Django Unchained – Quentin Tarantino

Texas, due anni prima della guerra di secessione. Django Freeman (Jamie Foxx) è uno schiavo che viene liberato dal cacciatore di taglie King Schultz (Cristoph Waltz) affinché lo aiuti a riconoscere tre criminali che sta cercando, in cambio della libertà e di una ricompensa. Il rapporto esclusivamente “lavorativo” tra i due diviene di amicizia e Schultz insegna il mestiere a Django che al termine della collaborazione vorrebbe liberare sua moglie Broomhilda (Kerry Washington) da cui era stato separato nella piantagione in cui lavorava (parola inappropriata perché implica una retribuzione. Ma andiamo oltre).

Schultz decide di aiutare Django e scopre che la donna è detenuta da Calvin Candie (Leonardo di Caprio), latifondista del Mississipi con l’hobby dei combattimenti tra mandinghi. I due elaborano allora il piano (un attimo bislacco a dire il vero) di     fingersi negrieri interessati all’acquisto di un lottatore per l’esorbitante cifra di 12.000 dollari al solo scopo di attirare l’attenzione del proprietario terriero.django-unchained-poster3 Le intenzioni reali sono quelle di comprare Broomihilda per pochi dollari, promettendo di saldare il resto della cifra per il mandingo alcuni giorni dopo, e ovviamente fuggire senza fare più ritorno. Le cose non vanno per il verso giusto perché il capo della servitù Stephen (Samuel L. Jackson) intuisce il raggiro e lo riferisce a Candie che a quel punto pretende i 12.000 dollari in cambio della vita della donna. Schultz paga la cifra ma di fronte all’ultimo tentativo di umiliazione del latifondista, che pretende pure una stretta di mano per siglare l’accordo, lo uccide e poi muore a sua volta colpito nel conflitto a fuoco che ne segue.

Django viene catturato per essere mandato ai lavori forzati ma durante il viaggio verso il campo di lavoro riesce a liberarsi con un trucco e ritorna alla residenza di Candie dove si stanno tenendo i funerali. Uccide tutti e gambizza Sthephen per poi far saltare in aria la villa e andarsene con sua moglie.

Django Unchained è un omaggio al film Django, di Sergio Corbucci con Franco Nero (presente infatti in un cameo nel film), che Tarantino prende a pretesto per rivisitare il genere Spaghetti Western, di cui Sergio Leone incarna uno dei suoi più grandi rappresentanti (non a caso il riferimento alla battuta finale de “Il buono, il brutto e il cattivo” [Autentico capolavoro!!!]), con una sua sceneggiatura originale (premiata infatti con l’oscar 2013).

Giochiamo a carte scoperte.

Sono un purista, amo Sergio Leone e più di tutto amo “Il buono, il brutto e il cattivo” di cui Tarantino non è neanche lontanamente in grado di riprodurre le stesse atmosfere tese e

Django3-blog

Un cattivo d’antologia in un fotogramma luciferino..

magnetiche, con quei silenzi pregni e ingombranti di cui si sentiva il peso ad ogni inquadratura, e nemmeno l’intensità e l’ironia dei dialoghi. Del resto l’intenzione era quella di una reinterpretazione del genere, quindi non gli si può dire nulla. Personalmente ho adorato Pulp Fiction, le Iene e anche Jackie Brown (seppur di quest’ultimo abbia un ricordo molto evanescente) ma da Kill Bill in poi non riesco a vedere dove siano questi “capolavori” tanto osannati. “Django Unchained” è prima di tutto un film lungo con dei tempi lentissimi in cui non succede nulla. Ci sono queste interminabili sequenze di dialoghi, che a volte sono piacevoli ma che alle volte sono solo terribilmente noiose e superflue, intervallate da improvvise incursioni di iperviolenza (portando di nuovo in auge la cosidetta blaxploitation [ sottogenere in chiave afroamericana della exploitation in cui venivano estremizzati sesso e violenza. Definiti anche Grindhouse…!!!! ] degli anni ’70, ripresa in chiave moderna con Jackie Brown [non a caso la protagonista Pam Grier ne era una delle icone] e portata avanti con questo film [quindi in realtà senza proporre nulla di nuovo] in chiave western) che dovrebbero servire a scaricare in un colpo solo la tensione accumulata, che in realtà non è proprio tantissima. Non riesco proprio a vedere le vette di cinema di cui sento parlare, specialmente se penso ad altri registi di gran lunga migliori, ma forse meno commerciali. E questo senza scomodare strani polacchi sconosciuti morti di tristezza, piuttosto che deliranti cineasti di genere.

