Mentre L’invasione degli omini verdi mi ripetono che Così non va, in una canzone che mi pare un attimo adeguata al momento, ripenso a quanto spesso mi sia ritrovato ad ascoltare canzoni adeguatissime a certe situazioni senza prestare minimamente alcuna attenzione alle parole del testo. Mi viene in mente The Call dei Gotthard, Poison di Alice Cooper e No way dei Korn. Tutte risalenti allo stesso momento e almeno nelle ultime due il messaggio/avvertimento era piuttosto chiaro. Negli ultimi due mesi invece mi sto scartavetrando con i Guns ‘n Roses (per giunta, senza togliere nulla al loro talento, mi stanno pure parecchio sui coglioni) che mi fanno compagnia con Estranged, Civil War e Get in the ring. Ecco, forse è arrivando il momento di cambiare repertorio. Alla lunga sentire sempre le stesse cose, le stesse frasi, gli stessi bla bla ha il solo effetto di annoiare in una maniera indicibile. Ma neanche alla lunga, la terza volta inizia già a diventare di troppo. Prevedibilità, insieme alla frustrazione che non cambierà un cazzo e all’attesa ambientale, sono una tripletta letale. Puoi girare tutte le carte che vuoi ma se non hai un mazzo buono e l’intenzione di giocartelo come si deve tutto il resto si perde in parole senza senso. Quello stesso bla bla che annoia ad ogni angolo di voce. Quando per noia prendo il mazzo e gli chiedo cosa ci sia nel mio futuro, la sua risposta è “Il mondo“.
Bene.
Sembra positivo e ora mi sento proprio fiducioso.
Ma L’invasione degli omini verdi mi ricorda che nel presente invece:
Sono seduto sulla tazza del cesso
A pensare a cose che
Non dovrei neanche !
Mi guardo allo specchio
E vedo uno stronzo che
Crede di potere fare a meno
Delle cose che
Ormai da tempo (uooohh)
Lo circondano
E mi vien voglia di mollare
Tutto e andarmene
Lontano da chi continua
A vivere pensando
Qualche cosa che non sa nemmeno
Lui
nemmeno lui!
E mi ritrovo circondato
Da merda che parla
E non so che cazzo dice
Ma parla di cose che
Si sapevano già
E nella testa solo la
Certezza che così non va
Che così non va
Così non va
E non ho più voglia di starmene
Ad aspettare di realizzare sogni che
Non si avvereranno mai
Voglio stare in parte
Per un po’ di tempo
Stare in silenzio ad ascoltarmi
Dentro
E a capire cosa c’è dentro me
Che mi spinge ad andare oltre
Certe situazioni che
Mi costringono a fermarmi e stare male
E a pensare che così
Non si fa
che così non va!
Così non va!
Hai ragione, cambiare repertorio funziona… ma i vecchi classici servono. Servono perché ti ci puoi fidare come mettere i denari a Fort Knox. Farli investire a Zio Paperone. A volte ti stomacano, ti annoiano perché sai già lo stacco dov’è (che poi è una bella metafora anche per certe situazioni della vita), ma hanno il pregio di essere un comodo letto dove riposarsi quando fuori è brutto.
In un certo senso sono assolutamente d’accordo ma dall’altra parte in questo periodo penso che i letti comodi per riposarsi siano anche quelli che non ci fanno uscire di casa a cercare letti ancora più comodi. Quindi preferisco dare fuoco al vecchio letto e alla vecchia casa in modo di non avere più nulla ed essere obbligato a ripartire da zero. E’ faticoso e mi da fastidio ma non sempre è un bene sentirsi confortevoli..
Il tuo ragionamento non fa una piega.
Per evitare di cadere nella tentazione di adagiarsi, bruci tutto alle tue spalle… Se non c’è qualcosa di comodo, l’unica cosa da fare è andare avanti.
Io sono una di quelle persone che macina a ripetizione un brano finché non diventa suo fin nell’anima, ne conosce a memoria il testo e poi lo abbandona stomacata! Viva il nuovo, però un repertorio che conosci saprà sempre accoglierti come se fossi a casa, un vecchio amico che non delude mai
Verissimo.. però, come dicevo sopra (o sotto?) a Zeus, ritrovarsi sempre sugli stessi passi già percorsi non permette di progredire.. L’ignoto non piace e fa paura ma nello sforzo di cercare si scoprono nuove risorse..
Sono d’accordo! Nel nuovo puoi trovare tante occasioni per crescere e migliorare…
🙂
ecco il brano che mi dicevi…. senti a me piace proprio… e hai ragione inutile star lì a menarsela le paure sono le nostre gabbie… il mondo e li e chi si è visto si è visto…
grazie mio caro
A
A me fa un po’ sorridere questa canzone, però è calzante..
Ci si deve convivere e tollerare le incertezze. Forse.. 😉
Grazie a te.. 🙂
anche più delle incertezze…