Farsi prendere alla sprovvista..

Non sempre le cose si spiegano con le leggi di Murphy (vedi “Le leggi di Murphy applicate alla colazione del mattino“). A volte è una questione più che altro di euristiche mentali e di probabilità. Siamo nei territori dell’assurdo, in quelle lande desolate abitate da quelle persone che credono nei numeri ritardatari del lotto e che aumenti la loro probabilità di uscita solo perché sono passati mesi dalla loro ultima estrazione. Prima o poi dovranno anche uscire, siamo tutti d’accordo, ma non aumenta la probabilità di questo evento in relazione ad un loro ritardo, anzi rimane sempre la stessa.

Fatevene una ragione.

Allo stesso modo, ci sono due momenti nell’arco di qualunque attività in cui non poniamo la dovuta attenzione perché la possibilità che accada un preciso evento a noi avverso è spesso percepito come estremamente improbabile: l’inizio e la fine di un’azione. Appena compriamo la macchina nuova non ci aspettiamo di certo che si guasti, (per le leggi di Murphy ci preoccupa invece che qualcuno ce la sportelli, ci tamponi o robe simili..) come allo stesso modo, dopo aver passato giorni e giorni a scrivere una tesi in cui temevi guasti al computer, inondazioni, incendi, meteroriti, ladri che si introducono nottetempo per sottrarre il tuo prezioso lavoro (che nessuno mai si cagherà se non per pareggiare il tavolino che balla nello studio del tuo relatore [ogni riferimento è, per dire eh, puramente casuale]), quando finalmente ti senti in una botte di ferro perché tu il tuo lo hai fatto, non puoi di certo prevedere che la copisteria ti consegni il tutto molto più tardi rispetto a quanto concordato (a meno che tu non creda fermamente alle leggi di Murphy) facendoti arrivare all’ultimo secondo per le consegne.

In effetti sono pensieri estremanente ragionevoli (che una macchina nuova si guasti subito è ovviamente improbabile, ma non impossibile) e quando accade il contrario, ci facciamo sempre prendere alla sprovvista, proprio perché non ce lo potevamo aspettare (?).

Per questo certe botte di sfiga ci colgono sempre impreparati. Perché nonostante la statistica ci dica a livello teorico che un evento ha la stessa probabilità di accadimento all’inizio, in mezzo, piuttosto che alla fine (la questione è più complicata, sto semplificando e parlando in generale per massimi sistemi, non sono un matematico, sono ragionamenti astratti. Vanno presi solo come metafore) di un determinato arco temporale, noi continuiamo ad escludere la possibilità che possano accadere in alcuni momenti diversi da quelli che noi abbiamo in testa.

Ecco.

Questo spiega perché oggi la prima cosa che il mio piede ha incontrato scendendo dalla macchina sia stata una cacca di cane.

Perché pur sapendo che in quella via da anni c’è un imbecille che non raccoglie mai le deiezioni del suo animale (che nulla ne può), mi sono abituato a prestare attenzione durante il tragitto e mai dalla partenza.

Come se fosse più probabile incontrarla dopo essere sceso e ci fosse una specie di bolla protettiva anticacca nel punto in cui parcheggio.

Evidentemente no.

5 pensieri su “Farsi prendere alla sprovvista..

      • Io negli ultimi tempi ne ho pestate molte, visto che ho il cane in giardino e non sempre mi accorgo di dove metto i piedi. Devo dire che però qualcosa di buono me l’ha portato 🙂 Dai, c’è anche di peggio sai,….per esempio svegliarti al mattino, scendere un piede dal letto e sentirtelo inzuppato dalla pipì del gatto 😛

Secondo me....

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