In un distopico futuro non troppo lontano (2023) il governo degli Stati Uniti autorizza 12 ore annuali all’interno delle quali tutte le persone si possono “purificare” e dare sfogo a qualunque tipo di atto illegale e violento di cui abbiano voglia. Durante quella notte le persone si buttano nelle strade armate fino ai denti per uccidere gente a casaccio mentre qualcuno, i più fanatici, si organizza pure con squadre d’assalto. Chi è contrario a questa pratica non ha da fare altro che barricarsi in casa e sperare che nessuno lo prenda di mira. In queste circostanze la coppia in procinto di separarsi composta da Shane (Zack Gilford) e Liz (Kiele Sanchez) insieme ad Eva (Carmen Ejogo) e Cali (Zoë Soul), rispettivamente madre e figlia, si ritrovano loro malgrado fuori dal proprio rifugio e devono sopravvivere grazie all’aiuto di di Leo (Frank Grillo) il quale invece si trovava a partecipare volontariamente all’evento perché..e da qui in poi è meglio guardare il film.
Sequel di “La notte del giudizio” (Titolo originale “The purge“) è il classico film estivo a base di sangue ed adrenalina che può valere la spesa del biglietto al cinema se si è amanti del genere, oltre al fatto che visto in casa con un volume normale non avrebbe la stessa resa. Trama irrisoria e a tratti piuttosto prevedibile negli sviluppi (c’è un preciso momento in cui appena viene pronunciata una determinata frase accade l’ovvio con svizzera precisione e non si può fare a meno di ridere in barba alla drammaticità dell’evento), nonché intrinsecamente buonista, ma tutto sommato nel suo essere un’americanata caciarona con quintali di piombo e plasma porta a casa una sufficienza piena, anche se lo spettatore al contrario porta a casa qualcosa che difficilmente cercherà di rivedere una seconda volta. La sceneggiatura originale, scritta dallo stesso DeMonaco, prende parecchio spunto da altri film estremizzandoli o ripronendone i “temi” in una forma diversa. La dimensione sociale delle purificazioni, intese come privilegio dei ricchi che si possono permettere armi e di comprare vite umane da usare in massacri organizzati, ricorda molto gli affaristi in Hostel di Eli Roth e La pericolosa partita (citato ne La paura fa novanta XVI dei Simpson, Sopravviverà il più forte di taglia). Neanche l’idea di una violenza legalizzata è particolarmente innovativa poiché riprende il bellissimo (e notevolmente superiore) La decima vittima del
grandioso Elio Petri (tratto dal racconto La settima vittima di Sheckley) in cui tuttavia la dimensione della “caccia” era individuale e gestita da regole precise, mentre in questo film le persone possono fare tutto quello che vogliono senza limite. Tralasciando ovviamente ogni saccheggio più ampio a I guerrieri della notte e 1997 Fuga da New York. Non troppo originale quindi ma comunque godibile, attori bravini senza eccellenza e un protagonista vagamente somigliante al Rick Grimes (Andrew Lincoln) di The Walking Dead, giusto nella faccia scavata dalla magrezza, mescolato ad un Mathieu Kassovitz arcistanco di quella rompiballe di Amélie.
Il titolo del sequel avrebbe dovuto essere The Purge 2 ma si è sentita l’esigenza di portare avanti qualche luogo comune sull’anarchia intesa come sinonimo di caos (come se fosse quello l’obiettivo principale) e far vedere che senza un governo a controllare i popoli in meno di 12 ore avverrebbe una specie di apocalisse perché del volgo non ci si può fidare. Come se fosse lui a scatenare le guerre e a volere fermamente i bombardamenti. Sospendendo l’autorità tutti sarebbero contro tutti e ci massacreremmo a vicenda. Dobbiamo tutti avere paura del prossimo perché non solo è male intenzionato, ma fermamente convinto nei suoi propositi di farci molto male fisicamente alla prima occasione. Ma siamo sicuri che sia veramente così?
“Così uno, il quale fin dalla nascita avesse avuto le gambe legate e pure avesse trovato modo di camminare alla men peggio, potrebbe attribuire la sua facoltà di muoversi precisamente a quei legami, che invece non fanno altro che diminuire e paralizzare l’energia muscolare delle sue gambe. [..] Figuratevi che all’uomo dalle gambe legate, che abbiamo supposto, il medico esponesse tutta una teoria e mille esempi abilmente inventati per persuaderlo che colle gambe sciolte egli non potrebbe né camminare, né vivere; quell’uomo difenderebbe rabbiosamente i suoi legami e considerebbe nemico chi volesse spezzarglieli.“
Errico Malatesta
Giudizio in minuti di sonno: Sveglio e comunque svegliato dall’impianto audio.
Probabilmente lo guarderò, per sfizio, ma a quanto dici è molto simile al primo, che, sinceramente, non mi aveva entusiasmato: molto banale, con tanto di intollerabile vittoria dei buoni.
Bella la citazione finale.
Non mi sento di dissuaderti dal vederlo perché può valere il prezzo ridotto di un lunedì in cui non hai di meglio da fare.. come intrattenimento senza pensieri funziona, il resto lo hai detto tu..
Malatesta si può non condividere ma è sempre piuttosto affascinante..