Nel senso, non riesco a capire il tripudio da spettatore nel ripetere con trasporto la battuta “cavagli gli occhi!”. Boh, a me non esalta particolarmente. E ne ho sentiti (senza offesa, eh. La persona a cui mi riferisco capirà).

Tuttavia è chiaro che come regista non sia un deficiente totale (anzi..), specialmente dopo aver visto Shoot’em up in cui invece chi ha fatto quel film lo era realmente oppure sotto effetto di qualche droga ma di quella proprio cattiva o di qualche cibo avariato. La violenza è simile (volendo essere molto gentili) ma sono mondi cinematografici completamente diversi. Universi proprio. Infatti a livello di regia, su Tarantino non c’è nulla da eccepire.

Non sono un suo estimatore ma non posso fare a meno di trovare sempre delle parti pregevoli e degne di nota. La scena di Big Daddy (Don Johnson) e del KKK merita veramente per l’ironia che mette in gioco in tempi comici impeccabili.django-unchained-christoph-waltz L’apice di interesse lo raggiunge nel pasto alla residenza di Candie con un Leonardo di Caprio veramente gigantesco e autentico mattatore di quella scena. Fenomenale. Tuttavia l’Oscar va (e in effetti così è stato) a Christoph Waltz. Una grande interpretazione per un personaggio perfettamente riuscito dall’inizio alla fine, autentico pilastro di tutto il film che surclassa il protagonista. Infatti, al contrario, Jamie Foxx mi ha deluso, l’ho trovato piatto e monolitico (nonostante lo avessi adorato in Collateral [ e mi viene da pensare che i meriti fossero di Michael Mann a questo punto, visto che era riuscito a rendere credibile anche un burattino di balsa come Tom Cruise]), e senza nessun particolare estro. Samuel L. Jackson è decisamente in parte nel ruolo del servitore cane da guardia, odioso dall’inizo alla fine.

Colonna Sonora a mio giudizio sottotono (credo che nessuno come lui azzecchi così bene le musiche) rispetto agli altri suoi lavori e per la prima volta composta appositamente per il film e con una strizzatina d’occhio a Trinità..

Tarantino è sicuramente un cinefilo esperto che infarcisce di citazioni ma non propone nulla di nuovo che non siano riarrangiamenti di qualcosa già visto, compreso un cinema italiano (come quello di Mario Bava, tanto per dirne uno a caso) da noi ampiamente sottovaluto e non considerato se non in una sua riformulazione americana. Il problema è che Sam-Jackson-Django-unchained-scowlTarantino è un cinefilo vero e apprezza il cinema italiano da cui prende spunto e noi invece apprezziamo solo Tarantino senza sapere niente di quella parte. Un Paradosso. Dal mio punto di vista, guardarlo senza conoscere le basi da cui prende ispirazione (a larghe manate) è un po’ come avere in casa De André che canta “Il pescatore” e preferire la sua versione cinese oppure avere una fantastica tela usata dalla marina di Genova dal XVI secolo e farsela rivendere dagli americani in tutto il mondo come Jeans (tanto per rendere l’idea).

Migliore di Bastardi senza Gloria (anche se nelle tempistiche di svolgimento lo ricorda un attimo oltre alle vaghe somiglianze tra Schultz e Landa) in cui nel finale secondo me l’aveva fatta un attimo fuori dal vasino, un po’ come nella sceneggiatura di “Dal Tramonto all’Alba” che per la prima metà è interessante e dopo diventa veramente un cagata. Però lui è cosi : eccessivo, d’intrattenimento, burlesco e frivolo, come il cinema da cui attinge (non è una critica, è un dato di fatto) e forse è questa la chiave del suo successo.

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I due “Djanghi” a confronto..

Rimango convinto che sia ampiamente sopravvalutato perché non ha proposto e non propone nulla di nuovo. Ma sa dove mettere le mani e dopo essersi creato una fama e un nome, vive di rendita.

