Fabio Colla è uno scrittore affermato che nei suoi libri esalta la felicità e i modi con cui può essere raggiunta. La sua stessa famiglia è il ritratto della felicità e del successo: Patrizia è la dolce moglie innamorata del marito mentre Giulia e Davide sono i due figli belli e intelligenti. Tutti sempre sorridenti, sono il prototipo della famiglia del Mulino Bianco al cui nucleo regnano solo felicità e successo. Quando i Colla vengono invitati nella radio della punkettona Kristel non immaginano che l’intervista volgerà al peggio sfociando in un sequestro in cui saranno costretti a rivangare il passato, svelando una realtà tutt’altro che idilliaca.
La curiosità per questo libro nacque tra le strade di Ferrara dove passeggiando una sera mi cadde l’occhio sulla copertina che attirò la mia attenzione. Ammetto che se non fosse stato per quella non credo che avrei mai provato a leggere questo romanzo. Probabilmente a torto. Premesso che si tratta di un libro di intrattenimento, di quelli scritti in maniera leggera che scorrono bene e che si leggono senza troppa fatica o sforzi eccessivi perché quello che conta è solo la trama, è comunque un libro piuttosto disturbante nei contenuti. La famiglia del mulino bianco ovviamente non è tale ma ha così tanti scheletri nell’armadio da risultare grottesca al punto di turbare ad ogni pagina da un certo punto in poi, pur non andando mai troppo sopra le righe. Un ritratto che sconvolge per la sua cupezza e che funziona nel suo scopo di incuriosire e tenere incollata l’attenzione. I continui colpi di scena, ben calibrati in un crescendo senza sosta, sono un’operazione abbastanza piaciona (e una soluzione facile) ma assolutamente efficace, per quanto potrebbero risultare un filo esasperati e di conseguenza piuttosto abusati. Questo è quanto mi viene razionalmente da dire ma nella realtà dei fatti ero preso dalla smania di andare avanti fino alla fine. Quello che svetta tra tutto è l’orrore di vicende descritte come una realtà apparentemente a noi lontana ma che ha tutte le caratteristiche per far parte di un quotidiano sommerso a cui non siamo abituati. A tratti coinvolge con qualcosa che va oltre la mera narrazione (la relazione tra Fabio e Patrizia) anche se si tratta comunque di una facile lettura che gioca sullo stupire e rincarare la dose con una dose di merda ancora più pesante della precedente.
Un bel thriller pieno di suspance e tensione che strizza l’occhio a “L’Enigmista“, “La paura fa novanta VII” (perché non ho idea cosa citasse quell’episodio) e “Terrore dall’infinito” di Dylan Dog (pure in questo albo non so quali fossero i riferimenti), mescolandoli tutti insieme in un romanzo d’effetto che, volendo intrattenere, intrattiene e non lascia facilmente la presa.
Mi hai incuriosito Jeremy… già ho cercato Cosa Sognano I Lupi (ma non l’ho trovato in libreria…), vediamo se trovo questo.
Si, questo dovresti trovarlo perché non è uscito da tanto e credo siano alla seconda ristampa.. 🙂 Cosa sognano i lupi? lo avevo preso su internet perché era già più datato credo.. Mi farai sapere.. 😉