che porta ad avere una visione profonda della vita. Senza il bisogno di soluzioni preconfezionate. Un lungo respiro in cui tutto assume contorni nitidi, un senso strettamente personale, come in sospensione. Questo è lo spirito. Nulla di più che una visione profonda della vita. Quando penso allo spirito mi viene in mente la parola “fragile”. Ma mi rendo conto che non è quella giusta. Se ripeto quella parola nella mia mente si materializza un bicchiere di cristallo. E’ fragile e si rompe. Ma si può anche aggiustare, si riesce a recupera in qualche modo, rimangono dei cocci più o meno grandi. Se penso allo spirito mi viene in mente una pagliuzza secca. Cedevole, morbida ma anche delicata. Se la stringi forte si sbriciola e si polverizza. E non la puoi più recuperare. Credo che tutte le persone nascano fondamentalmente buone. Ci voglio credere. Sono le ingiustizie subite ad adulterarle. Le portano nel mondo degli adulti che è fatto di ingiustizie. Perché quella pagliuzza secca ed invisibile non siamo sempre sufficientemente forti per proteggerla in noi, o negli altri, e quando si sbriciola perdiamo tutto quello che poteva renderci migliori. Dalla nascita, l’unico imperativo dovrebbe essere difendere quell’esile pagliuzza, per non privarci mai della possibilità di essere chi siamo e per non divenire quello che le ingiustizie vorrebbero fare di noi: degli esseri vuoti, senza umanità.
Il fatto che certa gente ci creda ancora spaventa!
A me spaventano quelli che decidono per gli altri in base a quello che loro credono. Indipendentemente da quello in cui credono o non credono..
Condivido il pensiero che le persone nascano fondamentalmente buone, è l’unica speranza che abbiamo per salvare questo schifo di mondo
mandi
🙂
Speriamo sia così..
Interessante riflessione … 😉
Grazie.. Non sarà una grande metafora ma mi capita comunque di pensarlo spesso..
Non so per gli altri ma per me il “grande” è il semplice e il vero … Se questo sei tu, allora è “grande”, ovviamente per me …
Un saluto e buona domenica,
Bab’s
Come te credo che il grande risieda nell’autenticità.
Grazie per il tuo pensiero..
Un saluto a te e buona domenica.. beh, ormai buon inizio di settimana.. 😉
😉
Mi hai fatto capire che io invece non voglio essere cremata. Diventare cibo per vermi mi garba assai!
Mai. Maledetti vermi, li trovo già nella frutta figuriamoci se voglio dargli quella soddisfazione. 😉
credo proprio così e credo anche che questa vita dovrebbe servire a far si che le persone possano rimanere buone. grande utopia, ma diritto di tutti. bel post 🙂
Penso esattamente la stessa cosa, è un diritto e il miglioramento sta nell’eliminare le ingiustizie..
Grazie.. 🙂