Perché certi suoi film fatti uguali da un altro non se li sarebbe cagati nessuno. Ma è Tarantino e allora…

Giudizio in minuti di sonno: Non ho dormito nemmeno un minuto ma ho dovuto interrompere per motivi vari di forza maggiore. Era pomeriggio e avevo un rintronamento post crisi allergica pre raffreddore.

Così, tanto per dire.

12 pensieri su “Django Unchained – Quentin Tarantino

  1. Sono d’accordo non è il suo migliore e anche d’accordo quando dici che :
    “è un cinefilo vero e apprezza il cinema italiano da cui prende spunto e noi invece apprezziamo solo Tarantino senza sapere niente di quella parte. Un Paradosso.”
    Pare che lui dica “dammi una Leone”, per intendere una particolare inquadratura.
    Di questo film ho apprezzato decisamente alcune parti e sono quelle che hai citato ed in particolar modo il monologo di Di Caprio e l’interpretazione di SL jackson, che quando è comparso sullo schermo non avevo neanche riconosciuto!

  2. Il film è degno del nome di Tarantino, questo decisamente. Io ho trovato estremamente piacevole anche Bastardi Senza Gloria (ma forse l’ambientazione mi ha preso un pò la mano). Il mio vero problema con la regia di Tarantino si condensa in due singoli film: Kill Bill (che ancora adesso faccio fatica ad apprezzare, ma quando vengo torturato confesso che ha scene piacevoli) e Jackie Brown (indigesto come pochi altri film… a parte Shaft, non è di Tarantino, logico, ma la blaxploitation era al massimo, che non sono riuscito manco a finire andando mestamente nel letto per disperazione).
    Bella recensione, comunque. Complimenti.

    • Assolutamente, non mi aspettavo nulla di diverso da una “Tarantinata”.
      Bastardi senza gloria aveva i suoi momenti (la scena iniziale per esempio) ma il finale nel cinema l’ho trovato di una tamarraggine unica (problema mio, per carità). Come ho scritto, ricordo che Jackie Brown mi era piaciuto ma in effetti ne ho un ricordo lontano e dovrei rivederlo..
      Il mio problema con Tarantino è più che altro dovuto al fatto che non condivido il clima di esaltazione che lo circonda e ho sempre la sensazione che viva di rendita dopo un paio di tiri molto ben riusciti..
      Ti ringrazio..

      • Concordo che la scena finale con il teatro è decisamente pacchiana e quasi fuori tema con tutto il discorso di Bastardi Senza Gloria. Il resto, invece, aveva degli ottimi momenti (la scena nella taverna con lo stallo alla messicana etc). Jackie Brown mi riprometto sempre di vederlo, ma non ce la faccio… troppo TROPPO (so che non ha significato compiuto ehehe).
        Si, Tarantino è circondato dall’aurea di infallibilità, del miracolato, mentre i film veramente eccezionali sono meno di quelli girati (che si assestano, comunque, su regimi più che positivi).

        • Assolutamente, ho citato quella perché la ricordavo, il resto non avrei saputo motivarlo ma sapevo che ce n’erano altre.. Lo riguarderò anche io per vedere se é veramente troppo TROPPO.. ahaha!

  3. Ciò che ho apprezzato di più di Django é il fatto che Tarantino abbia fatto un film western senza snaturare il genere: infatti ci sono tutti gli elementi tradizionali (l’ amicizia virile, la vendetta, l’ eroe con una missione, eccetera) con in più l’ ironia e la qualità di scrittura tipiche dei film di Tarantino. C’é sia il rispetto per il passato che la voglia e l’ ambizione di dire qualcosa di nuovo. E quest’ obiettivo é stato brillantemente raggiunto.

    • Personalmente mi sembra che siano elementi piuttosto generici, contenuti in qualunque film e il fatto che ci siano non è garanzia di un buon prodotto altrimenti qualsiasi film di Van Damme sarebbe un capolavoro in luce di quello. Le atmosfere di Django non sono nemmeno lontanamente paragonabili a quelle dei western di Sergio Leone (vedi “Il buono, il brutto e il cattivo”). Il “nuovo” di Tarantino, come dicevo nell’articolo, non è altro che una ripresa di qualcosa già visto.
      Però sono di parte, non sono un suo estimatore anche se gli riconosco l’ironia e delle qualità di regia assolutamente non indifferenti.

Secondo me....

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