Anni ’70 Germania Ovest. Prime proteste studentesche contro il governo tedesco per le relazioni politiche intrattenute con il regime di Persia e contro la guerra in Vietnam. Il clima è estremamente teso e trova la sua miccia incendiaria nel tentativo di omicidio di Rudi Dutschke (attivista politico di sinistra) da parte di un estremista di destra (la cui ultima frase prima di morire a seguito del conflitto a fuoco è un preberlusconiano “io li odio i comunisti“). A quel punto Andreas Baader (Moritz Bleibtreu, [“The Experiment”, “Munich”,]) e Gudrun Ensllin (Johanna Wokalek, [“La papessa“] mettono una bomba in un supermercato per allargare il movimento di protesta perché “continuare a parlare senza agire è un errore” e vengono entrambi arrestati. Al loro gruppo, composto di più persone oltre ai due fondatori, si unisce Ulrike Meinhof (Martina Gedeck, [“Le vite degli altri“)] una giornalista piuttosto nota per i suoi infiammati articoli di protesta contro la politica di governo che parteciperà alla liberazione dei due terroristi. Il gruppo si trasferirà tutto in Medio Oriente per addestrarsi alla guerriglia e al loro ritorno iniziano una serie di rapine alle banche, per finanziare il movimento e ottenendo le simpatie del popolo. Le indagini vengono affidate a Horst Herold (Bruno Ganz, [ “I ragazzi venuti dal Brasile”, “Nosferatu: il principe della notte”, “Il cielo sopra Berlino”, “Pane e tulipani” ]) il quale si dimostra molto più intelligente e realista di tutti i suoi colleghi: negare la situazione politica non aveva senso, al contrario era necessario prenderne atto senza ipocrisie per poter capire la mentalità dei terroristi e per rendersi conto che quella era la reazione ad un disagio esistente. Iniziano una serie di attentati che vengono fermati solo con l’arresto dei tre membri fondatori i quali dopo essere stati chiusi in carcere affrontano il processo a loro carico alcuni anni dopo ma senza che possano arrivare al termine perché muoiono tutti, ufficialmente per suicidio ma con il forte sospetto che si tratti di omicidi da parte “dell’apparato di sicurezza statale“. Nel frattempo le azioni terroristiche vengono portate avanti da altri membri della banda, come il dirottamento aereo della Lufthansa e l’uccisione del presidente degli industriali tedeschi (ex ufficiale delle SS).
La storia ovviamente è quella della RAF, Rote Armee Fraktion (Frazione dell’armata rossa), gruppo terroristico di sinistra degli anni ’70, corrispettivo tedesco delle nostre Brigate Rosse. E’ sicuramente un bel film ma non mi ha convinto fino in fondo. Permane un senso di incompletezza dovuto ad una asetticità registica di fondo che, se da una parte è adeguata a causa della sensibilità dell’argomento e alle sue volontà (probabilmente) cronachistiche, dall’altra sembra scalfire solo in superficie la complessità di un periodo storico particolarmente pregno di eventi. In qualche modo però la distanza con cui viene presentata la storia di questo gruppo è utile nell’evitare faziosità e giudizi di parte. Vengono sostanzialmente presentate due gruppi contrapposti in guerra tra loro: lo stato e i gruppi armati, ognuno con le sue ortodossie e le sue contraddizioni. La brutalità risiede in entrambe le motivazioni e bandiere, in quella dell’ordine e come in quella della rivoluzione.
Tuttavia se la distanza non aiuta a coinvolgere in alcuni frangenti, ci pensa la crudezza dei fatti a riportare il peso emotivo in auge durante la visione. Una delle sequenze in cui il regista Uli Edel (forse più noto per “Christiane F. – Noi i ragazzi dello zoo di Berlino“) si concede un’eccezione alla regola della distanza è quella iniziale in cui viene proposta una sequenza di video storici degli anni ’70 con tutti gli avvenimenti più drammatici che li hanno caratterizzati, sulle note di “Child in time” dei Deep Purple: semplicemente da brividi.
Attori tutti in parte, Bruno Ganz una spanna sopra tutti e un paio di scene involontariamente divertenti.
Candidato al Premio Oscar 2009 per il miglior film straniero vinto invece da “Departures“.
“Devi tracciare una linea netta che ti divida da coloro che vuoi combattere.”
Giudizio in minuti di sonno : Ho dormito in tutta la parte dell’addestramento in Medio Oriente salvo poi recuperarla alla fine della visione. Per il resto è stato difficilissimo dormire.