A Bangkok due fratelli, Billy e Julian (Ryan Gosling), gestiscono un club di boxe thailandese che in realtà è un’attività di copertura per lo spaccio di droga. Quando Billy stupra e massacra una prostituta minorenne viene colto sul fatto dalla polizia la quale, invece di arrestarlo, chiama Chang, un brutale poliziotto in pensione con manie da vigilantes che consegna l’assassino al padre della vittima in modo che lo possa giustiziare. Appresa la morte del figlio primogenito, la madre dei due, Crystal (Kristin Scott Thomas), giunge a Bangkok e ingaggia alcuni criminali locali per uccidere sia il padre che Chang stesso, visto che Julian aveva deciso di non vendicare Billy poiché credeva avesse avuto quello che si meritava…
E da qui in poi è meglio guardare il film.
Una pellicola decisamente cupa e torbida, incentrata sul rapporto morboso e manipolatorio (a tratti pure velatamente equivoco [in maniera molto più evidente nel finale]) della madre malavitosa (una stronza spaziale) con i suoi due figli, uno merda e l’altro no ma in cui, per qualche ragione poco chiara, il primo risulta essere il favorito. Rabbia e una violenza fredda, estetica, avvolgono tutti i personaggi che si muovono all’interno di una faida senza fine in cui nessuno viene giustificato con l’attenuante degli eventi che possono aver causato la loro reazione. Sono tutti colpevoli e nessuno viene perdonato per le sue azioni. Le colpe sono il prodotto non solo degli errori ma anche della noncuranza, del chiudere gli occhi, del fare finta di niente e del scegliere una strada sbagliata anche di fronte alla mancanza di alternative (nella morale del giustiziere Chang). Lo scontro viene cercato e alimentato da ogni parte in un confronto brutale che non lascia scampo a nessuno. In questo mondo si muove Julian, solitario e silenzioso, ma con un abbozzo di etica che lo spinge ad opporsi agli eventi e a fermare la violenza con la passività e il non agire, senza che però gli venga permesso fino in fondo, fino a rimetterci quanto chi è effettivamente colpevole. Lui è una vittima ed è il dio che “perdona” il giusto assassinio del fratello. Malinconico e dignitoso, è interpretato dal sempre convincente Ryan Gosling in un film dal cast comunque di buon livello che nel complesso non sbaglia nulla e rende alla perfezione. Il giustiziere thailandese è di una cattiveria inaspettata e disturbante.
Refn è un regista talentuoso che sta sviluppando un suo stile peculiare. Ha le idee chiare su come dirigere un film e su quale sia il suo personale punto di vista cinematografico, come si è visto in “Bronson” e anche in “Drive“. Il film è teso, lento (a volte fino all’esasperazione della noia), ermetico, scarno nei dialoghi e basato tutto su espressioni facciali, simboli (la ricorrenza delle mani), atmosfere indissolubilmente legate all’uso sapiente di luce, colori e da inquadrature curate fino al minimo particolare in maniera quasi ossessiva, con un’attenzione che personalmente (per quanto su campi diversi e oggettivamente non paragonabili) mi ha fatto venire in mente registi del calibro di Sorrentino o Wong Kar-Wai, in cui ogni singolo fotogramma trasmette una pienezza di immagine ed una
ricercatezza unici, come se ognuno di essi fosse una singola fotografia a sé stante. Rispetto al film precedente, decisamente più immediato, qui si passa ad un linguaggio più complesso e forse con intento provocatorio, perché dopo il successo di “Drive“, Refn decide di rimanere ancorato alla produzione a basso costo dimostrandosi avverso all’industria Hollywoodiana e alzando il tiro per sfoltire e selezionare il suo pubblico (“Chi si aspetta un film di facile visione che eviti pure il mio cinema. O con me o contro di me“) in modo da conservare ampi margini di libertà meno legati ad una logica commerciale.
Giudizio in minuti di sonno : Continui ed insistenti pisolini che hanno prolungato la visione più del doppio. Un’ora e mezza di film visto in tre ore, quasi quattro. Non riuscivo a sorpassare la barriera della prima mezzora.
Volevo vederlo… incomincio ad avere dei dubbi.
Come sempre, recensione da 10 e lode Jeremy.
Dipende dai tuoi gusti, secondo me è un bel film..
Grazie mille Zeus.
Si? Mi fido. Ce l’ho da parte… vedremo quando gli astri si allineano e mi verrà la voglia (ultimamente vado sui film più vecchi… le ultime uscite non le guardo molto).
Avendo visto altri suoi film ero abbastanza preparato al suo modo di girare che è piuttosto statico e lontano dai film d’azione poi, giustamente, dipende dall’umore e dagli astri.. 😉 In realtà anche io, ma Gosling lo seguo sempre volentieri..
A me Drive è piaciuto tantissimo, stesso discorso per Bronson. Valhalla Rising a tratti si, soprattutto per la fotografia impeccabile. Guarderò con gusto anche questo, dopo un’iniezione di caffeina concentrata.
Anche a me Drive è piaciuto un sacco e, per una volta, quasi più del libro a cui è ispirato. Bronson era molto particolare ma non mi aveva fatto impazzire invece Valhalla Rising (mea culpa) non l’ho ancora visto ma mi incuriosisce..
ahahah! Se ti sono piaciuti gli altri non ne avrai bisogno, il giudizio in minuti di sonno è un mio problema personale perché non riesco mai a stare sveglio! 😀
Di Refn ho visto Bronson e Valhalla Rising e la cosa che più apprezzo in lui è proprio quella che hai sottolineato tu, il fatto che abbia un suo stile ben definito. Mi sembra uno che cerca di fare film “non convenzionali” senza aver paura di rischiare. “Solo Dio perdona” entra nella mia lista dei prossimi film da vedere.
Ciao.
Esattamente. Penso che meriti e secondo me è un regista in ascesa. Vedremo i prossimi. Grazie per il commento, mi farai sapere.
Ciao!
Ed eccomi qui a farti sapere. 🙂 Nel complesso direi che Refn si conferma un regista coi controcazzi, ma secondo me gli manca ancora qualcosa, non saprei dire con precisione cosa. Film da vedere, ma non del tutto convincente. Il personaggio migliore è il poliziotto in pensione, fantastico, ho fatto il tifo per lui sperando che li ammazzasse tutti. Gosling nì. Gran bella donna la Scott Thomas. Pienamente d’accordo sul tuo giudizio in minuti di sonno. Mi ci sono volute due serate, in effetti l’inizio è un po’ lento.
Un saluto.
Apprezzo tantissimo questo ritorno per comunicarmi il tuo parere! 🙂
Condivido pienamente il tuo commento. Su Gosling ho sempre un certo occhio di riguardo ed è lecito che non convinca tutti. Spesso sento dire che ha troppo la faccia da bravo ragazzo per certi ruoli e ci si sta. Scott Thomas notevole!
Grazie e un saluto a te.