Perle ai porci

Mi fanno notare le incredibili coincidenze della vita. La categoria di quelle che ti mettono alla prova e ti portano a confrontarti con quelle cose che tu normalmente non andresti mai a cercare. Di solito mi piace chiamarle “Leggi di Murphy” ma non questa volta, non c’è nulla di pessimo in tutto questo.

Anzi.

I miei gusti musicali includono rockmetalgrunge in tutte le sue salse con qualche sparuta traccia (esattamente come sta scritto sui prodotti alimentari. Nella mia dieta musicale la classica arriva come mandorle e uova in un pacco di biscotti integrali.) di altri generi. Tra cui, rarissime, quelle di musica classica. Ed è quindi curioso che io lavori per un festival proprio di musica classica peraltro molto rinomato se si considera che ha ricevuto 7 riconoscimenti dal Presidente della Repubblica e il Patrocinio della Commissione Italiana per l’UNESCO.

A me hanno riconosciuto la laurea.

Basta.

E a volte ho l’impressione che qualcuno non ne sia nemmeno troppo convinto.

Quando durante il concerto di sabato il chitarrista che si esibiva si è messo a raccontare un’aneddoto sul “più grande chitarrista del XX secolo” dentro di me (e solo lì perché l’etichetta è molto diversa dai concerti rockmetalgrunge) una voce ha gridato :

DAI?? HENDRIX?! MA GRANDE!!!

Ma, deluso (e sentendomi anche piuttosto ignorante), sono subito ritornato alla mia realtà perché parlava di Andrés Segovia.

(Peccato però, sarebbe stato un gesto così inaspettato, anarchico, iconosclasta. E poi avrebbe potuto dare fuoco alla chitarra e spaccarla in terra.)

E io non sapevo nemmeno chi cazzo fosse.

Se non un chitarrista. Ovviamente.

Poi scopro che il clavicembalo e il fortepiano che suonava l’altro musicista del duo erano rispettivamente del 1735 e del 1790 (o forse copie di metà ottocento degli originali, non credo di aver capito bene) e che in uno dei successivi concerti ascolterò il suono di un Harmonium – celesta del cui tipo esistono solo due esemplari al mondo.

Considerando che ho aiutato a smontare e trasportare i due strumenti e considerata la curiosità di sentire il terzo per la rarità dell’evento, mi ha improvvisamente sfiorato per un attimo un’idea banale ma a cui non avevo pensato minimamente:

Nella vita, quando cazzo mi ricapiterà mai di fare due esperienze del genere?

Di quante cose non sono riuscito ad apprezzare la rarità e la bellezza mentre c’ero dentro o mentre mi passavano davanti? (Fottuto Kairos!)

Oppure piccoli istanti insignificanti che non sempre ho la testa di vivere fino in fondo, sapori, profumi, emozioni, uno sguardo, un sorriso.

Un semplice caffè in compagnia di qualcuno.

E mentre penso a tutto questo parte Unexplained dei Misfits.

Segovia chi?

Perle ai porci.

13 pensieri su “Perle ai porci

  1. Ammetto che anche io mi sarei gettato su un Hendrix o, molto più probabilmente, un Tony Iommi, così… gettato nella mischia con sguardo beffardo. Capisco lo straniamento, anche perché è più o meno, lo stesso che ho provato io quando mi sono trovato all’Arena di Verona a seguire l’Aida. Per tenermi sveglio mi son cantato tutto l’album della Black Label Society… e son durato 45 minuti. Non per disinteresse, anzi, è uno Spettacolo grandioso. Ma non è proprio il mio genere, adesso.

    • Mi ha fatto abbastanza ridere come cosa.. però in fin dei conti è giusto così, ogni pubblico ha i suoi idoli. ahahaha! Grande Zakk!!
      Esattamente. Per me è un problema di fruibilità, mi rendo conto di quanto alcuni spettacoli siano realmente belli ma, salvo alcune eccezioni, faccio molta fatica a stare dietro quel tipo di musica.

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