Passando dentro al paese con la mountain bike guardo il campanile.
Sono le otto e mezza.
Giro leggero, meditativo, cercando di stare più tempo possibile sui tratti sterrati.
Passo davanti al piazzale della scuola dove rimangono ancora gli allestimenti della sagra. La fanno da quando sono nato e non ci sono stato una sola volta. Cartelloni vari che pubblicizzano sul viale alberato i prossimi eventi mondani tra cui la prossima rappresentazione di burattini in piazza. Dovrei andarci ma so che non lo farò. Il parco giochi è vuoto mentre sul campo da celcetto adiacente si sta giocando una partita. Una ragazza dalle gradinate in cemento si alza. Indossa un paio di Jeans e una maglietta rosa. Forse bianca. Sparisce dietro la siepe mentre proseguo a pedalare per tornare a casa. Mi manca poco. Un ragazzo con gli occhiali sta lavorando nell’orto mentre dal lontano marciapiede della casa un piccolo cane bianco lo guarda in silenzio.
Non ho voglia di continuare sull’asfalto e devio sulla strada sterrata alla mia sinistra. Esco da un breve canale di boscaglia e mi ritrovo all’aperto. L’orizzonte è alla mia sinistra ma è ancora coperto da file di alberi. Due lepri nei pressi della curva mi sentono arrivare e spariscono in mezzo all’erba alta. Arrivato oltre mi ritrovo uno spettacolo meraviglioso davanti agli occhi. Una luce calda e luminosa si diffonde sui campi di grano tagliato colorando tutto di arancione con dei riflessi ambrati strepitosi. Il fienile al centro di un lieve avvallamento assume contorni tenui e sfumati, circondato da un alone vaporoso. Mi mangio i coglioni per essere sempre così pigro da non portare mai dietro lo zaino con macchina fotografica e obiettivi.
Da quando ho fatto la curva delle lepri non ho smesso di girarmi verso il tramonto senza smettere di pedalare.
Poco più avanti, dove riprende l’asfalto, vedo un uomo in mezzo alla strada seduto sopra una sedia bianca mentre, con una mano sopra gli occhi, guarda l’orizzonte nella mia stessa direzione. Lo spettacolo è veramente bello, la luce post pioggia è unica, non mi stupisce che altri se ne accorgano ma che addirittura si portino la sedia è magnifico. Lo invidio un pochino per la sua capacità di godersi in libertà quella situazione rapida e mutevole. Forse è lui lo spettacolo fuori dal comune.
Appena gli arrivo vicino mi fa:
“Porca miseria! Stavo mettendo via i bidoni dell’immondizia e mi è scappato il cane! Si è infilato là in mezzo e con tutta ‘sta luce non riesco a vedere niente.”
Rimango un attimo deluso per il mio errore di attribuzione, in più, se ha sentito l’esigenza di dare una spiegazione suppongo sia perché si sentiva imbarazzato all’eventualità di passare per scemo agli occhi di un estraneo. E forse senza quel tramonto lo avrei pensato. Gli dico che comunque il paesaggio è molto bello e lui mi risponde annuendo che domani sarà una bella giornata. Gli auguro buona serata, riparto e lo sento dire:
“Eh ma u riva, u riva..“
Mentre rimane in strada a guardare l’orizzonte aspettando il suo cane scappato.
La scena ora mi fa sorridere ma la prima impressione deve essere stata davvero speciale.
Di primo impatto lo era ma tutto sommato anche svelando una realtà diversa si è rivelata gradevole.. più leggera.. 🙂