L’amore è una scureggia nel cuore

Di fronte a certi pensieri è difficile non valutare una sana lobotomia transorbitale da ambulatorio (di quelle che si facevano infilando uno spillone sopra le orbite dando una rapida sventagliata per spazzare via i neuroni dei personaggi troppo agitati) come un’alternativa auspicabile al continuo ripresentarsi di ossessioni. Le soluzioni estreme recano sollievo immediato ma implicano danni a lungo termine. Nel caso della lobotomia le consegunze sono palesi eppure ai tempi di Freeman usare un martello e un rompighiaccio per curare una persona pareva sensato e plausibile. Come fracassarsi una mano per non sentire dolore ad una gamba, ma del resto se l’ho faceva il Dr.House doveva sicuramente esserci un senso.

Apparentemente sono tantissime le cose stupide che si fanno per ottenere quel sollievo subitaneo e per anestetizzarsi da una sofferenza che, se non si vuole affrontare, almeno si vorrebbe provare ad accantonare, per pigrizia o per autoconservazione visto che è molto difficile mettersi in discussione. Il famoso “elefante nella stanza”, quello che in quel momento si vorrebbe abbattere con un fucile a pallettoni nonostante tutti i presupposti animalisti di questo mondo, adesioni al WWF e chi per loro. Le stronzate più frequenti che si sentono dire sono “chiodo schiaccia chiodo” oppure “ogni lasciata è persa”. Nel caso della prima se quel chiodo lo hai nel cuore viene difficile pensare che mettendone uno subito dietro le cose possano migliorare, al massimo può spingere più a fondo il primo. Per la seconda è una questione di coerenza, come diceva De Silva in Mia Suocera Beve, è facile giocare quella frase solo per le scopate, molto più difficile è riuscire ad esserne convinti anche in tutte le restanti situazioni al mondo che non implichino necessariamente qualcosa di piacevole, come cogliere l’occasione di fare una cosa giusta da cui non dobbiamo necessariamente trarre vantaggio. Un amico mi fa notare che ci sono tanti modi al mondo di amare. Ognuno è fatto a suo modo e nessuno sbaglia. C’è chi non perde tempo e passa subito oltre e chi deve liberare tutto lo spazio occupato per riuscire ad arrivare più leggero di fronte alle persone. E’ come avere un magazzino stracolmo al posto del cuore, in cui non si riesce a fare entrare più nulla fino a che non si sgombra, ed è ovvio che richieda tempo fare pulizia in maniera proporzionale alle dimensioni dell’investimento precedente. C’è chi occupa quello spazio (che può essere piccolo o grande) con dei pacchettini e c’è chi ci deposita container di merce che, a volte, finiscono per deteriorarsi per un motivo o per l’altro. Nella situazione di transizione in cui guardando il tuo magazzino strapieno e stoccato con tutta quella roba, ti rendi conto che dietro allo smaltimento rischi di metterci un’eternità per fare spazio e realizzi in quel momento di avere fretta perché senti sulle spalle l’alito mefitico di una vocina che ti dice di non avere tempo e di doverti sbrigare.

Nella malinconia e nell’ansia di correre ci si attaccherebbe un po’ a qualunque cosa (“ogni lasciata è persa”, “chiodo schiaccia chiodo”) anche a quello che probabilmente non interessa realmente, perché una lobotomia transorbitale è meglio che provare a gestire una sofferenza o un senso di vuoto. La paura più grande è quella di non riuscire a riconoscere, nel mucchio (o mucchietto), quello che conta realmente. Quando una sera, nel mezzo di una conversazione, senti dire da un amico “Ma sei fuori? La ragazza giusta la riconosci ad un chilometro di distanza!” inizi a pensare che forse abbia ragione lui. L’amore è ovvio. Non nel senso di scontato, banale, prevedibile ma di necessario. Una situazione così evidente ed inevitabile da palesarsi con le fattezze di un elefante in una stanza, a cui questa volta non vorresti sparare ma solo offrire da bere o magari portarlo al cinema tenendolo per mano. Il termine inglese per “innamorarsi” ha conservato questa sfumatura, “Fall in love” mantiene quella suggestione di “cadere” che fa tanto pensare ad un evento inevitabile. Inciampare in qualcuno che ti raccolga.

Impossibile non innamorarsi di quella persona tra tante.

L’augurio è sempre quello di riuscire a concentrarsi sugli spettacoli straordinari che si possono vedere dal finestrino di un treno senza farsi distrarre dalle scrittine stupide sotto al nostro naso che recitano “L’amore è una scureggia nel cuore“, esattamente come in Santa Maradona.

Generazioni di artisti si sono sperticati in definizioni auliche dell’amore con sbrodolanti frasi melense o disperate invocazioni dell’amata e poi si scopre che forse l’amore è semplicemente ovvio.

Del resto se fosse stato solo una scureggia nel cuore sarebbe andata molto peggio.

14 pensieri su “L’amore è una scureggia nel cuore

  1. eppure io lo sospetto sai, che il mio problema di soffietto al cuore, non sia altro che una scureggia nel cuore, fin dalla nascita mi avevano messo dentro quel destino… 😉

  2. Eppure, nonostante quello che dici sia abbastanza condivisibile, nonostante quello che canti il buon Tiziano, non penso che in fin dei conti l’amore sia così semplice o ovvio. La parte semplice penso si limiti a quel “fall”, tanto english. tutto il resto è molto più complicato. Ma non per questo meno bello. Anzi.
    Riguardo poi alla definizione dell’amore che proponevi, non c’entra nulla, ma mi ha fatto venire in mente un collega toscano che quando incontrava una ragazza non proprio affascinante (!), la definiva “brutta come un rutto d’oca”. Sempre di flautolenze si tratta!

    • Aspetta. Non ho mai parlato di semplice (non potrei mai dirlo), ma di ovvio inteso come necessario, evidente e inevitabile che, dal mio punto di vista, sono questioni diverse. Quello che mi ha colpito di quella frase era che di tutte le persone che si possono incontrare quella “giusta” sarà perfettamente riconoscibile in mezzo ad una massa di altre persone al punto che sarà impossibile non vederla. E credo sia veramente così, per me se preferisci (ho bisogno di positività). Non mi sono addentrato sulla costruzione di un rapporto, sulle sue difficoltà o su quanto sia difficile conoscere una persona, le delusioni, i fallimenti, i rifiuti e le incomprensioni ma solo su quell’incontro che ti fa vedere qualcosa di diverso in chi ti sta davanti. Le difficoltà sono incluse e sono quelle che ti danno la misura del valore che stai dando a quella persona. Parlando in generale, perché andare oltre ad un “no” è stalking.. 😀
      ahahahahaha! I toscani sono maestri!

  3. A parte che appena ho visto il titolo del post ho riconosciuto la citazione e son venuta a vedere cosa ne dicevi (che il film è tra i miei cult), ma poi sì, sono d’accordo, l’amore è ovvio, inevitabile, ti si piazza davanti e ti dice “embè? che facciamo?” e uno deve solo (!) imparare a gestirlo. Credo 🙂

    • Adoro quel film, ho passato momenti della mia vita a guardarlo a loop continuo ed intere serate a citare tutte le varie scene insieme ai miei amici.. Per un certo periodo della vita ho desiderato diventare un uomo accappatoio.. Ho trovato però tante donne a cui non piaceva, ti ringrazio per essere un’eccezione. 😉
      Sai che per me è stata quasi una rivelazione? Nel senso, aldilà delle difficoltà del lato gestionale, è consolante sapere che quantomeno non potrai fare a meno di riconoscerlo.. Credo. 🙂

Secondo me....

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