In principio il gallo e la gallina erano gli esseri più intelligenti di tutta la terra.
Nati per primeggiare su tutte le altre creature viventi, conoscevano ogni angolo del pianeta e ogni nozione dello scibile esistente. Volavano liberi nei cieli, volteggiando tra le nuvole e intrecciandosi l’uno all’altra come un elemento indissolubile con le loro maestose ali dorate e la loro lunga coda variopinta di colori.
Erano gli esseri supremi.
Un giorno però il gallo, ammirato dalla potenza del sole, decise di sfidarlo
per occuparne il prestigioso posto al centro dei pianeti e per appropriarsi di tutta la sua conoscenza. A nulla valsero i tentativi della gallina di dissuaderlo perché il gallo era molto testardo e ormai aveva preso la sua decisione. Appena il sole lo vide avvicinarsi non gli permise nemmeno di arrivare alla sommità della volta celeste perché subito gli bruciò le ali con uno dei suoi raggi, facendolo precipitare rovinosamente a terra. La gallina volò immediatamente in suo soccorso ma nel frattempo l’uomo, desideroso di spodestare il gallo, assistette alla scena e approfittò subito della sua infermità per rinchiuderlo in una gabbia talmente piccola che poteva solo girare su sé stesso. Con un paio di cesoie tranciò anche la sua bellissima coda per privarlo della regalità di cui era profondamente invidioso.
Il gallo soffriva di trovarsi in uno spazio angusto e pativa la separazione dalla sua compagna che impotente gli restava accanto dall’altra parte delle sbarre. Il sole allora, sentendosi responsabile di quella rovina, decise di aprire la gabbia per farlo fuggire ma non appena il gallo uscì fuori si rese conto di essere chiuso dentro una stanza. Era in gabbia. Implorò allora il sole di farlo nuovamente scappare. Questi gli aprì la porta per aiutarlo. Varcata la soglia il gallo si trovò bloccato dentro una casa. Era di nuovo in gabbia. Pregò il sole di farlo uscire e questi lo accontentò ma non appena passato l’uscio la sua strada questa volta era limitata dal recinto del giardino. Era ancora in gabbia. A quel punto il sole magnanimo decise di non abbandonarlo e di aprire infine anche il cancello.
Il gallo raggiunse finalmente la gallina ed insieme presero distanza dalla casa dell’uomo.
Ma nei giorni a venire ogni volta che la gallina volava, il gallo poteva solo fare delle piccole planate oppure correre dietro a lei. Non era più maestoso come prima. Ora era diventato goffo e imprigionato in un corpo limitato. Era sempre in gabbia. Per quanto la gallina amorevolmente lo aspettasse per stare con lui, il gallo era continuamente infelice e lei ne soffriva allo stesso modo. Il sole impietosito dalla disperazione dei due amanti decise che avrebbe esaudito un solo desiderio ad entrambi, precisando però che non avrebbe mai più restituito le ali al gallo perché il suo gesto non poteva rimanere impunito.
Il gallo era tuttavia ancora troppo arrogante per accettare la sua nuova condizione e troppo cieco per vedere l’amore della gallina e vivere in funzione di quello, quindi chiese di essere privato di tutto ciò che gli restava e di non dover più essere consapevole della sua condizione di imprigionato. Voleva diventare come gli altri animali e vivere come loro. Da intelligente divenne stupido, dimenticò ogni cosa e perse ogni sua maestosità. Perse la coscienza di sé. Non si vergognava più ma era lo zimbello di tutti. Smarrì l’uso della parola e ogni giorno da lì in poi riuscì solo a cantare rivolto al sole ogni mattina.
Ma nessuno, nemmeno il sole, era in grado capire se lo stesse ringraziando o se si stesse pentendo amaramente della sua scelta.
La gallina dal cuore immenso e dall’amore profondo decise di non lasciarlo solo e chiese di poterlo accompagnare in quella follia, affinché rimanesse salva almeno la loro unione rispetto a tutto ciò che erano stati.
E ora sono entrambi condannati a razzolare a terra, a stare imprigionati, subordinati, allevati, ma totalmente inconsapevoli della loro condizione.
Bellissimo testo, che sembra solo un racconto ma è molto, molto di più. Mi ricorda moltissimo un libro che avevo letto tanto tempo fa: La Bibbia dei Poveri (sono storie popolari).
Ti ringrazio. E’ il frutto di una notte di poco sonno ed un caffè in giardino. Non l’ho mai letto ma lo cerco subito, grazie!