Maggie Colan è una donna del proletariato inglese dal passato ingombrante: durante l’infanzia aveva assistito alle violenze del padre, ne aveva anche subito le molestie, senza poi essere poi in grado di condurre una vita equilibrata una volta divenuta adulta. Ha quattro figli da quattro uomini diversi e si ritrova frequentemente con partners irosi e violenti esattamente come era il padre; vive di sussidi e sotto il controllo costante degli assistenti sociali che le hanno portato via i bambini dopo un incidente in cui il maggiore è rimasto ustionato. Un giorno incontra Jorge, un rifugiato paraguaiano dai modi gentili, che si innamora di lei e… da qui in poi è meglio guardare il film.
Ken Loach non delude mai. Le volte in cui sembra sottototono (“Un bacio appassionato“) sono la diretta conseguenza dell’alto livello delle sue pellicole e dell’inconfondibile impronta personale. Maestro del cinema impegnato politicamente e del ritratto realista del proletariato inglese, stupisce ogni volta per la sua capacità di sorprendere e alternare i delicati momenti di struggente umanità a momenti di brutalità pieni di sofferenze, senza mai eccedere nella ricerca della commozione o con accentuate teatralità manieristiche (un modo elegante per non dire “americanate del cazzo“). Le riprese di Loach sono garbate, mai invasive e dotate di una autenticità e un realismo unici. I suoi drammi sono veri, vivi e arrivano nella pancia dello spettatore con la potenza di un evisceratore senza mai risultare esagerati o con fintissime accentuazioni di tragedie fino al parossismo (Vedi “I segreti di Osage County“). I suoi personaggi non sono mai delle macchie ma sono ambivalenti e ambigui come solo gli esseri umani sanno essere, al punto che non sempre è chiaro da che parte stia la “ragione” (perché nella realtà non sempre tutto è lineare ed evidente); Maggie sembra una madre premurosa eppure in altre situazioni è completamente irragionevole e priva di controllo, quindi i paradossali provvedimenti dell’assistenza sociale s
ono veramente necessari oppure no? La quotidianità dei due protagonisti è emotivamente pervasiva. Il film, attraverso una storia vera, denuncia l’ottusità dei servizi sociali inglesi che invece di aiutare finiscono per mettere in maggiori difficoltà le famiglie già problematiche di loro. Lo sguardo di Loach è parziale e pieno di trasporto trasporto e, tuttavia, non meno oggettivo.
I rapporti umani sono autentici e travolgenti, la leggerezza con cui le persone si incontrano nei suoi film mi ha sempre affascinato perché non c’è mai nulla di roboante o ricercato, arzigogolato e complesso (riassumibili in “americanate del cazzo”), semplicemente ci sono un uomo e una donna che si incontrano per caso e si parlano, avvicinando i rispettivi mondi uno all’altro con tutti i propri bagagli di vissuto. L’emozione traspare dalla quotidinianità dell’incontro che è, banalmente, quello che tutti abbiamo occasione di vivere ogni giorno in cui decidiamo (o rifiutiamo) di parlare con una persona piuttosto che un’altra. Loach non è verboso o sensazionale ma è essenziale e per questo sinceramente coinvolgente.
Attori ottimi (come sempre) anche se non conosciuti, come la maggior parte degli attori che recitano con il regista inglese che, alcune volte, finiscono per essere noti in momenti successivi e, paradossalmente, per altri film, come Robert Carlyle che recitò in “Riff Raff” ma divenne poi famoso con “Trainspotting” e “Full Monty“. In questo film sono da notare i due protagonisti Vladimir Vega, una specie di Javier Bardem paziente e imbruttito dalle disgrazie, e Crissy Rock, che per la parte vinse l’Orso d’Argento come miglior attrice all Film Festival di Berlino .
Un film grezzo ma sincero, esemplare di un cinema d’impegno e di sensibilità difficilmente rintracciabili in altre pellicole, pervaso da un forte senso di ingiustizia, di sopruso ma anche dalla necessità di resistere.
Da vedere, come tutti i suoi film.
P.S. Il titolo “Ladybird, Ladybird” (coccinella) fa riferimento ad una canzoncina popolare inglese per i bambini che in una delle sue versioni recita : “Ladybird, ladybird, fly away home,\ Your house is on fire, \ Your children shall burn!” che fa ovviamente riferimento a quanto accade al figlio di Maggie.
Giudizio in minuti di sonno : Visto al pomeriggio ma senza pisolini e senza l’ausilio di caffè.