Questa sono io – Federico Guerri

Laura Prete è una bellissima modella di provincia ormai diventata una famosa stella (cadente) della televisione che durante una trasmissione spara in testa al presentatore Furio Mosca in diretta nazionale. A seguito di questo antefatto tre “Laure” diverse prendono a turno la parola e raccontano una versione della propria vita. C’è la Laura bambina vestita di rosso, quella sexy in visone e quella in ombra e ognuna racconta la propria verità al lettore che diviene spettatore privilegiato di un dramma a lui dedicato.

La scrittura è immediata e coinvolgente, semplice e senza troppi giri di parole. Una volta 2564711letto il prologo è piuttosto difficile non proseguire nella lettura (l’ho finito in due sere) per la curiosità di capire le motivazioni di Laura Prete, chi sia e perché abbia ucciso il presentatore. L’arrivo delle tre Laure ha una connotazione molto teatrale (ovvi i rimandi alla formazione dell’autore) nella sua descrizione (o nella mia immaginazione), come se a turno si mettessero sotto un riflettore sopra un palco (ed in effetti è proprio così), ma anche nei riferimenti al relativismo della verità di Pirandello di “Così è (se vi pare)“. La versione autentica è solo una delle tre o le sono tutte contemporaneamente? Le sfumature su cui gioca Guerri sono fatte di dettagli che non collimano o che semplicemente sfuggono ad una logica univoca. La natura umana è spesso contraddittoria, fatta di incoerenze o anche solo di interpretazioni contrastanti dello stesso evento ed è in questi territori che si muove il romanzo invitando a scegliere a chi credere..

La storia di Laura è veramente spiazzante. Ci si innamora del candore della prima Laura, della sua tenera ingenuità con tutta la fantasia zuccherosa di un sogno che si avvera, di una vita all’insegna del puro e dell’intonso. Ma le idealizzazioni sono insidiose e illusorie, ci si adagia a guardare il mondo con lenti rosa (oppure trasparenti ma fingendo che sia tutto rosa ugualmente) e quando prende la parola la seconda Laura arriva un pugno da Knock Out. Perché la realtà è sempre molto diversa. La realtà è il mare di merda in cui affogano le illusioni e quando vieni a scoprire che è tutto differente da come speravi che fosse (magari in cuor tuo sapendo che non poteva essere così), la sensazione è solo quella di desolazione di fronte ad un mondo che non va come dovrebbe andare e che ha fatto suo il sistema della prevaricazione e del potere. Non c’è più spazio per sentimenti. Ci sono solo lo sporco e l’immondizia di cui si finisce per essere vittime a meno che non si voglia riservarsi un posto ai margini di tutto. La terza Laura invece riprende in mano le redini della storia e si ritaglia un ruolo attivo, calcolatore e spietato e tira le fila di quello che è tutta l’intenzione (suppongo) dell’autore: una critica alla televisione, al sistema su cui si basa e alle sue connivenze con la politica. Il messaggio della Laura sovversiva viene consegnato al lettore con l’invito di riprendere in mano la propria vita e accantonare la falsità della televisione e a tutti i suoi beceri meccanismi. Laura organizza la miccia dell’incendio, ma sta al lettore/spettatore infiammarsi.

Fino alla storia della seconda Laura mi ha entusiasmato e turbato non poco, me lo sono divorato in pochi giorni. Il racconto della terza Laura non mi ha convinto fino in fondo ma rappresenta un mezzo efficace perché interrompe la linearità della narrazione per portarla ad un livello diverso. La protagonista non è più un personaggio che vive una storia ma diviene la portatrice di un messaggio diretto di comunicazione tra autore e lettore in una maniera sempre meno velata e sempre più palese, rompendo il muro di separazione tra i due e concludendo tutto con un invito a riprendersi la propria vita.

Ogni storia che si rispetti ha due livelli. Quelle veramente buone, almeno tre.

Secondo me....

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