Un paio di giorni persi girovagando smarrito tra uffici vari per sbrigare una pratica non è nemmeno tanto a pensarci bene, in luce del fatto che ai vari sportelli ho trovato sempre persone gentili e disponibili. Il che almeno cancella una brutta esperienza con un soggetto dalla cafoneria incalcolabile (se dovessero essergli arrivati anche solo un decimo degli accidenti che gli ho mandato a questo punto come minimo dovrebbe essere una pianta grassa impiegata come fermaporta in una discarica abusiva) incontrato in quegli stessi locali qualche anno fa.
Me ne sto seduto in sala d’aspetto nell’ultimo ufficio in cui devo passare, guardando autisticamente le vignette di 9gag (e anche qualcuna piuttosto interessante come questa su Nelson Mandela) e cercando di contenere la vescica sul punto di esplodere, quando una signora si sposta dal suo posto per sedersi vicino a me.
Riferendosi ad uno dei piercing che ho alle orecchie, piuttosto lungo e appuntito, mi chiede con un vago accento sudamericano come faccio a dormire con quella cosa senza farmi male. Le dico che in effetti dormo sull’altro lato ma che in genere non è a me che dà fastidio ma a tutte le persone con cui di solito scambio un bacio di saluto. Mi dice se so che gli orecchini erano il segno degli schiavi nell’antichità e, aldilà del fatto che non non lo sapessi ( ammesso e non concesso che sia vero), tutto sommato non la percepisco come una cosa poi così lontana da certi vissuti generalizzati. C’è chi aveva la nausea dell’esistenza e chi si sente schiavo della vita, della società o di chissà cosa. Il giorno in cui mi sentirò libero magari li toglierò. Oppure no. Magari sono già libero e non lo so. I simboli del passato non hanno nulla a che vedere con il presente e quello che poteva essere un simbolo di oppressione può diventare il suo opposto (che so, indipendentemente da quello che si può pensare, la croce per i cattolici tanto per dirne una a caso) e soprattutto i simboli non hanno significati univoci, almeno secondo me.
La signora prosegue dicendomi che anche i tatuaggio sono i marchi della bestia. La guardo un attimo perplesso e precisa che per “bestia” intende non solo il demonio ma anche gli animali che venivano marchiati e mi chiede quale sia il senso di farsi un male del genere. Mi racconta di aver lavorato per una famiglia in cui tutti erano tatuati, i giovani e i vecchi, ma che tutti lo avevano fatto per moda e nessuno di loro aveva saputo dare una spiegazione del perché lo avessero fatto. Sorrido in maniera amichevole e le faccio vedere il tatauaggio che spunta da sotto le maniche della maglietta nell’interno del braccio (le risparmio quello sulla coscia perché potrebbe prenderlo per un diavolo) e fa una smorfia educata. Di quelle a metà con un sorriso rassegnato. Le dico che per quanto mi riguarda non li ho fatti per moda, ho scelto simboli e significati personali come una sorta di diario ma, del resto, è tutto sempre molto discutibile.
Credo che nella sua visione delle cose tutto questo sia un provare poco affetto nei propri confronti e allora mi dice che Dio mi vuole bene e che anche se mi trovassi a vivere per strada lui sarebbe sempre con me. Anzi, a maggior ragione, proprio in quel momento lui sarebbe con me, non mi devo scoraggiare nei momenti peggiori perché è proprio in quelli in cui Dio prende le misure. Lui è sempre con me (a posteriori, mi permetto di dire che spero non sia con me ogni volta che vado al bagno perché non sempre potrei fare cose su cui lui possa essere d’accordo..ma sul momento non mi sarei mai permesso di dirlo o pensarlo). Ha un modo di fare troppo candido perché mi metta a discutere di quello che penso in proposito e mi scoccerebbe farle notare che sono ateo convinto, quindi mi limito ad annuire e sorridere. Armeggia nella sua borsa e tira fuori una Bibbia. Mi fa leggere dei versetti dal libro di Giosuè 1 8 – 9, Il Salmo 23 e il Salmo 91. Faccio in tempo a finire di leggere l’ultimo che arriva il mio turno. Vado mentre mi sorride e mi dice di non dubitare che Dio è con me e mi ringrazia di averla ascoltata.
