Carlos Wieder e Alberto Ruiz-Tagle sono la stessa persona (nessuno spoiler, è già scritto nelle prime 4 righe del romanzo). Ma cosa possono avere in comune, a livello umano, un aviatore-poeta affiliato al regime di Pinochet ed uno studente che partecipa a corsi di poesia i cui componimenti vengono giudicati “distanti“, “come se le poesie [..] non fossero sue“?
Bolaño in Stella Distante riprende la storia inventata del tenente Ramìrez Hoffman nell’ultimo capitolo di “La letteratura nazista in America” e costruisce una biografia altrettanto inventata del poeta-aviatore Carlos Weider che ne ricalca le ombre e ne approfondisce le gesta. Scritto in prima persona in modo da far identificare il narratore come se fosse lo stesso Bolaño, operazione intesa a conferire un alone di veridicità, la finzione viene tuttavia palesata nel gioco di rimandi che identifica in “Arturo B.” il vero referente dei fatti narrati, il quale non sarebbe altro che l’alter ego dello scrittore stesso e protagonista del romanzo “I Detective selvaggi“. La storia è costruita sulla sequenza di fatti che vengono aggiunti di volta in volta in un lento è suggestivo puzzle i quali raccontano ogni volta un piccolo particolare di un personaggio sfuggente e sfaccettato che riesce ad essere tante cose e contemporaneamente nessuna di esse. Delle tante identità fornite, lo specchio dell’umana complessità, è spesso una a prendere il sopravvento e a fare da padrona nella scelta del giudizio sulla persona. In ogni uomo convivono diverse spinte e diverse anime, non c’è un filo unico di giudizio univoco. Non si può stabilire con certezza quale sia il vero volto di Wieder / Ruiz-Tagle. E’ il poeta distante, l’aviatore assassino, il fotografo di cadaveri e il regista di snuff movies tutti insieme. E’ una figura controversa come moltissimi altri artisti le cui contraddizioni finiscono più facilmente sotto i riflettori di quelle delle persone comuni. Non è l’uomo Wieder / Ruiz-Tagle in quanto singolo a rappresentare un’eccezione alla contraddittorietà umana perché è la stessa natura umana ad essere contraddittoria (senza che questo sollevi il singolo dalle proprie responsabilità) in maniera pervasiva. Nessuno sfugge. L’umanità come sfaccettati riflessi di specchi non è la sola protagonista di questa storia ma lo sono anche la fantasia e l’invenzione con cui vengono impastati insieme elementi veri e reali con altri totalmente fittizi nella più pura tradizione Borgesiana, con uno stile fluido e scorrevole, che affascina e ammalia, e cattura l’attenzione nell’esigenza di osservare senza fiato la parabola discendente di una “Stella distante“. Del resto è lo stesso Bolaño a suggerire con una frase di Faulkner : “Quale stella cade senza che nessuno la guardi?“