Difendere il maialino

Al termine dello spettacolo teatrale gli attori si sono resi disponibili per le domande e le curiosità del piccolo pubblico (“piccolo” perché difficilmente poteva andare oltre i sette anni, essendo rivolto alle scuole) che erano di vario tipo e di diversa profondità.

Ad un certo punto uno dei bambini chiede “Perché lui prende il maialino e lo tiene per sé?

Sentendo la risposta ho capito che non avevo realmente metabolizzato lo spettacolo fino a quel momento. Si, avevo inteso che parlava della diversità, dell’amicizia, dei pregiudizi, ma non avevo fatto realmente mie queste riflessioni. Non mi erano entrate dentro. Le avevo viste e constatate senza coinvolgimento. Era come guardare qualcosa in maniera puramente razionale, senza che fosse rimasto un piccolo segno del passaggio di quanto visto. Più o meno come analizzare una poesia senza viverla (riconoscere metrica e figure retoriche sarà sicuramente importante ma leggere i versi senza coinvolgimento è avvilente e inutile).

Lo tiene con sé perché sono amici e voleva difenderlo da chi lo trattava male.

Solo a quel punto capisco tutta la scena. Avevo solo visto senza andare oltre. Quel “difendere il maialino” mi è rimasto in testa insieme alla piacevole sensazione che si prova quando una mano si poggia sulla tua spalla per dirti “non stare a sentire quello che ti dicono, tu vai bene così, non devi essere nulla di diverso da quello che sei”, mescolata però all’amarezza del dover constatare che amici di quello stampo ne esistono veramente pochi, che difendere la propria individualità è sempre un’impresa titanica se si è da soli e che le differenze sono spesso motivo di pregiudizio o di scherno senza alcun evidente motivo. Quel tipo di “difesa” colma di affetto e di premura è rara, comporta una ribellione di fronte a maggioranze ottuse e lo sforzo adulto di manifestare dissenso senza cadere nella rabbia o nel silenzio soffocato.

Pensare che in quella scena stesse difendendo un maialino in difficoltà mi ha fatto venire un certo magone. A quanti maialini ho mai messo la mano sulla spalla? L’ho mai fatto? Quanti maialini avrebbero bisogno di una mano sulla spalla e passano inosservati?

7 pensieri su “Difendere il maialino

  1. Credo tu abbia centrato in pieno il punto: “a quanti maialini ho mai messo la mano sulla spalla?”. Credo sia il centro di tutto, quella rottura che è necessaria per rendere la vita meno isolata e più aperta alla comunità, aprire gli occhi e rendersi conto che in giro c’è chi ha bisogno di supporto e intorno a lui il mondo va avanti.

    • Esattamente. Il problema è che tendiamo a supportare le persone di cui condividiamo le problematiche e le difficoltà ma facciamo fatica a empatizzare con qualcosa che non ci tocca. Eppure anche se i motivi scatenanti sono differenti, il senso di disagio è simile..

Secondo me....

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