Solitamente finisco sempre per discutere in maniera accesa con un certo tipo di credenti (quelli che si trovano un po’ in qualunque altra categoria umana, politica, sportiva, religiosa, sessuale, alimentare, musicale, ecc.) che rientrano nel genere degli estremisti convinti che pretendono di avere ragione e ti guardano con quella sufficienza tanto cara a Rosmini e alla sua stronzata dei Fratelli separati (che descrive con tanti giri di parole edulcorati come dei poveri pirla a cui manca poco per raggiungere la verità, cioè la fede, ma non volendola abbracciare rimangono in basso [poverini] mentre gli altri se ne stanno lassù sopra delle nuvolette eteree [libera interpretazione, per carità]) ma non è questo il caso. Non condivido nulla di quello che dice la signora ma i suoi modi sono gentili, è cortese e in qualche modo penso fosse una persona positiva, priva di arroganza e presunzione, quindi ne è uscita una piacevole conversazione nata da un incontro inusuale e casuale. Mi dice di non dimenticare quello di cui mi ha parlato e che prima o poi mi ritornerà in mente che una vecchia mi ha detto quelle cose.
Uscendo dall’ufficio era il suo turno e ho fatto in tempo solo a salutarla. Quello che invece avrei voluto dirle, probabilmente se non mi fossi vergognato e non avessi evitato, era solo questo:
“non credo che Dio esista veramente per me ma spero che ci sia per lei.“
Guarda, vorrei un giorno anche io poter dire una frase del genere. Penso sia spiazzante per l’interlocutore.
Anche io ho problemi seri con i credenti, non i religiosi ma tutti quelli appunto che fanno di una cosa (dal calcio alla politica) una questione di fede e tu che ne sei fuori sei un povero fesso, un idiota, uno che non capisce, un nemico e quant’altro. Davvero, io non concepisco tutto questo spreco di energie.mentali.
Alla signora anche io avrei abbozzato un sorriso e nulla più. Se ci si pone con modi cortesi, meglio lasciar correre, anche se si è importuni: perché trovo sia importunare, cioè immagina io mi sedessi accanto a una signora e cominciassi a dirle “sa, signora, quel rossetto è da battona”. Non va bene, giusto?
ahahahah! 😀 Messa così non posso che concordare! 🙂
Su questo genere di atteggiamenti ho il litigio facile perché non amo i rompicoglioni e nemmeno i supponenti che rientrano nell’identikit che tu hai descritto perfettamente.
Non ho detto nulla perché non stava cercando moralizzarmi o convertirmi ma mi stava parlando in maniera molto innocua dicendomi quello che pensava e allo stesso modo le ho detto quello che penso io senza farne questioni di principio e senza essere scortese, così abbiamo conversato e nulla più..
Ora che ci penso in effetti per ogni salmo avrei dovuto almeno farle sentire una canzone metal, per par condicio.. 😉
Bello questo post Jeremy. Il fatto è che quando degli sconosciuti (ma non solo!) ti vengono a parlare di qualsiasi argomento, lo fanno partendo dal presupposto (fondato) che tu non li ascolterai e che, per riuscire a superare la cortina di diffidenza, dovranno utilizzare il tono del peggior piazzista e politico esistente. Insistenza ed ottave elevate. Arroganza. Spesso non si capisce che una conversazione meno precipitosa, meno “con il fiato sul collo”, porta a maggiori risultati (vedasi quello che è successo a te… in fin dei conti non era di tuo interesse, ma hai ascoltato e anche il commento che potevi dare non è stato l’insulto, non è stato denigrare, ma solo commentare).
