Mockin’bird

Stasera non avevo nessuna voglia di prendere la circonvallazione, di fare una strada veloce.

Avevo voglia di godermi la guida e il bianco silenzio della notte, senza macchine, senza persone, solo io, la strada e l’aria fredda sulla faccia.

Se vivessi in un film mi sarei fermato davanti a quel ristorante toscano e mi sarei seduto in uno di quei tavolini fuori. La telecamera mi avrebbe inquadrato da vicino e poi avrebbe iniziato a d indietreggiare allargando il campo, catturando una fotografia solitaria di un istante malinconico. In quel film forse avrei tirato fuori una birra dalla mia macchina, mi sarei acceso una sigaretta e sarei rimasto a guardare le stelle mentre il fumo mi volteggiava in faccia. Invece ho smesso di bere e non fumo, in più, questa notte era nera e senza luci e io non mi sono mai fermato a quel tavolino con sopra ancora un bicchiere.

Le risposte sono ignote quanto le domande.

Tow Waits mi fa compagnia lungo il viaggio. Downtown Train, I don’t wanna grow up, Time. Una voce levigata dal fumo di sigaretta. Lo disse una giornalista parlando di De Andrè in un servizio per la sua morte. Cercavo la bellezza intorno a me. Tra i campi di granoturco e tra queste luci da statale invece non sono riuscito a vedere nulla che valesse una fotografia. E mi sono ritrovato a pensare che avrei voluto sparire in una bolla di sapone. Non esserci più. Essere altrove. Da un’altra parte. Non esistere. Cancellare ogni cosa e ritrovarmi in qualche posto sperduto in cui il denaro non abbia alcun valore che non sia quello di accendere un fuoco. In cui il tramonto sia ogni giorno lo spettacolo più bello al mondo. Dove alzarmi con un sorriso, avere solo della terra sotto al culo e tanto fango nelle mani.

Quando sono arrivato Tom stava finendo di cantare Mockin’ bird, ho fischiettato con lui e ho aspettato la conclusione prima di scendere dalla macchina ed entrare in casa.

4 pensieri su “Mockin’bird

  1. Post stupendo. E, soprattutto, un Rain Dog che è spettacolare. Hai mai notato, e qua faccio una svicolata degna di me stesso, che la voce di Waits cambia dal “normale”, dall’umano, all’orchesco nel giro di un disco? Cioè, l’anno prima aveva una voce blues calda, l’anno dopo sembra asfaltata da chili di catrame, segatura e bulloni. Mi ha sempre lasciato affascinato questo fatto.
    Hai il mio stesso demone: finire la canzone e poi scendere….

    • Hai perfettamente ragione.. E’ impressionante, sentire “I Hope I don’t falling in love with you” e poi passare a “Black Raider” (Tu che sai tutto, era forse ubriaco durante la registrazione?) o “I don’t wanna grow up” ha qualcosa di sconvolgente.. Comunque lo preferisco ruvido..
      Quando sono da solo assolutamente si.. non si interrompono le fantasie..

Secondo me....

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