Io non faccio testo, perchè quando alla mattina sorridendo mi dicono, per strada!!,:posso parlarti di Dio…? Io scuoto la testa e continuo a camminare. Ma io sono poco ricettivo. O solo assonato. Vedi te.
* logicamente è assonnato… 🙂
Non me ne sono nemmeno accorto! 😀
Ammetto che quelli per strada cerco di identificarli a distanza ed evitarli dal principio però mediamente, a meno che non abbia fretta, cerco di ascoltare.. la discriminante è esattamente l’arroganza e il partire dal presupposto che se non la penso come te io sia un fesso (come dice Gintoki). Con la signora non avrei mai potuto comportami in una maniera che non fosse cortese perché era esattamente quello che lei ha dato a me.
ahahahah! Al mattino presto non si può parlare di Dio! 😀 Anche se con i Testimoni di Geova mi fermo sempre ad argomentare.. 😀
Ma sai qual’è il vero problema, non sono io che non li so riconoscere… solo loro che mi puntano come i caccia e vengono a cercare di convertirmi sempre e comunque. Probabilmente non ho l’aspetto sano e devoto che si aspettano da un rappresentante del genere umano.
Sfortunatamente li deludo sempre… neanche il gusto di litigare sulla teologia, geologia e qualsiasi cosa finisca in -GIA… 😀
Beh, hai un po’ di masochismo nel fermarti ad argomentare… o una sana dose di ottimo umore da spendere 😀 eheheh. Solo una volta ho risposto… male… ma hanno iniziato dicendomi: “lo sa che dobbiamo morire?”. Ecco, non è un saluto granché bello ahahahahah XD
ahahah! In realtà capita pure a me, appena si accorgono che devio li vedo convergere su di me in manovra di accerchiamento! 😀
Dipende dalle volte, fa piacere parlare un poco..
No, decisamente. Anzi, quella è una chiara ricerca di una brutta risposta.. 😀
Secondo me li addstrano. Una sorta di “Tigerland” (ricordi il film? eheh) per predicatori 😀
Credo proprio di si. Ce li vedo a sguazzare nel fango con una bibbia in mano per prepararsi al peggio.. Lo ricordo eccome, avevo anche scritto la recensione.. 😉
Tra l’altro mentre ti rispondevo mi hanno suonato alla porta! 😀
Sì, ecco una cosa del genere… ci sono quelli tipo Palla di Lardo che poi non ce la fanno e gli altri, quelli più duri e feroci, diventano le persone che ti suonano alla porta! ahahahahah 😀
Ottimo, nomini il diavolo e spuntano le corna… ops, esempio sbagliato 😀
Ps: sto leggendo Machete Kills (poesia – poi commento)
Pps: non mi ricordavo la tua recensione… dannazione… e sì che le leggo tutte…
ahahaha! 😀
Hai condiviso ( e anche occupato in attesa del tuo turno) tempo con una persona diverse da te, qualche volta l’ho fatto anche io (qualche volta li ho sbranati a parole ammaetto..), e non è male, in ogni caso aiuta a pensare per noi.
PS: io di tatuaggi ne ho due e nessuno fatto per moda, ma perchè ho scritto sulla pelle delle cose da ricordare, di piercing solo uno vezzoso al naso ( oltre ai buchi alle orecchie, ma quelli nessuno li considera piercing perchè è una vecchia usanza femminile anche italiana 😛 )
Mi ha fatto piacere in realtà, la signora non meritava male parole nonostante evidenti divergenze di opinioni.. 😀
Pure io ho i miei significati ma in fin dei conti è anche vero che cerchi di attribuirli ai primi poi dopo un po’ pensi a delle cose che ti piacciono e vorresti fartele tatuare ugualmente senza troppe elucubrazioni.. benché anche in questi casi magari i significati possano essere inconsci..